Ciò che possiamo licenziare

giovedì 25 novembre 2021

21, 24, 25 novembre: boh!

Tre date per la solita orgia di retorica. Provate a mettere in pratica i suggerimenti di Papa Francesco ai giovani e vi troverete licenziati. Draghi: il contrasto alla violenza sulle donne è una priorità assoluta, banalità assoluta da Chance il Giardiniere. Poca visibilità per il 24 novembre.            

Anno 2021, autunno, fine novembre, spiccano tre date: 21 Giornata Mondiale della Gioventù, ma anche delle vittime della strada, della festa nazionale dell’albero e, incredibile dictu, della televisione, manca solo lo scoubidou per fare scala reale. Comunque, andando avanti ci si imbatte nel 24 novembre truce ricorrenza del giuramento di fedeltà chiesto dal regime fascista ai docenti universitari e si arriva al 25: Giornata contro la Violenza sulle Donne. Se Z è stata l’orgia del potere questa fine novembre è l’orgia della retorica che più sgangherata non si può. Sgombriamo subito il campo dal 24 novembre che ha avuto poca o nulla risonanza sui media nazionali, data semi negletta dato che epigoni di quella storia bordeggiano intorno al governo e vuoi mai mettere che i migliori vogliano esporsi con qualche presa di posizione precisa e magari controcorrente. Giusto per essere giusti l’ANPI provinciale di Milano ha ottenuto di poter apporre, alla Università Statale, una targa dedicata al filosofo Pietro Martinetti, uno di quella sporca dozzina di docenti che si rifiutò di giurare. Ambito locale dunque, retorica, ammesso e nn concesso ci sia stata, di basso profilo. Evviva. Evviva. Le altre due date invece la retorica se la sono goduta alla grande. Ha principiato Papa Francesco con il discorso dedicato ai giovani nel quale, stancamente, ha ripreso concetti già declamati da altri: abbiate sogni, inseguite i vostri sogni. Lo disse già Steve Jobs, che a dirlo non costa nulla. È andato più indietro nella storia, il ghostwriter di Papa Francesco, aggiungendo: fate chiasso. Lo scrisse già il 5 agosto del 1966 Mao Tze Dong: sparate sul quartier generale. Quindi in entrambi i casi roba stantia e di nessun gusto palatale. D’altra parte provate a inseguire i vostri sogni o a fare chiasso, con la carica eversiva che i due messaggi comportano, in Apple, ma anche nella Chiesa e in una qualsiasi altra azienda multi o anche semplicemente nazionale e scoprirete in quattro e quattr’otto come si finisce isolati o addirittura licenziati. Perché la cooptazione vale più del merito, ma questo nessuno lo dice: troppo scomodo. E poi si arriva al 25 novembre  Giornata contro la Violenza sulle Donne. Il presidente Draghi a questo proposito ha detto che «si tratta di una priorità assoluta per il governo che intende l’odioso problema in tutti i suoi aspetti, dalla prevenzione al sostegno delle vittime.» Lo dicono tutti, da sempre, e avrebbe potuto dirlo anche Chance il Giardiniere specializzato in frasi del tipo «dopo l’inverno arriva la primavera» e sul resto taceva, quasi come Draghi. In ogni caso dopo la suddetta petizione di principio che magari anche i fascisti di Forza Nuova e Casa Pound potrebbero sottoscrivere, a proposito non sono ancora stati sciolti, ci sono i non fatti. I non fatti sono quelli illustrati, neanche denunciati, che alla lunga denunciare stanca, dalle attiviste della Casa delle Donne, Lucha y Siesta. Simona Merata, Chiara Franceschini, Amy Battistoni, Milena Fanizza hanno tranquillamente elencato che: il piano triennale sul ruolo dell’educazione è manchevole, non c’è un piano strutturale che vada a prevenire il fenomeno nelle scuole e nei luoghi di formazione, anche presso le istituzioni relative ai tribunali e le forze dell’ordine. E che i soldi: dipende dove li spendi e come li spendi ché stanziare milioni e distribuirne solo 2% dice solo di neghittosità e ignavia. Se poi i denari destinati alla lotta contro la violenza sulle donne finiscono alla nazionale cantanti si è all’apoteosi. Lucha&Siesta per il prossimo anno promette una giornata di silenzio. Si eviterà la retorica di ministri e ministre che anno dopo anno ripetono a pappagallo lo stesso sciocco discorso. E sarà un silenzio, se effettivamente lo faranno, diverso. Diverso da quello di Draghi e di  Chance il Giardiniere.

