Ciò che possiamo licenziare

venerdì 30 marzo 2012

I politici sono tutti uguali. Ma forse anche sì.

Dicono che non sono tutti uguali. Ma forse invece anche sì. Proprio uguali.
Una delle affermazioni che irrita maggiormente gli eletti nostri rappresentanti è: “sono tutti uguali”.
Pierferdinando Casini (1)
“ No, non siamo tutti uguali,sostengono indignati. Forse – e sottolineano con forza forse – tra noi qualche mela marcia c’è. Ma dove non ce ne sono? Ma sono poche, pochissime, quasi nulla.”
A parte il fatto che qui non si tratta di mele ma di rappresentanti del popolo forse qualche cosa ci sarebbe da dire.
La vulgata popolare, vox populi vox dei,  al “sono tutti uguali” aggiunge a mò di spiegazione espressioni colorite le cui più timide si possono riassumere con “perché si fanno i fatti loro”, “perché sono ladri”, “perché sono alla ricerca costante di privilegi”, “perché non sanno cosa vuol dire fare sacrifici” …                                         E si potrebbe continuare.
Luciano tristezza Violante (2)
E’ ovvio che non sono tutti uguali,  ci sono gli uomini e le donne (e da ora in avanti per comodità userò il maschile non nell’accezione di genere ma in quella cumulativa), ci sono quelli di centro-destra e quelli di centro-sinistra, ci sono quelli educati e ci sono i leghisti,  ci sono quelli bassi e quelli alti, quelli pelati e quelli brizzolati, quelli che vestono elegante e quelli no, quelli che hanno dimestichezza con l’italiano e quelli no, quelli che una volta avevano le mani pulite e quelli che neanche allora, quelli inquisiti e quelli no, quelli condannati e quelli no, quelli che hanno creduto e magari ci credono ancora alle favole e quelli no, quelli che hanno pagato per essere in lista e quelli no, quelli che sanno quello che votano e quelli no, quelli che hanno una barca e quelli no, quelli che hanno una tenuta e quelli no, quelli che vanno in vacanza e non saldano il conto e quelli no, quelli che fuori di lì hanno un lavoro e quelli no, quelli che pagano i portaborse e quelli no,  quelli che hanno diritto alla diaria e quelli no, quelli che sono ancora vergini e quelli no, quelli che … e quelli no. Quelli che sanno cosa vuol dire fare sacrifici e quelli no.
A proposito di quelli che sanno cosa vuol dire fare sacrifici: chi sono? E come fanno a riconoscere un sacrificio? E magari anche un privilegio?
Fausto cachemire Bertinotti (3)
Già perché nessuno tra gli eletti, soprattutto tra quelli del centro-sinistra e della sinistra, perché tanto dagli altri neanche me l’aspetto, si era accorto che ai ristoranti di Camera e Senato, dove si pranzava e cenava con classe, i conti erano da mensa metalmeccanica. Dove pranzaxa la senatrice Finocchiaro? E nessuno si è chiesto perché ricevendo oltre 3000€ mese per i portaborse questi vengono pagati1600€/mese lordi, si veda l’on. Marina Sereni (4). E che dire dell’on. Veltroni, che gli africani neanche vogliono, che percepisce l’indennità di trasferta essendo romano?
Ed ecco che Luciano tristezza Violante per non dire di Fausto cachemire Bertinotti accettano, graziosamente, di avere in usufrutto per i prossimi 10 anni, diconsi 10 anni, un ufficio, un’auto blu, una segretaria, altri cinque collaboratori e chissà cos’altro per aver posto i loro poco augusti glutei sullo scranno più alto del Parlamento. E non si vergognano. E invece dovrebbero. Anche sì.
Di Gianfranco Fini non ci si meraviglia.è un ex fascista abituato a mille piroette. Anche lui ai tempi s’è battuto contro il divorzio per poi sposare una divorziata e a sua volta divorziare e vivere more uxorio (che detto tra noi è anche un peccato,vero cardinal Bertone?). Cosa vuol dire la coerenza. E non parliamo di Montecarlo.
Anna Paola e Ricarda il giorno delle nozze
Ma da lui e dalla piagnucolosa Pivetti , per l’appunto, ce lo si aspetta. Non ci si aspetta al contrario che Casini, magari anche per demagogia ma che fa?, decida di rinunciare al privilegio. E' un gesto di un  qualche significato. Non foss'altro che serva a far capire ai quei giuggioli del pd come si presta attenzione alle voci del paese.
Altra perla ci arriva da Anna Paola Concia, che non contenta di essere deputata vuole anche l’assistenza sanitaria per la compagna tedesca,sposata in Germania.
Quel matrimonio mi parve un bell’atto mentre non pare affatto bella questa richiesta. Penso alla compagna del regista Stefano Rolla, uno dei morti di Nassiriya, che fu sempre esclusa dalle celebrazioni solo perché non sposata.
Questo sì comportamento veramente sconcio.
Mentre invece Anna Paola Concia rivendica il suo diritto, non per tutti e per tutte quelle coppie che sono come la sua ma solo per sé poiché un’altra corporazione, quella dei giornalisti, già gode di questo privilegio. E poi sono loro a tuonar contro le corporazioni.
Questa si che è sconcia.
E allora dov’è la differenza? .

