Ciò che possiamo licenziare

mercoledì 25 marzo 2020

I pirati del CoronaVirus


Il Coronavirus ci ha anche fatto scoprire i pirati. I Fratelli della Costa non stanno neanche tanto lontano, dall’altra parte del mondo, nei caldi mari delle Antille, ma che li abbiamo a portata di mano. Anzi siamo noi alla portata delle loro mani. E sono mani rapaci. 


 
Uno dei paradossi della situazione che stiamo vivendo è che mentre noi ci stiamo impegnando allo spasimo per conoscere Coronavirus, e ne veniamo a capo pochissimo se non poco, lui, il Coronavirus sta facendo di tutto per farci conoscere meglio. Si sta dimostrando una sorta di specchio del genere umano. Per esempio ci ha appena mostrato come esistano ancora i pirati. Però attenzione non si sta parlando di quel romanticone del Corsaro Nero e dei suoi fratelli, per come ce li ha raccontati Salgari, ma di farabutti e cialtronazzi della più bell’acqua.
Il Coronavirus ci ha anche fatto scoprire che i Fratelli della Costa non stanno neanche tanto lontano, dall’altra parte del mondo, nei caldi mari delle Antille, ma che li abbiamo a portata di mano. Anzi siamo noi alla portata delle loro mani. E sono mani rapaci.
Nei giorni scorsi i Cinesi che sembrano volerci bene, sarà in ricordo Marco Polo o del gesuita Matteo Ricci, ci hanno mandato un bel po’ di mascherine e materiali vari per aiutarci a combattere il malefico virus. Purtroppo gli aerei cinesi hanno dovuto fare uno scalo tecnico nella repubblica Ceka e mal gliene incolse. Infatti le autorità di questo Paese, Paese europeo, hanno dato una mano ad alleggerire il carico. Anzi se lo sono preso tutto e con la destrezza dei migliori ladri matricolati l’hanno fatto sparire in un batter d’occhio. Scoperti, prima hanno tentato di negare, come fanno tutti i cialtroni, poi hanno parlato di un equivoco e infine hanno detto che oramai non si poteva fare più nulla: avevano già distribuito tutto il materiale ai loro ospedali che, nel più solerte dei modi l’ha già registrato e messo in uso: l’efficienza ceka. Per non essere da meno hanno fatto qualcosa di simile anche le autorità polacche. Anche loro dei fulmini nel distribuire subito il requisito.
E noi? E il nostro governo? Ci siamo rimasti mali. Ma ancora di più ci devono essere rimasti male il Salvini Matteo e la Meloni Giorgia, perché alla testa dei due stati ci stanno amici loro: nella repubblica Ceka c’è Andrej Babiš che ha fondato un partito tutto suo, si chiama ANO 2011, con l’obiettivo di “combattere la corruzione e altro nel suo Paese”. Si deve essere dimenticato nel programma del settimo comandamento. Può capitare. In Polonia invece comanda Andrej Duda che è il capo del partito Diritto e Giustizia, nome emblematico quant’altro mai.
Sia Duda sia Babiš hanno lo stesso slogan: “prima i polacchi” e “prima i ceki”. E infatti si sono fregati i materiali che dovevano arrivare prima agli italiani. Ci sarà modo per Salvini Matteo e per Meloni Giorgia di mettere insieme un paio di pensieri sul fatto che se tutti sono prima degli altri si cade al volo nel homo homini lupus.
Buona settimana e buona fortuna

mercoledì 18 marzo 2020

Il bestiario della settimana


La gravità della situazione generata dal Coronavirus è direttamente proporzionale alle corbellerie che, in giro per l’Italia e non solo, si dicono e si fanno. Purtroppo non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Maurizio Fugatti Presidente della provincia Autonoma di Trento
 
