Ciò che possiamo licenziare

sabato 30 maggio 2020

Tre storielle e la quarta vien da sè


Settimana ricca di fatti: l’Europa regala denari, Gasparri dà dell'asino a Boccia, le nuove lacrime della Bellanova Le sardine si pescano o non si pescano? Sala Beppe, nella parte del persico trota,  attacca Solinas Christian. Ancora una volta tocca dare ragione a Calenda Carlo. 

 Le sardine si pescano o non si pescano. Il futuro delle sardine
Questa che si sta chiudendo è stata settimana ricca di esilaranti fatti: l’Europa che regala denari salvo darli l’anno prossimo ed attendere il placet di tutti i ventisette paesi che compongono la UE, quindi cinque presidenti di regione che non vogliono l’election day, facendoci buttare un mare di denari e infine Gasparri che dà del somaro a Boccia. C’è di che scompisciarsi.  Tra questo ricco florilegio, che ce ne sono molte altre, ho scelto tre storielle e mezzo. Sul mezzo poi vi dirò.
Al dunque, non si può non partire con il post su facebook di Mattia Santori. Con questo abbiamo scoperto, come non averlo immaginato prima, che le Sardine si sciolgono. E perché? Per «dissidi interni, litigate per i post e paranoie complottiste»
. In altre parole si dimostra come questo movimento non abbia granché di originale: assomiglia al PD  di quando c’era Renzi o alla attuale maggioranza di governo ora che Renzi ha un partitino tutto suo. By the way, in tutti i peana elevati a questo movimento nessuno ha mai riflettuto sul fatto che le Sardine riempivano le piazze là dove le aveva già riempite Grillo. Che il Mattia Santori e la Jasmine Cristallo in quattro e quattr’otto fossero in grado di moltiplicare i pesci? Per i pani ci vuole un po’ più di tempo. Ma non dovremo aspettare visto che si sciolgono.
Vien poi il Christian Solinas, presidente della regione Sardegna, che pensando una cosa tutto sommato di buon senso la dice sbagliata: vuole che in Sa Sardinia, regione con pochi contagiati e ancor meno morti, ci vada in vacanza solo gente sana. Come dargli torto. Dopo di che si inventa passaporti e certificati e minchionate varie. Abbocca come un persico trota nientepopodimeno che il Sala Beppe. L’ex city manager di Letizia Moratti, vale la pena ricordarselo, si sente tirato in ballo e quindi risponde: "Me ne ricorderò quando dovrò decidere dove andare in vacanza". Per inciso, pare, pare, che il Beppe le vacanze le passi a Portofino. Ma pur di metter becco ….
Come terza esilarante storiella: nuove lacrime per la Bellanova. Come si ricorderà la Teresa Bellanova le prime le ha versate per gli invisibili che saranno visibili,  ma per soli sei mesi, giusto il tempo delle raccolte, poi chissà. Adesso la Teresa Bellanova ha l’opportunità di versarne ancora: perché il suo partitino nella commissione per le autorizzazione a procedere ha salvato Salvini, non presentandosi all’appello. Oddio non è che i tre voterelli renziani fossero determinanti, quando mai, ma è stato un segno di amicizia con il leghista. O no? E qui sì che la ex bracciante e poi sindacalista ha di che piangere. Poi, dato che non c’è due senza tre, ecco che il Fontana e il Gallera gli danno un’altra occasione bella, bella: la sua compagna di partitino, Patrizia Baffi, è stata eletta presidente della Commissione d’inchiesta Covid con i voti della    Lega e dei suoi alleati. La Commissione in questione ha un compito delicato: indagare  su come la Regione ha gestito la questione  Corona virus. Essere il controllore eletto dal controllato non è da tutti. La Baffi, nonostante la richiesta del suo partito, ha deciso di non dare le dimissioni. E anche qui la ex bracciante ed ex sindacalista ha di che piangere. Oh se ha di che piangere.
All’inizio dicevo che anche della mezza storiella esilarante, eccola: Calenda Carlo ha definito la risposta del Sala Beppe “puerile”. È la seconda volta che mi tocca dare ragione al Caleda Carlo. E la cosa è preoccupante.
Buona settimana e buona fotuna.

sabato 23 maggio 2020

FIAT Lux con colore.