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domenica 25 marzo 2012

Roberto Calderoli non è Pierre Cambronne

Il senatore Roberto Calderoli quando sente parlare di Mario Monti si comporta come un toro davanti alla rossa muleta. Non a caso uso questa metafora.
Anche oggi pare che il ruspante padano, credendosi Cambronne, abbia proferito una delle sue frasi epocali (1).
Una di quelle frasi che i libri di storia non faranno alcuna fatica a dimenticare anche perché Roberto Calderoli da Bergamo nulla ha in comune con il Cambronne che di nome faceva Pierre Jaques Étienne, vuoi mettere, era visconte di Cambronne, appunto, ed è nato, udite udite a Saint-Sébastien-sur-Loir, il 26 dicembre. Anche il luogo ed il giorno di nascita in una vita hanno il loro peso. Inoltre come se tutto ciò non bastasse partito come volontario dei granatieri fu nominato generale ed ebbe la Legion d'Onore da Napolene Bonaparte che di uomini dotati se ne intendeva, dato che anche lui lo era. Come i libri di storia ricordano annualmente a tutti i maturandi
Bene il nostro Roby come senz'altro il senatore si farà chiamare dagli intimi, oggi, 25 marzo, parlando del Presidente del Consiglio ha detto che: “un uomo che mi sta così sulle p.... come Monti non l'ho mai trovato.”
Bravo Roby, tu sì che sei esplicito, mica come quelli che si fermano alle pernacchie e al dito medio alzato. Tu si che sei...
Però, però per fare un'affermazione come quella del senatore della Repubblica Italiana Roberto Calderoli (guarda un po' dove siamo arrivati) è necessario circostanziarla. Dimostrare di essere veramente dotati della materia prima ovvero delle due “pi”.
E allora, la domanda: siamo sicuri che il nostro Roby lo sia? Dato che di prove in questo senso fino ad ora non ne ha date affatto. Anzi s'è più spesse volte distinto come un barcamenatore. Che già non è bello.
E poi ammesso e non concesso il possesso è importante anche il posizionamento delle suddette “pi” perchè se si portano, si fa per dire, all'altezza delle orecchie allora non contano. Anzi proprio per la legge del contrappasso le due “pi” sono di quelle cose che più in alto stanno e meno servono. Anzi cambiano proprio di senso.
Ora, senatore delle Repubblica Italiana Roberto Calderoli, ma è proprio così difficile essere seri e fare dei veri discorsi da opposizione, duri ma puliti, educati, civili, compìti e cortesi?
Ci dica che ce la può fare anche lei. Come tanti del resto ce la fanno.
Anche perché, caro senatore, i tori alla fine finiscono maluccio (e ce ne dispiace perché noi tifiamo sempre per il toro) e il matador le loro orecchie le regala alla fidanzata.  

domenica 18 marzo 2012

Susanna Camusso non vuol bene all'Africa. François Hollande “si tocca”. Scajola ha versato una caparra.

