Nel
2014 undici orsetti in più. Le cose buone in crescita sono poche. Calano anche
le famiglie numerose nel 1961 erano più di 2.800.00 ora solo 180.000. Tutta
colpa della tv. Sul ritmo l’orso è preparato per via di una lontana parentela
con Baloo, l’orso di Walt Disney.
La novità bella anzi
bellissima e in trend con talune recenti dichiarazioni di big del mondo che
conta, consiste nel fatto che la popolazione dell’orso marsicano è in decisa
crescita.
In quest’anno che oramai volge alla fine sono stati censiti ben
undici nuovi orsetti che su una popolazione di soli cinquanta esemplari dice di
un notevolissimo balzo demografico. Che
se poi a nessun altro verrà in mente di catturare mamme orse che difendono i
cuccioli è assai probabile che il numero dei nuovi possa crescere anche
nell’anno che verrà. La natura, al
solito, è premonitrice e si porta avanti. E poi si equilibra per conto suo.
Sempre che la si lasci fare.
L’orso marsicano (Ursus
arctos marsicanus), nessuna parentela diretta o indiretta con il senatore Antonio Razzi, è una delle poche cose (detto con rispetto,
ovviamente, poiché ben si sa l’orso non sia una cosa) che cresca in Italia.
Considerando, ça va sans dire, solo quelle positive poiché se si guardano le
altre, criminalità, corruzione, politici che cambiano casacca, consigli
regionali inquisiti, parlamentari che non sanno quello che votano, ministri che
sono sbugiardati o, versione soft,
sorpresi dalle dichiarazioni del loro capo, tassazioni e all’unisono evasioni
fiscali, le prime finiscono inevitabilmente sotto. Come alcuni vigneti alle
pendici dell’Etna che quando erutta li sommerge con veementi colate di lava,
Nel caso italico, metaforicamente parlando, purtroppo non si tratta di lava che
forse ci si farebbe la firma.
Tutto il resto è in
calo. Il numero degli occupati è in calo, la compravendita immobiliare è in
calo, la spesa media è in calo, la speranza di futuro è in calo e pare, così si
dice però da anni, sia in calo anche il desiderio. Sono in calo anche le
famiglie numerose ora ridotte solo a 180.000 unità mentre nel 1961 erano più di
2.800.000. È da dire, a loro parziale giustificazione che proprio nel 1961 fu
lanciato il secondo canale della Rai e la penetrazione nelle famiglie del tubo
catodico aumentava a velocità sorprendenti. Definendo una bizzarra equazione:
più televisione uguale meno figli. Quindi se ne deduce che la televisione era
ed è fonte di grande distrazione dai propri doveri. Lo sostengono anche i
pedagogisti più illuminati: più ore davanti allo schermo meno compiti ben fatti
e minor apprendimento. Così come capita che ci si dimentichi di sistemare le
proprie pendenze con l’erario e, causa la distrazione, si arrivi a truffarlo.
Sempre colpa delle televisioni.
L’orso marsicano non ha
televisioni che lo distraggano e non si trova coinvolto neppure nella
stucchevole querelle sul come pagarne
il canone per evitare che l’evasione dalla tassa continui a crescere che se si
bloccano i non paganti magari si mette un cerotto sulla enorme falla del debito
pubblico. Inoltre il saggio orso di questi tempi è in placido letargo così si
scavalla le più trite e melense conferenze
e saluti di fine d’anno a reti unificate. Che tanto di cronoprogrammi, inni alla fiducia, 80 euro, quarantuno
percento, e moniti vari, ma questi paiono essere gli ultimi, gli orsi d’Abruzzo
non sanno che farsene. Sul ritmo invece forse hanno qualcosa da dire come ben
testimonia Baloo un loro lontano parente che prese parte al film di Walt Disney
intitolato “il libro della giungla”. Lui il ritmo ce l’ha nel sangue.