Buona settimana e buona fortuna.


giovedì 18 novembre 2021

Ci manca Marco Tullio Cicerone.

Di Catilina invece ne abbiamo a strafottere. Tra il penalmente perseguibile e il moralmente inaccettabile. Bucare la morale non è reato. Tutti sappiamo, ma non abbiamo le prove.

Quouscue, tandem, abutere Catilina patientia nostra? (fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?) Così Marco Tullio Cicerone, iniziava la prima catilinaria. Si potrebbe trarre un parallelo tra quel novembre del 63 a.C. e l’odierno novembre 2021 se non fosse che ad oggi di Catilina ne abbiamo a strafottere mentre di Cicerone in giro non se ne vede neanche uno. Salvo che non giri in incognito, ma così non vale. Se questo ci salva dall’obbligo dello schierarsi ci lascia tuttavia con l’amaro in bocca. Dei novelli Catilina, si potrebbe fare l’elenco, ma se ne andrebbe tutto il tempo concesso a questa rubrica che merita di meglio. [non si direbbe nulla di nuovo rispetto a quanto i quattro lettori di questa rubrica già conoscono] E poi quello che è sotto gli occhi di tutti è di magnifica evidenza. Ma l’evidenza non basta, da buoni legulei ci si attacca a ciò che è penalmente perseguibile, che è diverso da ciò che è moralmente inaccettabile, rompere la morale non sempre fa reato. Così come viene fatta distinzione tra ciò che è acquisito in maniera irrituale dall’appurato fatto in sé. Tutti sanno, tutti convengono, ma legalità, non giustizia, chiede che l’affermazione sia suffragata da un atto, un pezzo di carta, già sulle testimonianze e financo sulle confessioni che possono essere ritrattate, si va sullo scivoloso, e dunque dalla prova provata. Torna quindi alla memoria  il pezzo di Pier Paolo Pasolini Io so, ma non ho le prove. Poiché tutti sappiamo, ma non abbiamo le prove. E questo non basta a spazzar via dall’orizzonte delle nomine istituzionali consulenti  dell’agenzia cinese Dagong o senior advisor di Duetsche Bank, giusto per dir di due che quatti quatti e lemme lemme fan finta di niente. Che poi in queste consulenze o hanno spiattellato tutto il nostro, quindi lasciandoci nudi, o ne han taciuto parte che sarebbe come dire consulenza farlocca ovvero truffaldina. In entrambi casi poco di bello. Sarebbe come chiamare ad allenare l’Inter il vicepresidente del Milan. Con che fiducia sulla imparzialità delle scelte e degli orientamenti? Anche se così fan tutti. Come quelli che ci han gabolato d’aver risolto una crisi dai labili confini con una telefonata alle 19,30 di un venerdì sera. Come se non si sapesse che dietro quella telefonata, ammesso e non concesso sia avvenuta, non ci siano stati mesi e mesi di consultazioni e di contrattazioni, di do e di des. Certo non così smaccati come in un’altra  volta, tuttavia … Anche in questo caso si sa ma non si hanno le prove. Evvabbé. Così gira l’italico stivale. A chiusa, dicevano i latini: Senatori boni viri senatus mala bestia. Sulla seconda parte non ci piove, anche ai giorni nostri, sulla prima c’è da eccepire: non cento, non dieci, ma ci fosse almeno un giusto su quegli scranni. Magari anche a pagamento.

Buona settimana e buona fortuna.

lunedì 15 novembre 2021

Black Friday: quello che non ci viene detto Federico Dordoni

Anche quest’anno, nonostante la pandemia, torna il famoso Black Friday con tutte le sue “imperdibili” offerte. Ma cosa c’è dietro questo famoso evento digitale?


Torna anche quest’anno il Black Friday, diventato un’altra tradizione per noi italiani: sono in milioni ormai coloro che si lanciano in acquisti sfrenati in questo periodo. Tutti alla ricerca della migliore offerta sulle varie piattaforme di shopping online, prima fra tutte Amazon. Recentemente, il famoso Black Friday si è evoluto a tal punto da creare un’altra giornata all’insegna degli acquisti: il Cyber Monday, incentrato su prodotti tecnologici. Nasce successivamente ma ha già scavalcato il Black Friday in termini di numeri: il Cyber Monday, infatti, con i suoi 6,8 milioni di ordini nel 2019 presenta un livello di crescita del 92% rispetto al 2018. Numeri che possiamo capire dato l’interesse sempre maggiore delle persone verso la tecnologia che sta crescendo costantemente

Crescita incredibile del Black Friday ma a che prezzo?

