Ciò che possiamo licenziare

giovedì 26 gennaio 2012

Italia, Paese di santi, navigatori e poeti. Come Michel Martone





Michel Martone
Il 24 gennaio 2012 poteva essere un giorno normale per l'Italia: i taxisti si stavano agitando come anche i camionisti, pochissimi ha detto il potente ministro Passera, i caselli autostradali erano intasati, notai, farmacisti e avvocati avevano rimostranze contro il governo che li vuole liberalizzare, in alcuni supermercati della Sicilia scarseggiavano mele e pere, la benzina costava cara e qualche milione di famiglie cominciava il rito del fine mese: aumento della preoccupazione direttamente proporzionale alla riduzione dei soldi nel borsellino. La guardia di Finanza comunicava la scoperta di altri 7.000 evasori totali. Ma quanti sono? Prima o poi si esauriranno anche loro come i giacimenti del petrolio. Tutti, quasi tutti, erano preoccupati per il futuro. Insomma tutto regolare.
Lilli Gruber avrebbe avuto gli abituali ospiti, il solito Vittorio Feltri da bar, maleducato e arrogante come sempre e il solito Massimo Giannini a fare il sostenitore della rivoluzione impossibile.
Insomma, tutto ma proprio tutto, sembrava procedere nella più trita normalità.
Neanche un guizzo di creatività all'orizzonte. Quand'ecco che, a ciel sereno, spunta un Martone.
Michel, Martone.
Mica un Michele Martone qualunque bensì un Michel Martone. Pregasi pronunciare Michel alla francese, è nato a Nizza, eh. Mica bruscoli.
Giuseppe Ungaretti
Bene, Michel (pronunciato alla francese) in quella giornata di grande tranquillità ha deciso di dare una scossa al mondo intero rinverdendo i fasti della rima baciata e quindi così, come nemmeno Ungaretti nel suo Canto Beduino (1), o il più antico Ludovico Leporeo (2), ha messo in rima laureato con sfigato. Ato-ato.
Già, perché al di là di quello che ha detto, che voleva dire, che intendeva dire quello che stupisce è la rima: laureato-sfigato. Che poi ci sia un “non” davanti: non laureato-sfigato, quasi è irrilevante. E' proprio l'accostamento che ha fatto sobbalzare il mondo tutto: la laurea e la sfiga. Due mondi lontanni anni luce prima di Michel (alla francese) Martone.
Anche Feltri ne è stato scosso tanto che a Otto e mezzo per la prima volta si è comportato educatamente. Cosa da non credere. E si è rivolto alla Gruber chiamandola Lilli. Gulp.
Opera di Michel (alla francese) Martone.
“Ma come? - si saranno chiesto i più - con tutte le cose che fa, (date una scorsa al suo cv e vi verrà il mal di mare) (2) ha anche il tempo di mettersi a fare rime baciate?”
Che far rime baciate non è semplice. Provate a mettere insieme ario-ario.
Per esempio a far rima con sottosegretario che vi viene in mente? Non ce la fate, eh.
Sforzatevi, magari vi esce un: “sottosegretario grazie a Mario” oppure “sottosegretario bello come un lampadario” o anche “il sottosegretario va all'acquario” o un più naif “il sottosegretario non sa l'abecedario”, o forse “il sottosegretario non ha la paga d'un bancario”, azzardate anche un“il sottosegretario ha un bel campionario” nel senso delle fesserie, ma anche “il sottosegretario è fuori orario”, “il sottosegretario è un visionario”.....
Se poi volete, essercitatevi con la parola viceministro. Istro-istro non è così facile:, ci si avvicina troppo al potere.
Forse trovate un “il viceministro è fuori registro”oppure“il viceministro è un po' tristo” magari vi sconfinfera pure “il viceministro non è un sinistro”oppure “il dire del viceministro è salmistro”.
Ma andare avanti è difficile.
Il piccolo Michelino si è anche scusato sul suo sito punto org, ma questo è il caso in cui il tacon s'è pezo del buso.
Ha scritto che d'ora in avanti sarà più sobrio. Vuol dire che berrà meno? Non immaginavamo che bevesse. Comunque...
Certo i vecchi della gogliardia, quelli dei tempi miei, per intenderci, sarebbero stati più salaci e puntuti. Loro si esercitavano continuamente non come ora, che fatichiamo a far le rime.
Senz'altro sarebbero partiti dal cognome, cosa che a noi neanche viene in mente, ma allora facevano le cose con metodo.
Vi do un'ultima chance, guardate una foto di Michel (alla francese) Martone e provate a pensare qualcosa che faccia rima su one-one.
Magari qualcosa vi viene in mente: Michel Martone....




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(1) Ungaretti che è nato ad Alessandria d'Egitto si chiamava solo Giuseppe e ha scritto Canto Beuino che suona così:
Una donna s'alza e canta 
La segue il vento e l'incanta 
E sulla terra stende 
E il sogno vero la prende.
Questa terra è nuda
Questa donna è druda
Questo vento è forte
Questo sogno è morte.

