Retorica
e magniloquenza vanno a nozze. Tutti a scrivere necrologi super ultra commoventi.
L’ultimo regalo di Bergoglio: farci ridere di gusto.
Come accade ogni volta che muore
un grande, o preteso tale, della terra per pochi giorni, più forte nelle prime
ore poi lentamente a scalare, retorica e magniloquenza si scatenano. Invadono
televisioni, radio, quotidiani e quasi
ogni spazio del web. Interviste, dibattiti, confronti, ricordi, aneddoti, tutto
fa brodo per avere pochi istanti di visibilità e vantare uno
speciale rapporto con il defunto, tanto questo non è certo lì a smentire e quindi
piangere come coccodrilli. Soprattutto quelli il cui pensiero e azione erano e
sono più lontani dal sentire del nobile defunto. Ovviamente la morte di Papa
Francesco non poteva sfuggire alla regola. Ecco allora populisti, sovranisti, razzisti,
fascisti (ex, post, attuali), nazzisti, antisemiti, bombaroli, assassini, genocidi,
mandanti e organizzatori di campi di concentramento, evasori ed elusori
fiscali, schiavisti, sfruttatori di lavoratori, millantatori, fomentatori di
guerre,corruttori e corrotti distruttori delle ricchezze pubbliche e tutti gli
altri farabutti di ogni risma e specie scrivere commoventi necrologi
inneggianti alla pace, mentre ci si lavora fomentando guerre senza speranza. A
leggerli ci si può solo scompisciare dalle risate. Eppure si fa menzione agli ultimi mentre si programmano spese
miliardarie in armamenti a scapito di ospedali, scuole, abitazioni degne di
questo nome e manutenzione dell’ambiente. Falsi e false come Giuda. Tutti e
tutte a parlare della mancanza di un
punto di riferimento, cui mai ci si sono appoggiati e appoggiate, del grande vuoto, ma quando Papa Francesco
era in vita i suoi suggerimenti cadevano, quelli sì, nel vuoto. Ha saputo parlare al cuore di tutti,
baggianata sesquipedale: per contrappasso sta a testimoniare del fallimento
dell’azione pastorale dati i comportamenti dei toccati nel cuore, rimasto duro
come sasso. Papa Francesco ha letteralmente spedito il cardinal Zuppi a fare il
giro delle sette chiese (laiche) a mendicare pace (non solo in Europa, ma anche
nei rimanenti sessantanove conflitti sparsi per il mondo), uguaglianza,
solidarietà e ha ottenuto il nulla. Tutti e tutte senza vergogna. Se gli autori
e le autrici di quei meravigliosi necrologi, grondanti compassione, avessero
condiviso un millesimo del pensiero di Francesco il mondo sarebbe ribaltato, ma
così non è. C’è stato anche chi si è messo a giocare con la cabala ricordando
Pio X e Pio XI sono morti a ridosso delle due guerre mondiali, agosto 1914 e
febbraio 1939. Per fortuna Bergoglio non ha scelto il nome di Pio che
evidentemente porta sfortuna. Questo è stato l’ultimo regalo fattoci da Papa
Bergoglio farci ridere di gusto accostando testi e autori e autrici. E anche di
rabbia. Comunque, dice l’adagio, morto un
papa se ne fa un altro e anche per il conclave,le grandi manovre sono
iniziate da tempo. Ci sarà da ridere.
Buona settimana e Buona fortuna.