Una foltissima delegazione dell'Unione Africana si è trovata questa mattina alla sede nazionale della CGIL di Corso Italia 25. Una grave crisi diplomatica si profila all'orizzonte tra la CGIL e l'intero continente Africano. Crisi che rischia di coinvolgere anche la FIOM.
I rappresentanti dei 54 stati africani che fanno parte dell'organizzazione (all'Unione non aderisce il Marocco) hanno manifestato tutto il loro disappunto contro Susanna Camusso.
Comprendiamo perfettamente lo stato d'animo della ministra Elsa Fornero, quando incontra questa sindacalista che dimostra di essere senza cuore”. Così si è espresso il Presidente dell'Unione Africana, Thomas Boni Yayi che è anche presidente del piccolo Stato del Benin
Susanna Camusso avrebbe dovuto continuare a studiare archeologia anziché finire alla CGIL folgorata dai corsi delle 150 ore. Per i suoi scavi sarebbe stata la ben venuta in Africa, invece ora nessun Paese la vuol più ricevere. Il suo tentativo di danneggiare l'intero continente africano mettendo a repentaglio la salute mentale di 932.935.487 africani è non solo incomprensibile. E' un atto irresponsabile.”
Molti manifestanti piangevano, altri erano chiaramente presi dal terrore e ripetevano “no...no...no...”
Il nostro continente ha già molti problemi – ha proseguito Boni Yayi – non possiamo farci carico anche dei vostri. Quindi Veltroni Walter tenetevelo voi. (1)”
Maurizio Landini, noto per le sue posizioni moderate, sta cercando una mediazione e pensa che entrambi, Susanna Camusso e Walter Veltroni, dovrebbero andare a quel paese … che avrà la voglia di ospitarli.

François Hollande,candidato all'Eliseo contro il marito di Carlà Brunì, tale Sarkò, è seriamente preoccupato. In questa fine settimana ha dovuto affrontare prove che neanche Tom Cruise se le immagina anche sommando tutte le sue 4 mission impossible. Sarà stata la tensione, sarà stato il suo amore per i paesi esotici ma l'hanno scoperto mentre si “toccava”.
Francois Hollande wins the primary election for the French Socialists putting him in the running for presidential election next year. Francois won the second round of the primary election against Martine Aubry. After the results were announced, Hollande made a speech at his headquarters - la Maison de l'Amerique Latine - surrounded by his supporters : Manuel Valls, Pierre Moscovici, Aurelie Filipetti and Jean-Marc Ayrault.Non è normale per un francese toccarsi e tanto meno fare scongiuri eppure...
Il est en train d'arriver (2)” l'hanno sentito mormorare mentre con aria preoccupata procedeva allo strofinamento. Grande preoccupazione nel suo team. Oltre quelle cinque parole non riuscivano a fargli dire altro. Unici indizi due giornali italiani: il Corriere della sera e l'Unità.
Il primo aperto recava il titolo: Il tribuno dell'ultra sinistra che mette paura a Hollande e il secondo “Bersani-Hollande-Gabriel: un patto per l'Europa di sinistra.”
Il commissario Maigret che casualmente si trovava a passare da quelle parti dopo un paio di pastis in compagnia dell'aspirante presidente socialista ha svelato l'arcano.
Questa la dichiarazione ufficiale: “François è preoccupato e teme l'incontro con la delegazione italiana, per due buoni motivi. Primo, ha saputo che in Italia tutti i candidati appoggiati da Bersani hanno perso alle primarie a favore dei candidati della sinistra e poi, secondo, che la commissione che ha redatto il manifesto per l'Europa progressista era presieduta dal vice-conte D'Alema. Un governo di destra la Francia l'ha già avuto e ai francesi non è piaciuto!!”
Effettivamente con Bersani e D'Alema come sponsor c'è di che toccarsi.

See full size imagePare … sembra che … i quotidiani e i telegiornali dicono che (3) ... l'ex ministro Claudio Scajola abbia versato una caparra di 103.464€ per l'acquisto di posti barca, non è specificato quanti, nel nuovo porticciolo turistico di Imperia. Sembra che Claudio non sia stato l'unico della famiglia a fare acquisti. Anche la moglie, Maria Teresa Verda e la sorella pare che abbiano comprato e pare pure che abbiano saldato il conto ancorché avendo ricevuto un generoso sconto. Lui invece no. Claudio ha versato solo una caparra. Ricca caparra ma pur sempre caparra.
Forse c'è in giro, e non sarebbe la prima volta, qualche buon samaritano che aspetta di saldargli il conto.
A sua insaputa.
Naturalmente

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(1) Casus belli è stata la dichiarazione rilasciata da Susanna Camusso in risposta al pensiero di Walter Veltroni sull'articolo 18: “aveva detto che andava in Africa. Aveva progetti importanti per la sua esistenza che non ha portato a termine”
(2) “Sta per arrivare”
(3) Corriere della Sera 17 marzo 2012. TG la7.

mercoledì 14 marzo 2012

Maurizio Gasparri non si sente subordinato ai tecnici. Magari dovrebbe.