La questione FIAT in poche righe. Tutto ciò che va bene per la FIAT va bene anche per l’Italia. La querelle vinta con l’Agenzia delle Entrate. Il favoloso dividendo. Arroganza, minacce e ricatti. Dover far conto su Calenda Carlo e Orlando Andrea.

 

Narra la vulgata torinese che uno dei tanti Giovanni Agnelli che hanno popolato la FIAT ebbe un giorno a dire: « Tutto ciò che va bene per la FIAT va bene anche per l’Italia». Pare crederlo anche un altro Giovanni, pure se all’anagrafe fa Johnny, e di cognome fa Elkan e non Agnelli,. A parte l’arroganza che è rimasta la stessa di sempre, il simil calembour  non era vero allora e non è vero neanche oggi. Anzi a ben vedere la FIAT e i suoi proprietari hanno avuto dall’italico Stato molto più di quanto questo non abbia ricevuto. Ne fa fede l’ultima querelle sulla valutazione dell’acquisto di Chrysler: il fisco chiedeva 2,1 miliardi e si accontenterà di incassare 730milioni. Neanche la metà. Che poi è tutto da vedere a che condizioni.  Ma tant’è. Praticamente quel che succede ad ogni comune contribuente preso di mira dall’Agenzia delle Entrate. E la storia dei vantaggi è ben lunga e parte da lontano: dallo spopolamento della forza lavoro del sud al contingentamento del solo il 30% fino agli anni ottanta, delle auto estere nel mercato italiano, e questo per citarne unicamente due. Adesso FIAT, che ha cambiato nome in FCA, chiede un prestito per 6,3miliardi, mentre si dà un dividendo di 5,5 miliardi, e già che c’è chiede allo Stato di fare da garante. In altre parole se a qualcuno in FCA stati balzasse l’uzzolo di non restituire il prestito interverrà lo Stato, cioè noi, i cittadini. E tutto ciò dopo aver trasportato la sede legale a Londra e quella fiscale in Olanda, che la cautela e il risparmio sono sempre ben presenti nella testa dei padroni.  A supporto della richiesta l’Elkan pensiero  recita, prosaicamente, in siffatto modo: “se avremo in prestito i 6,3milardi faremo finalmente l’investimento per 5miliardi che avevamo promesso in illo tempore”. Si parte con la blandizia cui si fa seguire il minaccioso bastone: “altrimenti  licenziamo, chiudiamo, delocalizziamo” e via con il solito armamentario. Sul primo punto c’è da domandarsi: se l’investimento è di 5 miliardi che se ne fanno del miliardo e trecento milioni in esubero? Nel secondo caso sarebbe tanto bello vedere la faccia dell’Elhan se qualcuno rispondesse, al ricatto semplicemente, con una sola parola: “fallo!” e si andasse a vedere il bluff.  Perché quelle belle minacce non son così facili da mettersi in pratica. E soprattutto non sono gratis. Alla fine il regalo garanzia è stato fatto. Ancora una volta s’è giocato sulla dictomia legalità-giustizia. E, al solito, vince la legalità. Siamo in uno stato di diritto d’altra parte, ma c’è comunque da chiedersi come mai le due parti non si sovrappongano neanche per sbaglio.  Ha vinto l’Elkan nonostante le tesi di Calenda Carlo e la richiesta dell’Orlando Andrea di far tornare la sede legale e fiscale in Italia. Che dover citare questi due come esempio una punta di gastrite la fa venire. Ma non c’è di meglio. 