(2) ) www.treccani.it/enciclopedia/ludovico-leporeo

sabato 21 gennaio 2012

Umberto Bossi: Ugolino o Saturno?



Il conte Ugolino - Diotti Giuseppe (1779-1846)
Chissà se Umberto Bossi nello scrivere, se lo si può considerare scrivere, l'articolo sulla defenestrazione di Reguzzoni dalla carica di capogruppo a Montecitorio ha pensato, e anche questo è un bel azzardo, ai versi:

Poscia che fummo al quarto venuti
Gaddo mi si gettò disteso a' piedi
e disse:”Padre mio ché non m'aiuti?”
Quivi morì; e come tu mi vedi,
vid'io cascar li tre ad uno ad uno
tra il quinto d' e'l sesto; ond'io mi diedi,
già cieco, a brancolar sopra ciascuno,
e due dì li chiamai, poi che fur morti
Poscia, più che il dolor poté il digiuno”
Quand'ebbe detto ciò, con gli occhi torti
riprese 'l teschio misero co' denti
che furo all'osso, come d'un can forti,” (1)

Oddio per farlo occorrerebbe avere qualche riferimento culturale e saper andare al di là del turpiloquio, dei gestaggi e delle pernacchie. Cosa che per il senatur, non a caso padre del trota, va al di là di ogni sua possibilità.
E già perché lo spernacchiatore di Cassano Magnago si è mangiato uno dei suoi figli più fedeli, pur di mantenere quella che lui, se si trattasse d'altri, chiamerebbe cadrega.
Il povero, innocente, tenero e fideisticamente fanatico Reguzzoni Marco senz'altro avrà guardato il suo idolo vivente, il capo che non sbaglia mai, con la stessa espressione che hanno i cani quando i padroni li sgridano innocenti e avrà mormorato “padre mio ché non m'aiuti?”
Saturno - Francisco Goya
Naturalmente non in questo modo che anche qui ci vorrebbe un minimo di cultura. L'avrà fatto alla moda padana boffonchiando suoni gutturali incomprensibili ai più.
Ma il capo, che Stalin o Gheddafi, un gruppo di fedelissimi così sdraito sulla linea se lo sognavano di notte, non aiuta e anzi defenestra senza nemmono citare il defenestrato e designa il nuovo con la tipica eleganza: “Dozzo è uno che è nella Lega da tanti anni” (2) Bello stomaco, complimenti.
Reguzzoni è solo il primo, poi alla bisogna seguiranno Rosy Mauro, la badante che per un giorno abbiamo avuto come Capo dello Stato essendo Napolitano e Schifani all'estero ma appena l'hanno saputo sono rientrati di corsa,, e Marco Desiderati e Francesco Belsito. Quest'ultimo oltre ad un cognome particolarmente evocativo è anche il tesoriere, guarda il caso,, della Lega Nord. E poi da mangiarsi, sempre per mantenere il posto, al flatulente non rimarrà che Renzo-il-trota e infine la moglie Manuela, la vera padrona del partito. Che se questo è il cerchio magico chissà come sono fatti gli altri.
In realtà lo spernacchiatore avrebbe dovuto rifarsi non a Ugolino ma Saturno che aveva ben motivo di mangiarsi i suoi figli poiché gli era stato prefetizzato che uno di questi avrebbe preso il suo posto. Ma anche qui qualche lettura sarebbe stata necessaria.
Il figlio che ha intenzione di detronizzarlo, neanche a dirlo, è Roberto Maroni che come tutti i congiurati esterna/esternerà fino all'ultimo la sua fedeltà al capo mentre in contemporanea affilerà lo stiletto.
Non che nel cambio il Paese ne possa trarre vantaggio: si passerà dal ruspante, demagogico e, sopratutto, affamato Masaniello all' acqua cheta che più demoscristiana non si può.
Questa è la seconda volta di Maroni, ci ha già provato nel 1994 (3), allora non andò ma anni sono passati e il capo non è più lo stesso. A cominciare dalla pettinatura.



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(1) Inferno XXXIII, 67-78
(2) Padanio 21 gennaio 2012

lunedì 16 gennaio 2012

Giuliano Ferrara: innamorato pazzo.