Non c’è dubbio che questi eventi ci portino diversi vantaggi in generale e ci permettano di risparmiare ma il tutto a che prezzo? La maggior parte delle persone fa un acquisto senza pensare a ciò che si nasconde dietro. Oltre ai maggiori imballaggi dei prodotti, la maggior parte degli acquisti riguarda dispositivi tecnologici e composti di plastica difficili da smaltire. Inoltre, l’altro grande problema riguarda l’inquinamento atmosferico, dovuto alle innumerevoli emissioni prodotte dai mezzi di trasporto di questi prodotti. Per non parlare della quantità di energia richiesta per alimentare i database sul cloud che hanno bisogno di una solida e veloce connessione internet. La stessa Chiara Campione, responsabile dell’unità “Corporate and Consumers” di Greenpeace Italia, riguardo gli effetti di questo evento sull’inquinamento ha dichiarato: “Il Black Friday è diventato uno dei picchi principali di consumismo. Questa sbornia di acquisti genera il più grande volume di rifiuti dell’anno. Un trend pericoloso che mette in pericolo il nostro pianeta. Acquistiamo senza pensarci un secondo, ma la spazzatura che creiamo durerà in alcuni casi per secoli”

Black Friday: cosa si nasconde dietro

Ormai ogni innovazione tecnologica deve rispettare certi requisiti per salvaguardare l’ambiente e non peggiorare l’attuale situazione già critica di suo. In particolare, guardando alla qualità dell’aria, ricordiamo che l’Italia detiene, sfortunatamente, il primato europeo per morti premature causate dalla cattiva qualità atmosferica (secondo i dati dell’Agenzia Europea). La causa principale di tutto ciò è il traffico, responsabile per circa 85% delle complessive emissioni. Riguardo l’inquinamento causato dal trasporto dei prodotti, è interessante calcolare l’effettivo impatto ambientale di particolari mezzi. A grandi linee, sappiamo che la velocità di un mezzo di trasporto è direttamente proporzionale al numero di emissioni che produce. Per esempio, un aereo emette circa 500 g/km di anidride carbonica con 171 tonnellate di merci mentre una nave produce circa 30 g/km con 193 mila tonnellate di merci trasportate. Il mondo in cui viviamo diverrà sempre più interconnesso e digitale. Tuttavia, le conseguenze di questo progresso tecnologico non saranno tutte positive. Per questo motivo, bisognerà stare attenti non solo a quello che succederà intorno a noi ma, soprattutto, a ciò che si cela dietro ogni cosa.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/black-friday-sostenibilita/

 


sabato 13 novembre 2021

Arriva la Finanza in azienda.

 Ragazzi lavatevi il collo e le orecchie e magari nettatevi le unghie domani viene in azienda la Guardia di Finanza per fare un controllo. Ecco l'elenco dei documenti che vorranno vedere. Quando i migliori diventano dadaisti.

I migliori non possono che fare le leggi migliori. È un assioma. I migliori sono rispettosi della privacy. È un secondo assioma. I migliori vogliono la crescita dell’economia del Paese. È un terzo assioma. I migliori non vogliono disturbare. E così i migliori si lanciano a mettere mano al  ddl Concorrenza. E dunque da dove partire? Non certo da piccolezze dato che i migliori comminano nell’iperuranio. Per loro ci vuole qualcosa di difficile, di quasi impossibile come, per esempio, il fisco: sconfiggere l’evasione e l’elusione fiscale. Che una parte di questa, piccola?, media?, grande? giri nelle aziende è solo un lontano larvato, larvatissimo, sospetto. Nulla di più. Però 120miliardi di evasione sono una grande tentazione. Fino a ieri per pescare i malfattori con le mani nella marmellata c’era solo, o quasi, l’idea della improvvisata. Dalla portineria arrivava alla direzione la comunicazione che la Guardia di Finanza era al cancello e voleva fare un giro in primis nel reparto amministrazione e poi magari nel magazzino per controllare la corrispondenza tra merci e bolle e, perché no, fare pure una passaggiata anche in direzione. Metodo rozzo e primitivo usato in tutto il mondo, figurarsi anche da CIA e FBI, per prendere nella rete chi nuota nel torbido. I migliori no, i migliori sono assai più sofisticati e non si abbassano a simili mezzucci. E poi la classe, come noto non è acqua. E infatti sono prossimi a far buchi nell’acqua. Da fra un po’ si cambia: la guardia di Finanza non farà più improvvisate, ma prenderà appuntamento con largo anticipo e poi, per essere sicuri che la visita dia frutti spedirà una mail con indicati i documenti e i registri da esibire. Così non si bloccherà l’ardore produttivo dell’azienda, non si getteranno nel panico gli amministrativi, non si farà sudare freddo i capi, padroni, di quelle 234mila imprese che durante il picco del Covid hanno percepito la cassa integrazione mentre i dipendenti lavoravano, e la faccenda si sbrigherà in quattro-e-quattrotto. E che diamine non si può essere sempre vessatori.