Maurizio Gasparri, che i vecchi amici del Fuan (1) chiamavano Pinocchio logorroico, ha rilasciato a Repubblica una dichiarazione delle sue. Epocale.
“Dai tecnici troppa spocchia. Torniamo noi politici. Siamo alleati ma non subordinati”.(2)
Ora sentire Gasparri parlare della spocchia altrui è come quando si sente il bue gridare cornuto all’asino. Proprio non ci stà.
Ma lui è abituato a tutto. E forse anche a qualche cosina di più. Ahi noi.
Fantastici sono i suoi mirabolanti aforismi: “a volte il Senato, la Camera, votano leggi che noi stessi che le votiamo non è che le capiamo bene,  nel senso che c’è ‘l’articolo che sopprime il comma del tal anno’ Insomma, a volte, leggere le leggi,è uno sforzo evidente.”(3)  Già, uno sforzo da non richiederle, onorevole Gasparri, non vorremmo si sciupasse l'organetto che tiene nella scatola cranica. O quando ancor più arditamente sul fascismo ebbe a dire: “ora non è che per far contenti Rutelli e D’Alema ci metteremo pure a riallargare le paludi pontine e a riportare la malaria a Latina, a mandare al rogo l’enciclopedia italiana.” (4)
Sembra di sentire parlare Starace, l’Achille (5) di cui, nel ventennio tanto caro a Gasparri, l’Italia rise amaramente. Purtroppo. E ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Di Starace:di nulla capace a cui gli universitari pisani  avevano dedicato un gustoso epitafio (6), oltre che qualche vaga rassomiglianza somatica, il nostro Pinocchio logorroico ha preso anche altri tratti come il battutismo fuori luogo, di cui s’è dato un brevissimo esempio, e una certa propensione alla stuoineria. Per trent’anni si è vanagloriato di essere uno dei sottopanza di Fini, pomposamente si autodefinivano colonnelli, magari in omaggio ai tristi colonnelli greci. Quelli sì, purtroppo, veri. E adesso lo fa di poer nano Berlusconi.
Famoso il suo aut aut a Fini il 23 aprile 2005 (cosa sono le date vero?) quando con stentorea voce nasale in un impeto di coraggio, raccattato chissà dove, ebbe a dire: “O me o lui” riferendosi a Storace che, avendo perso alle amministrative il Lazio, reclamava giustamente un posto da ministro. E Fini ghignando rispose semplicemente: “lui.”.(7) E così fu.
Naturalmente il pupo corse subito da Berlusconi cercando di recuperare ma, almeno quella volta non ci fu verso. E meno male.
E quindi se lo Starace tuonava: “tutti gli organi del partito funzionano, devono funzionare perciò anche gli organi genitali” o “Fate ginnastica e non medicina. Abbandonate i libri e datevi all'ippica.”
Il nostro a oltre sessant’anni di distanza risponde con:Il fascismo non è la parentesi oscura della storia, come disse Croce sbagliando.” (4) E proprio di oggi (14 marzo 2012) degli attuali “tecnici” al governo dice: ''Sono perfetti se gli dai un manuale di istruzioni da seguire'', ma sugli imprevisti...e' qui che noi politici riconquistiamo il centro del campo. Ti si arena la nave e tu che fai? Ti uccidono l'ostaggio e tu che fai? (2)
Già onorevole Gasparri, a parte il tono scioccamente cinico, lei che avrebbe fatto? Ce lo dica con poche (mi raccomando) parole sue. Magari ricordando le figuracce internazionali del suo capo.
Quindi il prode Gasparri tuona: "La sinistra difende i metalmeccanici e io non posso tutelare i tassisti e i farmacisti? E che so' quelli?''.(2).  Già e chi so’ quelli? I figli della lupa? Via Gasparri, si ridimensioni. Forse le serve riflettere su quanto di lei disse Oriana Fallaci:
Ce n'è un altro che sembra lo scemo del villaggio. Ha una faccia così poco intelligente, poverino, e un labbro così pendulo, che viene voglia di pagargli una plastica” (8)
Si ridimensioni Gasparri. Si ridimensioni. Gasparri