L’onore, si fa per dire, di aprire l’hit parade senz’altro va a Maurizio Fugatti. Il signore in questione è il presidente della provincia di Trento e, tanto per avere quindici secondi di notorietà a livello nazionale, ha sparato un corbellione, cioè una corbelleria gigante. Ha infatti dichiarato che nella sua provincia saranno curati solo i residenti e non i turisti pur’anche italici. E’ stato immediatamente sbertucciato dall’ordine dei medici di Trento. E tanto basta senza voler scomodare la costituzione, il servizio sanitario nazionale et similia.
Giorgia Meloni ha avuto un sussulto mussoliniano e ha twittato: "Noi non siamo una Nazione qualunque (e che non lo sappiamo ha chiosato qualcuno) Siamo un popolo – ha proseguito - di sognatori, di lavoratori, di eroi" Si è dimenticata dei navigatori, dei poeti, dei santi e dei pelati. Se vuole insistere con queste citazioni le conviene dare una ripassata al bigino dei discorsi del ventennio.
Naturalmente nella hit non può mancare Vittorio Sgarbi: un uomo, un’opinione. Il nostro ha un’opinione su tutto e talvolta anche più di una sullo stesso argomento. È intervenuto, come ti sbagli, anche su Coronavirus definendolo: un virus del “cappero” (personale mio libero adattamento) e via turpiloquiando. Ha dato poi una ricetta a cui nessuno aveva ancora pensato: bere del te. Certo se l’avesse detto ai cinesi, che il te l’hanno inventato, il mondo si sarebbe risparmiato tutto questo bel macello. Quindi Boris Johnson oggi alle 17,00, ora del te, cantando tea for two sistemerà la questione. Adesso lo Sgarbi deve solo sperare che il virus, così, scoperto, non si voglia vendicare. Auguri.
E poi: Massiliano Fedriga, presidente della regione Friuli Venezia Giulia. Prima voleva costruire un muro di 243 kilometri contro i migranti adesso protesta perché la Slovenia ha chiuso il confine con il Friuli per proteggersi dal nostro Coronavirus. Probabilmente il Fedriga desidera un muro a tasso variabile: a seconda del comodo qualche volta c’è e qualche volta non c’è. Il gioco delle tre tavolette.
E per non farci mancare nulla un’occhiata ai cugini francesi. La moglie di Sarkozy, Bruni Carla durante la recente fashion week parigina ha finto un attacco di tosse dopo aver dichiarato di non essere femminista (e questo lo si sapeva) e di non avere paura (questo lo si vedrà). Il coronavirus per partecipare alle serate di gala non ha bisogno di invito scritto. Si presenta e basta e in genere non porta guanti bianchi. Avranno apprezzato la performance i parenti degli oltre cinquemila francesi ammalati e degli oltre centoventi morti.
Come dire: stare un po’ zitti no?
Buona settimana e buona fortuna

giovedì 12 marzo 2020

L'altra faccia di Coronavirus


Renzi è sparito, si è scoperto il lavoro intelligente, l’inquinamento è calato, "La Peste" di Camus va a ruba, si sta scoprendo il costo delle bufale degli economisti da talk su spending review, spesa pubblica e sanità e si sta allontanando il nostro quindicesimo cucchiaio di legno.  



Dice la saggezza dei popoli che non tutti i mali vengono per nuocere e anche il COVID-19 in arte Coronavirus, in questo sta facendo la sua parte. qualche vantaggio dal momento della sua apparizione l’ha mostrato.

Innanzi tutto è da segnalare la sparizione del Renzi Matteo da schermi tv e pagine dei quotidiani. Negli ultimi tempi era diventato noioso come una zanzare tze-tze. Anche lui si dev’essere accorto, miracolo, che adesso raccontare bischerate non fa più cool. Ammesso e non concesso che l’abbia mai fatto. Poi le aziende, almeno quelle più lungimiranti, hanno scoperto il telelavoro, meno ore spese per il tragitto casa-ufficio-casa, meno auto in circolazione, quindi meno traffico e dunque meno inquinamento. Non si può dire di no.

Sta anche ricrescendo,,pure se troppo lentamente, l’interesse per i libri, in particolare per i classici e tra questi spicca, sarà un caso, La peste di Albert Camus che sta vivendo una nuova primavera. E pure questo è molto bello.