Nel 1981 Castellano e Pipolo curarono la regia, ma anche il soggetto e la sceneggiatura, di un filmino leggero leggero dal banalotto titolo di “innamorato pazzo”. Per poter aspirare a un qualche successo arruolarono Adriano Celentano e Ornella Muti.
Nel film Adriano è follemente innamorato di Ornella e per lei fa pazzie come andare in giro con un bizzarro costume da bagno, lanciarsi in iperbolici tuffi(1) e già che c'è straparla dicendo cose del tipo: “ … No, ma il ragionamento tante volte mi coinvolge anche in cose che non dovrei sapere, e così ragionando scopro che capisco meglio di quelli che ne sanno di più, che però in questo caso ne saprebbero meno, in quanto io ne so il doppio.”
Il nome del personaggio è Barnaba Cecchini.
A poco più di trent'anni di distanza Giuliano apostata Ferrara ha deciso di imitare Barnaba Cecchini. Strafacendo e straparlando.
Già una volta, ballando, s'è messo in mutande, per fortuna nostra, solo metaforicamente, altre volte ha straragionando parlando del suo incommensurabile “amore”.Certo il suo amore non ha le chiome fluenti di Ornella Muti e neppure le sue lunghe gambe e neppure gli occhi azzurri e neppure tutto il resto. Anzi a ben guardarlo l'amore di Giuliano apostata Ferrara è piuttosto bruttarello: bassino, orecchie enormi, gran nasone, bocca sproporzionata, capelli trapiantati e soprattutto si chiama Silvio Berlusconi.
D'accordo che nessuno è perfetto ma qui si esagera un tantinello.
L'ultima prova del suo folle innamoramento Giuliano l'ha dimostrata due giorni fa (2) su “il foglio”, quotidiano che ha la tiratura di un giornaletto parrocchiale e un numero di lettori pari a quello di chi legge gli ingredienti, la composizione e le calorie della cedrata ma, in compenso, sovvenzionamenti statali che superano i tre, diconsi tre, milioni di euro l'anno. (3)
Nell'articolo di fondo, firmato con la sagoma di un elefantino colorato di rosso, probabilmente in omaggio alla familiare tradizione comunista (4), l'amato bene è stato fatto segno di parole infuocate. E, come accade agli innamorati, senza senso.
Già il titolo la dice lunga: “Il cavaliere torni a stupire l'Italia”. Ma come? Non ci ha già stupiti e in taluni casi addirittura instupiditi, abbastanza?
Nei quasi vent'anni, non ha saputo battere neanche questo record a cui teneva tanto, non è stato capace di mantenere una, che sia una, promessa che avesse un qualche vago senso per il paese. Se si scorre il contratto con gli italiani, quello firmato da Bruno scalda-lato-b Vespa, c'è da rimanere a bocca aperta tra il velleitarismo delle affermazioni e la pochezza del realizzato.
Ma dato che gli innamorati non hanno freni inibitori voilà il giulianone lanciarsi a scrivere: “Ecco che Berlusconi qualcosa potrebbe fare in una situazione come questa: non la minaccia di staccare la spina ma far correre una ventata di energia politica nuova, decisiva, necessaria”
Sbalordimento: ma se tutta la sua energia politica nuova è consistita nel fare cu-cù alla canceliera Merkel e nell'esercitarsi in elaborate prestazioni in quel dell'olgettina, che altro potrebbe immaginare?
E quindi l'amoroso prosegue con un “... (Berlusconi dovrebbe) dare un orizzonte alla politica democratica: parlare, dire la verità ...” Ma se il cavaliere, con qualche macchia e probabilmente anche qualche paura, dicesse la verità, ve l'immaginate voi dove lo si troverebbe?
E poiché le fesserie degli innamorati sono come le ciliege e vanno due a due eccone un altro paio: step 1: “(Berlusconi dovrebbe) impegnarsi per un patto di riforma seria del sistema sollecitarlo e costruire un orizzonte credibile e responsabile per la ripresa e il rilancio della democrazia offuscata.” Ma chi? Lui, l'autore dell'editto bulgaro contro Biagi, Luttazzi e Santoro vederlo nelle vesti del rilanciatore credibile (sì credibile) e resposnsabile (sì responsabile) della democrazia offuscata proprio non ce lo vediamo. E se qualcuno di voi se lo immagina merita l'oscar dell'allucinazione a secco.
Step 2: “Può diventare il padre nobile e forte di una nuova e definitiva stabilizzazione proporre lui una fase di coesione nazionale e praticarla in nome di riforme di sistema e di un progetto per il futuro”. Questa è veramente sublime .
Immaginare Berlusconi nelle vesti di padre nobile sarebbe come vedere Tex Willer bere una birra con Mefisto o Eva Kent che tradisce Diabolik con l'ispettore Ginko. Inimmagibabile.
Per l'appunto.
Eccetto che per un innamorato pazzo.