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(1) Fuan (Fronte Universitario d’Azione nazionale) era il movimento politico studentesco legato al MSI (Movimento Sociale Italiano), il partito neofascista fondato nel 1946 dai reduci della Repubblica Sociale di Salò
(2) asca 14 marzo 2012, 1033
(3) Porta a Porta, 10 febbraio 2009
(4) Alberto Piccinini, Lezioni di storia, il manifesto, 9 settembre 2008,
(5) Achille Starace fu segretario del PNF dal 7 dicembre 1931 al 29 ottobre 1939
(6) Famoso l’epitafio composto dagli universitari pisani: Qui giace Starace, vestito d’orbace, di nulla capace, in pace rapace, in guerra fugace, a letto pugnace, col popol mendace, requiescat in pace
(7) L’Unità, 24 aprile 2005
(8) Oriana Fallaci, Oriana Fallaci intervista se stessa, p. 70 (nell'edizione venduta assieme all'edizione de Il Corriere della sera ad inizio agosto 2004)

lunedì 12 marzo 2012

Elsa Fornero: lacrime, spaghetti e anche un po' di noia.

Racconta Maurizio Crozza che se per strada si incontrano un gatto nero e un giovane italiano (per definizione bamboccione disoccupato e sfigato con la fisima del posto fisso) quello che si tocca è il gatto. E la cosa, anche se spiacevole, sembrava circoscritta al segmento giovani, il resto della popolazione, al di là della parentela con quel povero disgraziato, tutto sommato si salvava.
In fondo s'è pensato qualche vantaggio l'età lo dà. Anche se non la pensione.
Da ieri invece non si salva più nessuno. E questo per colpa di un gruppo di precarie che con grande faccia tosta hanno chiesto un salario minimo garantito.
"L'Italia è un Paese ricco di contraddizioni, che ha il sole per 9 mesi l'anno e con un reddito base la gente si adagerebbe, si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro"  (1)
La ministro Fornero, che di nome non a caso fa Elsa con chiaro riferimento alle taglienti spade, ha sentenziato che fannulloni non sono solo i giovani ma gli italiani tutti. Con l'ovvia eccezione dei ministri del governo e dei rispettivi coniugi e figli. Questi ultimi poi, come peraltro non potrebbe essere diverso, escono di casa a 23 (2) anni, si laureano a 24 (3), da quasi subito iniziano a guadagnare qualche migliaio di euro al mese scrivono libri, pubblicazioni, vincono concorsi e neanche a 30 anni o giù di lì sono già ordinari o professori associati in qualche università. Magari quella dove insegnano mammà e papà. Il tutto senza neanche un aiutino. Par di crederlo.
Mica come tutti gli altri. Sfigati.
Sui parenti, sopratutto quelli acquisiti, magari un qualche dubbio lo si può nutrire. Una pecora nera, cognato, cugina o suocera un po' fancazzista potrebbe pure starci. Quindi meglio non metterci la mano.
E così la ragioniera canavese laureata in economia con la dichiarata passione per i vestiti chic (4) e la lacrima semi-facile ha sistemati tutti quanti. Neanche fosse Mussolini che lamentava l'inutilità del governare gli italici. Però c'è stato per vent'anni e di guai ne ha combinati non pochi. Si spera che questa volta vada meglio.
Qualche difettuccio certo gli italici ce l'hanno. Chi lo nega. Ma in fondo annoverano anche qualche merituccio. Per esempio nonostante una consolidata tradizione di classe dirigente da far pena (e anche un po' schifo) riescono a comprar casa, a mandare i figli all'università e far vacanza. E pure a risparmiare. E in questo tra i primi al mondo.
Inoltre sono spiritosi e anche un po' pazienti. Sopportano con ironia le battutacce dei governanti. Anche quando questi diventano noiosi e ripetitivi e pure un po' saccenti. Come sta accadendo ora.
Già, perché prima, loro, dov'erano?
Infatti, se è ben vero che ogni popolo si merita i governanti che ha è vero pure che i governanti si meritano il popolo che si ritrovano. Gli uni e gli altri sono fatti della stessa pasta.Magari spaghetti. Con o senza pomodoro.
Quindi, per favore, la si smetta con queste rampogne dozzinali, da maestrine con la matita rossa e blu. Il gioco è bello quando è breve, dicevano le nonne di una volta.
E si vada avanti. Magari con un po' più di coraggio e decisione.
Tanto Berlusconi non riuscirete a farlo rimpiangere.
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(1) www.Cronacaqui.it - 12 marzo 2912
(2) Lascio la guida dell'authority sulla trasparenza. Lo faccio per tutelare mio figlio Michel. Intervista ad Antonio Martone. Che però rimane nella commissione come membro.Corriere della sera 11 marzo, 2012
(3) La brillante carriera della figlia di Elsa Fornero. Due posti fissi nell'università di famiglia www.corriere.it, 7 febbraio 2012
(4) Elsa Fornero e quel risotto preparato per Monti – www. Torino.repubblica.it, 16 novembre 2011