Appuntamenti che saranno da concordare e ve l’immaginate far combaciare le agende: martedì no perché il titolare ha il dentista, giovedì neanche: il direttore amministrativo ha il colloquio con i professori del figlio, si passa alla settimana prossima, ma non lunedì perché …. Inventatevi quel che volete. Il tutto nell’interesse del Paese.

A dare l’annuncio gonfiando l’ampio torace chi meglio del Brunetta Renato, socialista craxiano, che di per sé è un ossimoro, il socialista che con orgoglio negli ultimi vent’anni si è dichiarato pure di centrodestra. Altro ossimoro. Ma forse ai migliori va spiegato il senso ed il significato di ossimoro. Si cercano volontari.

Però, per fortuna, ci vorranno circa diciotto mesi prima che siano messi a punto i decreti legislativi e fino a quel momento? La guardia di Finanza sarà ancora autorizzata a giocare a nascondino con gli evasori e far loro delle improvvisate? Speriamo.

 

Buona settimana e buona fortuna

venerdì 5 novembre 2021

La politica si trasferisce a Cinecittà

Cinema a gogò questa settimana, passando da Totò truffa alla Dolce vita per finire con Lo chiamavano Trinità complice il compleanno di Monica Vitti e dalla superstar Draghi. Hanno fatto da sfondo il G20 di Roma e il Cop26 di Glasgow. E poi si parla del teatrino della politica.

Settimana ricca mi ci ficco. E per giunta tutta cinematografica. S’è cominciato con la copiatura sghimbescia di Totò Truffa, dove la parola chiave è truffa. Manco a dirlo. Chissà quanto ci sono costate quelle venti monetine coniate appositamente per finire nella fontana. E quanto ci sono costati i sommozzatori ingaggiati per recuperarle.   Visto il contesto il richiamo alla Dolce vita, per cinefili e giovani anziani, è stato inevitabile e di lì il passaggio alla commedia all’italiana ugualmente naturale. E questa è stata anche la settimana in cui la Ceciarelli Maria Luisa, più nota come la Vitti Monica, ha compiuto anni novanta. Quindi viva il cinema. Però qui la parte nobile della commedia finisce e si veleggia verso le gag dei cinepanettoni. Dove non si ride, ma si sghignazza. Il G20 partito in pompa magna si è avvitato alla fine in banali supercazzole dando ragione al bla-bla della Thumberg Greta e, guarda caso, anche al segretario generale delle Nazioni Unite Guterrez Antonio che se ne è andato con le sue «speranze disattese anche se non ancora sepolte». Tutto altro film hanno visto l’italico uomo della provvidenza e tutti gli altri che si sono sperticati in lodi per l’organizzazione. Cioè per aver reso ulteriormente caotico il traffico di Roma, a proposito non si parla più di buche, e per il fantastico accostamento dei vini alle pietanze. Il sottostante recita pizza e mandolino. Tranquilli, sarebbe capitato lo stesso a chiunque altro in qualsiasi parte del mondo. I venti big partiti da Roma si sono incontrati con altri ottanta a Glasgow per parlare delle stesse questioni. Per non essere da meno Boris Johnson ha citato James Bond, specificando che «dobbiamo salvare la terra». Bell’idea, ma un po’ vetusta; se ne parla da decenni. I Paesi con la pancia piena vogliono l’aria pulita e i ghiacciai belli spessi, quelli che fino a ieri soffrivano la fame vogliono semplicemente riempirsela dopo secoli di sfruttamento e dei ghiacciai se ne fregano. In fondo Venezia non è loro. La giusta mediazione sta nel porsi degli obiettivi, chissà se raggiungibili, in tempi indefiniti. Il che è un bel risultato. Se tanto cinema è stato preso ad esempio nella politica internazionale non poteva mancare qualcuno che la replicasse in quella italiana. E così il leghista che da del tu a Draghi per criticare il suo capitano tira in ballo Bud Spenser  e Meryl Streep pensando di aver partorito chissà quale vivida metafora salvo poi impallidire quando diventa di dominio pubblico e rimangiarsela.  Anche i migliori hanno amici di cui dovrebbero fare volentieri a meno. Comunque nessun problema: the show must go on.

Buona settimana e buona fortuna.