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(1) per chi volesse vedere il film http://www.youtube.com/watch?v=15I0OqCAmT8
(2) Il foglio 15 gennaio 2012
(4) Giuliano è figlio di Maurizio Ferrara storico direttore dell'Unità e parlamentare comunista, la madre, Marcella De Francesco, fu partigiana gappista e segretaria gappista di Palmiro Togliatti

domenica 15 gennaio 2012

Bossi-Maroni: sfida (semiseria) tra Titani

Già a guardare Bossi e Maroni quando sono vicini si capisce che di serio c'è veramente poco.
Uno, nonostante gli anni e la pettinatura che sembra phonata da un elefante dalla cattiva digestione, ha l'aria del guascone pataccaro di periferia l'altro invece ha le movenze e le caratteristiche del pigliamosche di palude.
Il pigliamosche di palude appartiene al regno Animalia, al phylum Chordata, alla classe Aves, all'ordine Passeriformes, alla famiglia Muscicapidae, in altre parole è un passero canterino.
L'uccello in questione ha dimensioni medio piccole, guarda il caso, i maschi hanno piumaggio colorato spesso rossiccio, e anche qui ci andiamo vicini, inoltre sono ottimi uccelli canori e qui siamo all'apoteosi del nostro, che per quasi trent'anni non ha fatto altro che cantare e ricantare le canzoni scritte dal guascone. Anche le più sguaiate. Sopratutto le più sguaiate.

Il guascone ha delle fisse tutte sue a partire da quelle che hanno a che fare con la trivialità sessista e quindi ha inventato la teoria del celodurismo, passando attraverso le corna del varietà, e poi in età senile esercitarsi al turpiloquio e quindi ai gestacci e ai rutti. Mancano le flatulenze ma senz'altro ci sta studiando. Ama i calambour, in modo inconsapevole ovviamente infatti è presumibile che neanche conosca il significato della parola, e quindi si diletta con la teoria del nomen omen e dunque giustamente mettendo in fila tutte le sue fissazioni, si sceglie un delfino dall'emblematico nome di maroni. Ohibò.
E il pigliamosche di palude, sempre lì, a bocca aperta a cantare e ricantare e ad ingoiare mosche, che a occhio e croce non dev'essere proprio un bel mangiare visto quello di cui queste son ghiotte.
E così Roberto Maroni, il pigliamosche di palude si ribella. Ogni tanto.
Oddio non è che quella di questi giorni sia la prima volta.
L'aveva già fatto nel 1994 quando voleva, contro l'idea del guascone, a tutti i costi rimanere con Berlusconi e infatti dichiarava "Senza Forza Italia si perderebbe la centralita' del polo liberaldemocratico, non si puo' fare un governo che non abbia anche il loro sostegno, si tradirebbero gli elettori” (1) E già allora pensava che il guascone celodurista dovesse lasciar campo libero ai Maroni togliendosi, per l'appunto, dai suddetti.

I pigliamosche di palude sono sì dei mangiatori di mosche ma non brillano certo per decisionismo e coraggio e quindi anche allora il nostro iniziò a impratichirsi in quella che sarebbe stata una delle sue attività preferite: il lancio del penultimatum. Con grande goduria dei giornalisti che poterono felicemente divertirsi con le sue prese di posizione.
Infatti mentre si avviava quel primo tentativo di defenestrazione di Bossi e mentre Luigi Negri e tutti gli altri maroniani decidevano di uscire dalla Lega Gianna Fragonara poteva ironizzare scrivendo:  Roberto Maroni, l' ultimo dei maroniani, che fa?”  Nulla è la risposta. Nulla naturalmente.
Dopo aver fomentato la rivolta e la scissione decise infatti di restare. E le mosche ripresero a soffrire .
E i suoi penultimatum continuarono a fioccare ma poi si squagliavano come neve al sole della magica frase: “Bossi è il capo. Quello che lui decide va bene.” E intanto giù ad acchiappare mosche.
In questi giorni pare che la storia si ripeta.

Questa volta è il guascone celodurista Bossi che vuole rimanere con Berlusconi mentre il pigliamosche Maroni vuole mani libere e  ritornare alle origini della Lega.
E per far questo si è scoperto una nuova vocazione: quella per la legalità. Lui proprio lui che ha votato a favore di Milanese e, la prima volta, anche per Cosentino e che è stato favorevole a tutte le forme di processo che facessero comodo a poer nano Berlusconi e via discorrendo.
Forse bisognerebbe spiegargli che “rifarsi una verginità” è una frase retorica e che quando è persa è persa per sempre. Chiedere conferma all'esperto celodurista.
E' di ieri il divieto sancito dal guarscone ai comizi del pigliamosche.

Maroni risponde che si sente di vomitare. Già ma non si è sentito di vomitare per quanto successo a Stefano Cucchi o per i migranti finiti annegati nel canale di Sicilia o per il fallimento di CrediEuronord (la banca della Lega) e i suoi 2.700 soci che hanno perso tutto o per le quote latte o per i doppi incarichi o per … 
Quanto sarebbe lungo l'elenco delle cose fatte o non fatte per cui il pigliamosche avrebbe potuto vomitare con più merito.
Comunque, come volevasi dimostrare, tutto è rientrato tra il guascone Bossi e il pigliamosche di palude Maroni che dichiara “abbiamo chiarito tutto”. (3)
E la sfida, sempre meno seria, tra questi due titani continua. Che noia. 