venerdì 9 marzo 2012

Andrea Riccardi, lo schifo e Nitto Francesco Palma.

Evviva evviva un altro personaggio mediatico arriva in tv: lo schifo. 
E per essere autorevole parte dal Senato della Repubblica. Ci mancherebbe altro visto che il presidente dei senatori di cognome fa Schifani. Cosa vuol dire essere al posto giusto nel momento giusto. Anche questa è un'arte.
In realtà, larussianamente digiamogelo, lo schifo staziona in entrambi gli spazi da qualche decina d'anni e anche più, godendo di un grande successo di critica e di pubblico, ma fino ad ora lo ha fatto sotto mentite spoglie. In qualche modo taroccandosi con nomi diversi più edulcorati quasi civettuoli.
Personaggi e interpreti del nuovo tormentone: Andrea Riccardi, lo schifo e Nitto Palma.
Il ministro Riccardi: oltre a essere ordinario di Storia contemporanea all'Università di Roma è anche fondatore della Comunità di Sant'Egidio. Robetta importante questa Comunità con sedi in 73 Paesi e anche una certa autorevolezza. 
George W. Bush durante la sua ultima visita(1) da Presidente USA nel Bel Paese pensò bene di incontrare i vertici della Comunità prima di andare a Palazzo Chigi. E questo forse qualcosa dice.
Lo schifo: parola che deriva eskif, francese antico dell'XI secolo, e significa nell'ordine dato dal dizionario: avversione, ribrezzo, orrore, nausea, disgusto e noia.Tutta roba di facile digestione per l'italico popolo. Così la storia dice.
Nitto Palma: magistrato (di quelli che fanno politica attiva, oibò ci sono magistrati non comunisti!) è al suo secondo mandato. In termini di produttività (2) si trova al 246° posto (su 322 senatori). In Senato ci sta quasi niente, infatti passa 75% del suo tempo in missione. Il valore medio è 7%. Evidentemente è uno stacanovista della missione:un vero missionario. E risulta assente per il 9%. In altre parole non gira per i corridoi e la bouvette di Palazzo Madama per l'84% del suo tempo. Per il restante 16%, probabilmente sfinito è presente e vota a favore di: processo breve, legittimo impedimento, lodo Alfano, riforma Gelmini, per dirne alcuni. Senz'altro crede che i bimbi nascono sotto i cavoli visto che s'è bevuta la favola di Ruby.
La sfortuna, che ci vede benissimo, ha voluto che Nitto Palma fosse in circolazione quando il ministro Riccardi chiacchierando con la ministro paola Severino ha sdoganato, oggi si dice così, lo schifo
Il fattaccio ha queste sembianze: “ Alfano voleva solo creare il caso. Vogliono solo strumentalizzare è la cosa che mi fa più schifo della politica.” Laddove anche un praticante scarso di studio ma con qualche simpatia per l'italiano capisce che al ministro Riccardi la cosa che fa più schifo della politica è la strumentalizzazione. Non la politica in quanto tale.
Invece no. Nitto e altri 46 dei suoi al sentire la parola schifo si sono sentiti chiamati in causa. Chissà perché?
Un po' come quando allo stadio qualcuno grida “cornuto” e un tot di spettatori si voltano con l'aria di chiedere “dice a me?”.
Ovviamente ad una simile rappresentazione non poteva mancare Fabrizio Cicchitto, er trota de ciociaria, che ha sentenziato: “se gli facciamo schifo che si dimetta”.
E se invece si dimettessero quelli che usano la strumentalizzazione (che fa schifo) come attrezzo della politica?