Buona settimana e buona fortuna.

venerdì 15 maggio 2020

Calcio e Bellanova: lacrime di gioia e di tormento

I presidenti del calcio vogliono ripartire, gruppo Ultras Curva Nord dell’Inter dice no. Stadi aperti stadi chiusi e chissenefrega. La ministra Teresa Bellanova piange come la Fornero. Hanno qualcosa in comune.
Teresa Bellanova e Elsa Fornero ministre piangen

Oggi parliamo un po’ di calcio. Non per una particolare passione verso quello che qualcuno ha definito come “uno sport per gentiluomini giocato da selvaggi”, ma per l’inopinata convergenza di due fatti: ciò che ha detto il presidente del CONI e il comunicato stampa della Curva Nord dell’Inter. Il Malagò Giovanni, felice come una pasqua, ha dichiarato a Non è un paese per giovani, trasmissione di Rai Radio2, che il prossimo 13 giugno al 99% ripartirà il campionato di serie A. Gioiagaudioque. S’è dimenticato di spiegare come i ventidue Rodomonti che scenderanno in campo saranno immuni da qualsiasi contagio e che perciò stesso non dovranno rispettare la distanza fisica e neppure indossare la mascherina. Evvabbè, Nel paese dei misteri ci sta pure questo. Che tutto sommato è un misterucolo. A seguire, il Malagò ha anche detto che è un bene le Olimpiadi siano rimandate il più possibile. Perché: «Più si va avanti e più si ha certezza che tutto sarà fatto al meglio».  Nota bene le Olimpiadi sono per la grandissima parte fatte da discipline individuali in cui gli atleti gareggiano da soli, senza alcun contatto. Fanno eccezioni alcune tipologie di corse e gli sport di combattimento: lotta greco-romana, box. judo, karate ... Che nel ragionamento ci sia un baco di logica balza agli occhi, ma tant’è. Il fatto è che si deve dar retta ai presidenti delle squadre, quelli che, per intenderci, spendono decine, centinaia di milioni negli acquisti ed altrettanti negli ingaggi dei loro pupilli, ma che da due mesi piangono miseria neanche fossero parrucchieri, estetiste o stabilimenti balneari. Piangono quasi come quelli di Confindustria. Saranno mica gli stessi? Per caso … solo per caso.
Contemporaneamente, guarda un po’ cos’è un cigno nero, gli ultras della Curva Nord dell’Inter, per intenderci i tifosi che più tifosi non si può, quelli che fanno i cori, le scenografie, che agitano bandiere e tutto il restante corollario del tifo, se ne sono usciti con un comunicato stampa, magari un po’ lungo, ma puntuale.
Il titolo è “No alla ripartenza del campionato, adesso chiediamo silenzio e rispetto”.E già qui promette bene. Estrapolo alcune frasi: “E’ il momento del lutto e del silenzio. O almeno così dovrebbe essere. Milano piange i suoi morti.” Apppperò “Campionato sì, campionato no. Stadi pieni, stadi vuoti. Chissenefrega. Non può essere una diatriba e nemmeno un qualcosa su cui riflettere”. Tosti. E poi “ Come si fa solo a pensare che possa ripartire il calcio quando ormai è assodato che per lungo tempo dovremmo rispettare tutti delle regole ove il contatto fisico non è previsto?” E per finire “Il nostro tifo, le nostre grida d’Amore vanno a chi è in prima linea a difendere ogni singolo respiro degli ammalati. Il calcio va messo da parte”. Chissà che avranno da rispondere i bonzi del calcio e del CONI. Sul caso è intervenuto, come ti sbagli, anche il Renzi Matteo, ma non vale neanche la pena di parlarne.