PS. i Titani, informati in tempo reale da qualche servizio straniero di questo mio pezzo, mi hanno diffidato dall'accostarli al guascone ed al pigliamosche di palude. Per il futuro. Per questa volta anche noi abbiamo chiarito e me la fanno passare liscia. Grazie Titani.

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(1) Corsera 28-12-1994, “ La Lega vuole il governo del presidente”, di Gianna Fregonara
(2) Corsera 18 -01-1995 “ I dissidenti della Lega pronti ad andar via”
(3) www.corriere.it 14 gennaio 2012 - Lega, Bossi “nessun veto a Maroni”. L'ex ministro “Abbiamo chiarito”





mercoledì 11 gennaio 2012

Presto ci sarà un nuovo povero in circolazione: Sergio Marchionne

La parabola di Sergio Marchionne oramai volge alla fine. In modo chiaro ed inequivocabile John Elkan e gli altri cento-e-briscola componenti della famiglia gli hanno chiaramente dato il benservito, tra quattro anni dovrà mollare. Cose che capitano ai precari
Quattro anni sono veloci a passare specialmente quando si veleggia verso i 60 anni e le possibilità di reimpiego si riducono al minimo. Oltretutto questi quattro anni non gli consentiranno neppure di raggiungere i 65 anni d'età nè i 40 di contributi versati. Un vero disastro.
“Nessuno ha capito la mia disperazione” ci ha dichiarato Marcionne, come lo chiamano gli americani, raggiunto telefonicamente a Detroit.”Sono un precario e il fatto che dovrò andarmene ne è la prova lampante.”
Al solito maglioncino blu, che è sempre lo stesso da quando lo intervistammo il 13 novembre del 2010 (http://www.ilvicarioimperiale.blogspot.com/2010/11/esclusivo-intervista-sergio-marchionne.html ) ha aggiunto una sciarpetta di lana grezza comprata su internet, la barba di 10 giorni fa e, dicono quelli che gli sono stati più vicino, la doccia di una ventina di giorni addietro. L'apoteosi del trasandato.
“La sciarpa mi è costata solo pochi dollari” ha puntualizzato “ e poi ho visto che quasi tutti gli homeless ce l'hanno e sono anche tutti barbuti. Tra breve anch'io sarò come loro. E poi la barba è un segno di rottura con il sistema. Mi ricordo di aver visto le foto di un rivoluzionario argentino, mi pare si chiamasse Che qualcosa, mi è piaciuta e quindi ... dai con la  barba. – e poi quasi singhiozzando ha aggiunto - Tutta colpa della FIOM e della Ministro Fornero che mi ha chiesto di vedere il piano industriale di Fabbrica Italia.”
Sembra infatti che sia stato Landini a fare la spia alla Ministro informandola sulla inesistenza del piano.
“Altro che lanciare gatti morti dentro la mia Audi come dice Crozza. Questo è stato un bruttissimo scherzo.”
Johnny Elkan che fino a pochi giorni fa era convinto dell'esistenza del piano si è fatto ancor più diafano e magro, pare abbia perso diversi chili, e anche Leone ed Oceano i suoi due pargoli, hanno passato giornate di cattivo umore. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
“ Non ne potevo più di lui – ha confidato John Elkan agli amici – e poi vedere funghi e licheni crescergli sul maglione, sulla schiena e sotto le ascelle, era insopportabile”
“Non è un nuovo look” ha protestato Marcionne “ mi sto solo allenando per essere pronto per quando sarò un povero disoccupato. Tutti sanno che programmo con anticipo ogni step.della mia vita. Possibile che nessuno mi capisca. Non mi rado per avere più tempo per scorrere gli annunci di ricerca del personale.”
Pare che abbia già acquistato un long caravan, negli States i disoccupati sono più evoluti dei nostri e non amano le tende, che tra l'altro fanno umido, durante i presidi ai cancelli delle fabbriche.
Voci non controllate dicono di un suo contatto sia con Silvio poer nano Berlusconi per avere informazioni sulla vita da disoccupato sia con Carcarlo Pravettoni per avviare una nuova attività. Si dice che intendano aprire una società di consulenza nell'ambito delle Human Resource." Entrambi hanno esperienza da vendere" assicurano dalle parti di Pomigliano e del Lingotto.
“Non so neppure se potrò rimanere negli USA. Da queste parti le leggi sui migranti poveri sono molto severe. Se dovessi essere espulso chiederò di poter tornare in Italia. Magari spotrei occuparmi della rifondazione dei disoccupati organizzati. Chissà se D'Alema e Fassino mi daranno una mano, Durante i referendum alla FIAT erano entusiasti della mia mozione.”
“Attento a quei due, non sono molto affidabili. Specialmente quando si tratta di stare dalla parte dei precari e dei disoccupati.” abbiamo suggerito timidamente
“Si, è vero ma io sono sempre stato un socialdemocratico. Saragattiano (1) naturalmente.”

