Il Coronavirus ci ha anche fatto scoprire i pirati.
I Fratelli della Costa non stanno neanche tanto lontano, dall’altra parte del
mondo, nei caldi mari delle Antille, ma che li abbiamo a portata di mano. Anzi
siamo noi alla portata delle loro mani. E sono mani rapaci.
Uno dei
paradossi della situazione che stiamo vivendo è che mentre noi ci stiamo
impegnando allo spasimo per conoscere Coronavirus, e ne veniamo a capo pochissimo
se non poco, lui, il Coronavirus sta facendo di tutto per farci conoscere
meglio. Si sta dimostrando una sorta di specchio del genere umano. Per esempio
ci ha appena mostrato come esistano ancora i pirati. Però attenzione non si sta
parlando di quel romanticone del Corsaro Nero e dei suoi fratelli, per come ce
li ha raccontati Salgari, ma di farabutti e cialtronazzi della più bell’acqua.
Il Coronavirus
ci ha anche fatto scoprire che i Fratelli
della Costa non stanno neanche tanto lontano, dall’altra parte del mondo,
nei caldi mari delle Antille, ma che li abbiamo a portata di mano. Anzi siamo
noi alla portata delle loro mani. E sono mani rapaci.
Nei giorni
scorsi i Cinesi che sembrano volerci bene, sarà in ricordo Marco Polo o del
gesuita Matteo Ricci, ci hanno mandato un bel po’ di mascherine e materiali
vari per aiutarci a combattere il malefico virus. Purtroppo gli aerei cinesi
hanno dovuto fare uno scalo tecnico nella repubblica Ceka e mal gliene incolse.
Infatti le autorità di questo Paese, Paese europeo, hanno dato una mano ad
alleggerire il carico. Anzi se lo sono preso tutto e con la destrezza dei
migliori ladri matricolati l’hanno fatto sparire in un batter d’occhio.
Scoperti, prima hanno tentato di negare, come fanno tutti i cialtroni, poi
hanno parlato di un equivoco e infine hanno detto che oramai non si poteva fare
più nulla: avevano già distribuito tutto il materiale ai loro ospedali che, nel
più solerte dei modi l’ha già registrato e messo in uso: l’efficienza ceka. Per
non essere da meno hanno fatto qualcosa di simile anche le autorità polacche.
Anche loro dei fulmini nel distribuire subito il requisito.
E noi? E il
nostro governo? Ci siamo rimasti mali. Ma ancora di più ci devono essere
rimasti male il Salvini Matteo e la Meloni Giorgia, perché alla testa dei due
stati ci stanno amici loro: nella repubblica Ceka c’è Andrej Babiš che ha
fondato un partito tutto suo, si chiama ANO 2011, con l’obiettivo di
“combattere la corruzione e altro nel suo Paese”. Si deve essere dimenticato
nel programma del settimo comandamento. Può capitare. In Polonia invece comanda
Andrej Duda che è il capo del partito Diritto e Giustizia, nome emblematico
quant’altro mai.
Sia Duda sia
Babiš hanno lo stesso slogan: “prima i polacchi” e “prima i ceki”. E infatti si
sono fregati i materiali che dovevano arrivare prima agli italiani. Ci sarà
modo per Salvini Matteo e per Meloni Giorgia di mettere insieme un paio di
pensieri sul fatto che se tutti sono prima degli altri si cade al volo nel homo homini lupus.
Buona settimana
e buona fortuna
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