Per fare la giornata meno amara ci sono state le lacrime della ministra Teresa Bellanova. La destra le ha subito paragonate a quelle della Fornero. Errore, come al solito. Quelle della Fornero sono state più copiose e in qualche modo più scenografiche, ma d’altra parte la Bellanova è una ex bracciante educata all’orgoglio proletario. E, si sa, i proletari non piangono come i piccolo borghesi. Così come s’è favoleggiato che la Fornero piangesse per i poveri pensionati che andava a massacrare. Nulla di più sbagliato. Così come la Bellanova non piange per i braccinti regolarizzati a tempo. Nel senso che la regolarizzazione vale giusto il tempo dei raccolti,  per sei mesi e poi … bah! Una cosa le due hanno però in comune: il loro è il pianto liberatorio del gregario che finalmente sale sul podio. Della cenerentola finalmente invitata a palazzo.

Buona settimana e buona fortuna.

venerdì 8 maggio 2020

Bravi Italiani, forse


All'estero stravedono per l'Italia. Non solo Ursula Van Der Leyen ci loda e si scusa, ma anche Der Spiegel lancia una campagna pro Belpaese. E la CNN e il New YorK Post e il Los Angeles Time apprezzano l'italica forza d'animo. E anche Sky Uk e la Francia. Il mondo va alla rovescja. Ma qui si cerca di tornare alla normalità.

Metropolitana a Milano. il distanziamento fisico funziona
Ma quanto sono bravi gli italiani, tutti gli italiani, il popolo degli italiani:. Disciplinati, ubbidienti, ligi, rispettosi, attenti. Oramai nei vocabolari non ci sono più aggettivi disponibili per gratificare l’italico popolo. E poi anche: vittime, ma non piagnoni, ma quando mai! Eppure sì, è così. Sembriamo svizzeri, ma che dico, tedeschi addirittura quasi olandesi. Se volessimo esagerare. Stupore ed emozione nel sentire queste soavi parole. Che le dica il Presidente del Conisiglio Conte ci sta: deve rafforzare l’autostima della nazione, indirettamente far intendere che è tutto merito suo e, magari, anche un pizzico di captatio benevolentiae, poiché del doman non c’è certezza. In fondo bisogna pur campare. Ma sentirselo dire dall’estero, beh questo non ha prezzo.
La Commissaria  Ursula  Van Der Leyen non fa che parlare bene dell’Italia in ogni suo intervento, mettendo in seria difficoltà i suoi ghostwriter che non sono abituati a questo esercizio di benevolenza. Addirittura è arrivata a scusarsi. Incredibile dictu. Così come, giusto per rimanere nei paraggi della Germania, Der Spiegel, il settimanale più autorevole, per intenderci quello della copertina con la P38 sul piatto di spaghetti e poi lo spaghetto a forma di cappio e averci accusato di ricattare l’Unione, alla fine, solo pochi giorni fa, ha iniziato una campagna pro-Italia. E se ci si fermasse qui si potrebbe dire che i tedeschi ci amano. Anche se di solito non ci rispettano. Ma assistere allo stesso film in Francia, dove addirittura si sono inventati Asterix per ribaltare la storia e far parere che i romani mai conquistarono la Gallia, o Sky UK che manda un servizio per dire che il Cutugno di Napoli è l’ospedale modello per eccellenza e vedere Macron ricopiare i nostri piani. Il mondo non c’è che dire va alla rovescia.  E poi Chris Cuomo ancorman di Cnn e Los Angels Time e New York Post e Daily News tutti a celebrare la forza d’animo degli italiani. Altro che pizza, mandolino e mafia. A questo punto se mi dicessero che la terra è piatta ci crederei. A riprova che quando si seguono le regole i frutti si colgono. Poi, ma all’estero non se ne sono accorti, per ora, ci sono i presidenti di regione che giocano a scherzi a parte, quelli che vogliono privatizzare i profitti e socializzare le perdite e le indagini sulle mascherine della Pivetti. Per dirne tre, Magari di questi ultimi potremmo farne a meno. E facciamolo.
Buona settimana e buona fotuna.