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(1) Saragattiani, così erano detti i sostenitori di Giuseppe Saragat, leader, nel secondo dopo guerra dello psdi, partito socialdemocratico italiano.

venerdì 6 gennaio 2012

La risposta scritta del Primo Ministro Senatore Mario Monti

Di seguito la risposta scritta Del Primo Ministro Senatore Mario Monti all'interrogazione presentata dal Senatore Roberto Calderoli della Lega Nord 



Il Presidente del Consiglio ha appreso da fonti di
stampa che il Senatore Roberto Calderoli avrebbe presentato in data odierna un’interrogazione a risposta scritta con la quale chiede di dar conto delle modalità di svolgimento della cena del 31 dicembre 2011 del medesimo Presidente del Consiglio. Il Presidente Monti precisa che non c’è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l’appartamento, residenza di servizio del Presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20.00 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1° gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell’appartamento suddetto, nonché quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni.Tutti gli invitati alla cena, che hanno trascorso a Roma il periodo dal 27 dicembre al 2 gennaio, risiedevano all’Hotel Nazionale, ovviamente a loro spese. Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l’interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di Presidente del Consiglio e di Ministro dell’economia e delle finanze.
Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie).La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale. Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.Nel dare risposta al Senatore Calderoli, il Presidente Monti esprime la propria gratitudine per la richiesta di chiarimenti, poiché anche a suo parere sarebbe “inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici”. Come risulta dalle circostanze di fatto sopra indicate, non si è trattato di “una festa” organizzata “utilizzando strutture e personale pubblici”. D’altronde il Presidente Monti evita accuratamente di utilizzare mezzi dello Stato se non per ragioni strettame nte legate all’esercizio delle sue funzioni, quali gli incontri con rappresentanti istituzionali o con membri di governo stranieri. Pertanto, il Presidente, per raggiungere il proprio domicilio a Milano, utilizza il treno, a meno che non siano previsti la partenza o l’arrivo a Milano da un viaggio ufficiale.

giovedì 5 gennaio 2012

Roberto Calderoli è fonte di inesauribili esileranti sorprese. Grazie.

Roberto Calderoli è quello con la faccia rossa.
 L'altro è il Primo Ministro Mario Monti
Ebbene sì, questa volta dobbiamo proprio ringraziare il senatore Roberto Calderoli per quanto sta facendo per il Paese. Infatti in piena crisi con i suoi comportamenti cerca disperatamente di tenerci allegri e divertiti. Prima ha provato in senato con gli striscioni poi con i fischietti. Ma eravamo distratti dall'altalena dello spread e non abbiamo riso. Poi ieri si è riesibito con l'interrogazione sul capodanno del Primo Ministro Mario Monti. E questa una volta ce l'ha fatta. Grazie senatore.
Stiamo ancora ridendo.
Dal senatore ci si può aspettare di tutto. Quel suo faccione perennemente rosso fuoco, chissà cosa usa per mantenerlo sempre in temperatura, è solo il primo indizio delle sue capacità di destare il buon umore. Dove trovate un altro che appena varata una legge da lui principalmente elaborata e presentata la definisca una porcata (1). Neanche Mel Brooks.
“Ha un tempismo ed un senso del ritmo umoristico che Francis, il mulo parlante, cercava disperatamente di ottenere senza mai raggiungere appieno” ci ha confessato il portavoce della Universal Studios che ambienti ben informati dicono in partenza per Berghem con un contratto da far invidia a Lessie.
Sappiamo che anche Cita (Ceeta in inglese) la scimmia di Tarzan, seguiva con interesse i suoi interventi ai raduni leghisti e li trovava esileranti. Da noi interpellata telefonicamente così ci ha confermato Debbie Cobb, la direttrice del Suncoast Primate Sanctuary di Palm Harbor, il centro dove Cita viveva, Pare inoltre che Cita avesse più volte espresso il desiderio di avere Calderoli come compagno di stanza. Era convinta che avrebbero formato una coppia eccezionalmente spassosa, altro che DeSica e Boldi o i fratelli Marx, in grado di superare i successi ottenuti con Johnny Weissmuller. “Con lui sarebbe tornata al cinema – ha chiosato Debbie Cobb – e già i fratelli Cohen stavano lavorando ad un soggetto ambientato in un posto esotico di nome Peidanìa.”
Cita nella sua ultima intervista pare abbia lamentato di non aver mai potuto recitare con lui e che abbia detto testualmente “altro che Johnny capace solo di tuffarsi e lottare con i coccodrilli. Robert sa anche galleggiare. Anzi galleggia sempre e con classe, come solo i migliori tra i materiali umani sanno fare. E poi quel suo colorito in technicolor sarebbe stato uno schianto.”
Ma le sorprese per la nostra ilarità non finiscono qui. Con questa sua interrogazione sul capodanno della famiglia Monti è andato oltre. Anzi diremmo quasi più oltre.
Innanzi tutto gli è scappato di dimostrarci che è uomo di lettere, cosa che aveva disperatamente cercato di nascondere a dispetto della sua laurea con 110 e lode. Infatti, con la richiesta di avere la risposta alla sua interrogazione per iscritto, ha chiaramente denunciato la sua capacità di saper leggere e scrivere, cosa stupefacente per i più e che senz'altro lo farà guardare con sospetto da molti del suo partito. Finora si era camuffato dietro l'emissione di suoni gutturali dall'incerta interpretazione, ma si sa che per la felicità del pubblico si possono correre rischi.
Quando il suo leader, Umberto lo spernacchiante, se ne è uscito con la frase nomen omen ha guardato Maroni e il suo incarnato è cresciuto di almeno otto tonalità di rosso. E per scaricare l'adrenalina ha innocentemente titillato le orecchie del suo vicino di palco. E' un vero goliarda.
Gettando un'occhiata distratta alle risposta scritta del Primo Ministro Monti che elencava i negozi nei quali la Signora Elsa ha fatto la spesa, i partecipanti alla cena ed il menù ci immaginiamo di sentirlo mormorare: “ Per uno come me che ha creduto che Ruby fosse la nipote di Mubarak e che le olgettine fossero una nuova congregazione di suore laiche o che escort fosse il rilancio di un vecchio modello della Ford o che la calendariologia fosse la giusta facoltà universitaria per diventare ministre, o che da vent'anni si beve la cerimonia dell'ampolla è impossibile credere a banali spiegazioni come quelle presentate da Mario Monti.”
Roberto Calderoli è come la Regina Bianca di Wonderland: quando è allenato sa credere a sei cose impossibili anche prima di pranzo.(2)
E quindi come si conviene ai grandi che sanno chiudere con il vero colpo di teatro ecco la battuta finale: Io non sono un moralista e Berlusconi le sue feste le faceva a palazzo Grazioli o ad Arcore, ovvero nelle sue residenze private, e che le sue feste le è sempre pagate di persona e quindi devo ritenere che Berlusconi dia lezioni di morale anche al presidente Monti ...”. (3)
In effetti Cita aveva ragione. Che coppia sarebbero stati.