Dopodiché possiamo finalmente scrollare le spalle e magari spernacchiare quei neghittosi economisti da talk show che da anni ci stanno sfracassando i cabbasisi sproloquiando su spesa pubblica, spending review e sanità. E si potranno sbertucciare tutti quei geni della lampada che hanno imposto prima il numero chiuso alla facoltà di medicina, adesso ci mancano diecimila medici e altrettanti infermieri, e poi, nel nome della razionalizzazione, hanno cancellato i piccoli ospedali di presidio sul territorio e adesso ci mancano i posti letto. Coronavirus sta facendo capire che agevolare la sanità privata a scapito di quella pubblica è stata una fesseria. E ci va posto rimedio. D’altra parte quando le banche,

che per missione hanno il far soldi, diventano azioniste degli ospedali, che per missione hanno curare la gente, c’è qualcosa che non va. E anche a questa riflessione mai saremmo arrivati senza il coronavirus.

Infine l’ultimo fatterello: gli ultimi due incontri della nostra nazionale di rugby nel 6 nazioni, contro Irlanda e Inghilterra sono stati rimandati il che significa che è anche rimandato il nostro quindicesimo cucchiaio di legno. E anche questo fa bene al morale.

Buona settimana e buona fortuna.
 




mercoledì 4 marzo 2020

Luca Zaia, i topi e i gatti.


Anche Topo Gigio entra nel girone del coronavirus grazie a Luca Zaia. Le abitudini alimentari di alcuni cinesi e di alcuni veneti non sono poi così distanti. Luca Zaia surclassa Attilio Fontana.


 
E’ in atto una lotta senza esclusione di colpi tra i due governatori leghisti di Lombardia e Veneto. La posta in gioco è alta: come passare alla storia con la dichiarazione o l’atto più sconvolgente. Senza dubbio il Presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha giocato tre forti atout in soli due giorni: prima dichiarando che, essendo stato in contatto con una sua collaboratrice colpita da coronavirus, si sarebbe messo in auto quarantena (e qui non pochi hanno sperato in un piacevole silenzio), poi dimostrando come un imbranato cerca di indossare la mascherina antivirus (e qui ci si è sganasciati) e infine decidendo di passare la notte negli uffici della regione (e qui ha rotto cabbasisi e zebedei a chi si è trovato di turno ai servizi generali). Insomma mica bruscoli.
A questo punto per l’allampanato Luca Zaia, la sfida si è fatta vibrante, ribattere al Fontana è diventato arduo. Una notte insonne di pensieri e ripensieri e, soprattutto, di telefonate con gli esperti della comunicazione trash  che più trash non si può ed ecco arrivare l’idea: dimostrare come tutta la colpa dell’epidemia sia dei cinesi. Sembra una banalità , ma se ci si mette dietro una robusta reason why magari la cosa può far colpo.  Quindi in quattro e quattrotto ecco allestita una bella intervista dove il presidente trevigiano dichiara che se in Veneto ci sono solo 116 casi positivi «di cui 63 stanno bene» questo è dovuto all’igiene della popolazione e al modo tutto locale di avere una alimentazione sana. Mica come i cinesi che, intradetto si lavano poco e, parole testuali: «li abbiamo visti tutti mangiare i topi vivi e altre cose del genere.» Topi vivi, topo Gigio incluso.. Avete capito bene. Lo Zaia Luca ha visto cinesi mangiare topi vivi. La notizia fa il giro del mondo, un modo pittoresco per allentare la tensione. Sembrerebbe. Ma in particolare la notiziola si ferma alla ambasciata cinese i cui diplomatici, con educazione,definiscono queste parole come “offese gratuite”. Charles Bukowski avrebbe senz’altro utilizzato parole più chiare e pertinenti.
Tuttavia in questo modo il governatore veneto ha dato la biada a quello lombardo e anche di diverse lunghezze, ma questo non gli è bastato ha quindi deciso di aumentare il distacco con scuse al di là del ridicolo: «sono stato male interpretato» ha detto, come se una bischerata di nove parole abbia bisogno di chissà quale sofisticata analisi ermeneutica. E poi non contento ha aggiunto: «Non era mia intenzione generalizzare. Intendevo fare una riflessione più compiuta.» Figurarsi che avrebbe detto se avesse fatto una riflessione (si fa per dire) buttata là, senza alcun approfondimento. In Veneto si dice “c’è peso el tacon del buso.”
Per inciso, tra i positivi casi veneti, non c’è neanche un cinese mentre ne sono stati registrati tre nel vicentino. Non sarà perché, come dice la tradizione, i vicentini sono magna gati?
Buona settimana e buona fortuna.