P.S. Non ho particolari simpatie verso Andrea Riccardi da cui mi divide, come minimo il fatto che lui sia un fervente cattolico mentre io sono un fervente laico. Ma forse insieme pensiamo che un uomo è un uomo, l'etica è l'etica e un tombino è un tombino. A prescindere.
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sabato 3 marzo 2012

Antonello Venditti, la nuova reincarnazione di Caio Gregorio er guardiano del pretorio

Domenica 26 febbraio in onda, il programma de la7, titolava “paperoni e paperini d'Italia”.
Titolo da cartone animato giusto per rimanere in sintonia con il duo Telese-Porro che a due cartoni un pochetto ci assomigliano
Ospiti d'eccezione Pierluigi Battista, noto giornalista d'assalto che per la sua veemenza si è guadagnato sul campo l'appellativo di cerchio-battista (Marco Travaglio docet) e niente po-po-di-meno che Antonello Venditti noto maitre a penser del pensiero che non c'è. Venditti subito s'è calato nel personaggio riecheggiando Caio Gregorio er guardiano del pretorio con du metri de torace.
  

Il quartetto era coadiuvato da David Parenzo che faceva le mosse di essere capitato per caso sul palco dove er prode Antonello Caio Gregorio, con eskimo di sartoria, stava facendo le prove per un concerto.
Ovviamente trattandosi di una trasmissione incentrata sul reddito non poteva mancare il riferimento ai ministri dell'attuale governo che, onore e vanto loro sembrano pagare una enormità di tasse. Cosa che, diciamolo, un po' ci secca perché, se non stiamo attenti, il debito ce lo risanano loro, da soli, e a noi non ci lasciano neanche un sacrificio. Per questo la ministra Fornero, ben informata e consapevole dei fatti, piangeva in anticipo. Non per altro.
Così come non poteva mancare la domanda “inaspettata” sui guadagni degli ospiti. Ora anche il più frescone dei fresconi, giusto per rimanere dalle parti di Roma capoccia, si sarebbe aspettato una simile nasty question (per il Trota e simil padani, domanda cattivella). E conoscendo il senso della domanda prepararsi una risposta. Magari divertente e spiritosa, come sanno fare gli esperti di pubbliche relazioni. Una di quelle risposte che fa sorridere e non ammette replica.
Questo in un Paese serio e normale. Ma il nostro non è né uno né l'altro.
E quindi a un Telese che chiedeva: “ma tu guadagni più o meno della ministra Severino” la risposta di Caio Antonello col diploma di guerrier mejo de Roma la risposta è stata da Carosello: “non so quanto guadagno perché non me ne sono mai occupato.”





Ma come? er prode Caio Antonello er fusto del pretorio non ha mai comprato casa o l'auto alla moglie o il motorino al figlio? E ne deve mai essere andato in vacanza, perché altrimenti la domanda posso permettermelo? Se la sarebbe spontaneamente fatta. Lui invece no. Se no non farebbe questo mestiere.  Già per sapere quanto si guadagna che mestiere bisogna fare? Ce lo racconti sor Antonello
Che poi se uno di professione fa il cantante e ha successo e vende qualche milione di dischi e incassa i diritti d'autore ogni volta che le le sue conzoni vengono trasmesse da una radio o suonate in qualche balera forse, forse, un milioncino all'anno o giù di lì magari ce lo guadagna pure. E c'è da vergognarsi a dirlo? Mica so sordi arubbbbbbati.
E invece capoccione come Roma ha continuato imperterrito su questa linea difensiva. A Battista, con penna nel taschino della giacca stile aspirante ragioniere anni '50, che in uno dei suoi slanci polemici osava dire: “Venditti firma la dichiarazione dei redditi e non guarda la cifra” er prode Antonello sembra quasi rispondere come Caio Gregoprio “...che m'ha preso per babbeo, guardare il conto nun me piace ciò du metri de torace”.
Poiché qualche volta le ciambelle escono col buco alla fine della trasmissione er prode Antonello ha cantato e, guarda caso ha gorgheggiato In un mondo di ladri, perché dice lui che “mediamente tutti siamo stati e siamo dei ladri”. Che verrebbe da puntualizzare parla per te.
Le parole della canzone sono, come spesso accade, in libertà e ciascuno in coscienza decide il senso da dargli e infatti a chi gli e ne chiede il senso er prode Caio Antonello Gregorio, guardiano del pretorio che risponde? Che lui in realtà non lo sa ma sente che c'è qualcosa di profondo. Bello.... Bravo …. E anche profondo....
Domanda: e se er prode Antonello la smettesse di parlare e cantasse e basta?