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(1) 15 marzo 2006 alla trasmissione televisiva Matrix)
(2) Alice nel Paese delle Meraviglie                                                                                                                                            (3) http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_04/calderoli-party-privato-palazzo-chigi-dimissioni-monti_a910f594-36f2-11e1-9e16-04ae59d99677.shtml?fr=box_primopiano

mercoledì 4 gennaio 2012

Giovannini (presidente Istat) e i suoi amici della Commissione non sanno far di conto.

Eh sì, cari lettori, avete letto bene.
Enrico Giovannini - Presidente Istat
L'esimio prof. Enrico Giovannini è scarsino sulle regole basilari e fondamentali della matematica. Probabilmente per questo motivo è presidente dell'Istat ( Istituto nazionale di statistica) nonché ordinario di Statistica economica alla Facoltà di Economia dell'Università di Roma “Tor Vergata”. Chissà mai come potrà insegnare quello che non conosce.
Si evidenzia questa grave lacuna dall'agile rapportino che la commissione da lui presieduta ha presentato lo scorso 2 gennaio dall'emblematico titolo “Attività e risultati della Commissione sul livellamento retributivo Italia-Europa”.(1)
Già il titolo è di per sé un vero esempio di confusione programmata: da un lato non si dice chi siano coloro che saranno sottoposti a studio e ad eventuale livellamento retributivo mentre contemporaneamente si fa intendere che il rapportino porterà a dei risultati. Errore.
Per non tenervi sulle spine disvelerò che questa commissione è stata costituita durante gli ultimi mesi del governo di poer nano Berlusconi (2) per appurare se gli emolumenti degli italici deputati siano in linea con quanto percepito dagli omologhi europei
In quanto a risultati, come potete immaginare, neppure l'ombra e dire che i dati raccolti dalla Commissione sono lampanti. Li capirebbe anche lo zio, quello non molto sveglio per intenderci, del sindacalista Raffaele Bonanni.
Per non correre rischi, fin da pagina 3, si dichiara che “Il lavoro della Commissione è subito apparso estremamente complesso per molteplici ragioni”(3) . Quindi ancor prima di iniziare, secondo la miglior tradizione, si mettono le mani avanti.
Questo concetto di estrema difficolà viene poi ribadito nelle pagine 4, 5, 8 e seguenti fino a pagina 19 dove il rapporto vero e proprio termina. Con un nulla di fatto. Ovviamente.
Il rapportino è proprio ino-ino infatti, inclusa la copertina consta di 19 paginette (non tutte scritte per fortuna) e di altre 18 pagine di allegati del tutto ininfluenti che vanno dal decreto legge di istituzione della Commissione alla costituzione della Commissione al bla-bla-bla-bla.
Vi starete senz'altro domandando: “ma da chi è composta questa commisasione?” La risposta è: da illustri personalità
Oltre a Enrico Giovannini, di cui s'è detto, siedono da altri 5 eminenti professori che, per pura pedanteria e per dar loro l'ebrezza della meritata notorietà, di seguito cito come da rapporto ufficiale:
o Dott. Roberto Barcellan, rappresentante dell’Eurostat;
o Prof. Avv. Alfonso Celotto, ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di
Giurisprudenza dell'Università degli studi "Roma tre" - esperto nominato dal
Ministro dell'economia e delle finanze;
o Prof. Ugo Trivellato, ordinario emerito di Statistica economica nella Facoltà diScienze Statistiche dell’Università di Padova;
o Prof. Giovanni Valotti, ordinario di Economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche dell’Università Bocconi di Milano;
o Prof. Avv. Alberto Zito, ordinario di Diritto amministrativo nella Facoltà di Giurisprudenza dell' Università degli Studi di Teramo.3
Per onor di cronaca ricordo che la Commissione si è riunita ben 5 volte in 5 mesi. Quindi un vero tour de force, ritmi che neanche Marchionne, che lavora 85 ore al giorno (4) avrebbe potuto sostenere.
Lavoro duro, molto duro, sopratutto per capire il mandato normativo e le problematiche interpretative:
1 ) individuazione dei paesi sui quali calcolare i valori di riferimento;
2 ) definizione del perimetro degli enti da considerare;
3 ) individuazione degli enti “omologhi” negli altri paesi;
4 ) individuazione del perimetro della dirigenza pubblica da considerare;
5 ) definizione del concetto di retribuzione (e del “costo” complessivo) al quale fare
riferimento;
6 ) definizione della procedura da seguire per raccogliere i dati necessari al calcolo delle medie
retributive;
7 ) raccolta dei dati attraverso i canali diplomatici;
8 ) analisi dei dati ricevuti, ulteriori approfondimenti e calcolo dei valori di riferimento.
Dove emergono parole chiave come "valori di riferimento, perimetro, definizione del concetto di retribuzione, definizione della procedura da seguire, raccolta dei dati attraverso i canali diplomatici;
e analisi dei dati ricevuti, ulteriori approfondimenti". 
Concetti difficili da capire.
Lavoro duro, lavoro duro. Non c'è che dire.
Comunque tutti e sei questi illustri hanno partorito formule assolutamente astruse del tipo:

VRt = [(VGt * PILGt) + (VFt * PILFt) + (VSt * PILSt) + (VBt * PILBt) + (VOt * PILOt) + (VAt * PILAt)]
______________________________________________________________
PILGt + PILFt + PILSt + PILBt + PILOt + PILAt

oppure


ROCi = RLi + (OSi  pOSLIT ) = CLi – (OSi  pOSDIT)

o ancora


CL = RL + OS = RL + OSL + OS

Formule che Eta Beta mai si sarebbe mai sognato di partorire. Neanche dopo un'indigestione di naftalina. Il suo cibo preferito.
Invece loro, paft, l'hanno fatto così, senza alcuno sforzo. E neanche l'aiutino di due gocce di Gutalax. 
Da non crederci. Vero?
E poiché di norma chi non sa montare una canadese di solito progetta cattedrali ecco che i nostri chiedono più tempo ed approfondimenti di analisi.
In realtà la questione è assai semplice, a prova di zio Bonanni, basta buttare un occhio alla prima riga della tabella che si trova a pagina 16, che semplicemente recita gli importi lordi mensili:
ITALIA = 11.283,3
FRANCIA = 7.100,2
GERMANIA = 7.668,0
SPAGNA = 2.813,9
PAESI BASSI = 8.503,9
BELGIO = 7.374,0
AUSTRIA = 8.160,0
E' evidente che i nostri guadagnano di più. Bravo zio!
Peraltro la deputata Marina Sereni, vice presidente vicario dei deputati PD (ahinoi), con un'improvvida lettera (5), che la dice lunga sul suo acume politico, fornì il destro per dimostrare quanto di netto portino a casa questi cristallini campioni della democrazia.
Un suggerimento per i sei professoroni: che ne direste di dedicare la prossima sessione della commissione al ripasso di regolette come il minimo comun denominatore (m.c.d.) e il Massimo Comune Divisore (M.C.D.)? (6)
Così, senza parere, se non proprio un bagno di umiltà almeno un pediluvio, di umiltà. E magari anche di buon senso.

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(2) La Commissione è stata istituita il 28 luglio 2011
(3) quanto è in corsivo è direttamente tratto dal rapporto depositato