Anche Topo Gigio entra nel girone del coronavirus
grazie a Luca Zaia. Le abitudini alimentari di alcuni cinesi e di alcuni veneti
non sono poi così distanti. Luca Zaia surclassa Attilio Fontana.
E’ in atto una
lotta senza esclusione di colpi tra i due governatori leghisti di Lombardia e
Veneto. La posta in gioco è alta: come passare alla storia con la dichiarazione
o l’atto più sconvolgente. Senza dubbio il Presidente della regione Lombardia,
Attilio Fontana, ha giocato tre forti atout
in soli due giorni: prima dichiarando
che, essendo stato in contatto con una sua collaboratrice colpita da
coronavirus, si sarebbe messo in auto quarantena (e qui non pochi hanno sperato
in un piacevole silenzio), poi dimostrando come un imbranato cerca di indossare
la mascherina antivirus (e qui ci si è sganasciati) e infine decidendo di
passare la notte negli uffici della regione (e qui ha rotto cabbasisi e zebedei a chi si è trovato
di turno ai servizi generali). Insomma mica bruscoli.
A questo punto
per l’allampanato Luca Zaia, la sfida si è fatta vibrante, ribattere al Fontana
è diventato arduo. Una notte insonne di pensieri e ripensieri e, soprattutto,
di telefonate con gli esperti della comunicazione trash che più trash non si può ed ecco arrivare
l’idea: dimostrare come tutta la colpa dell’epidemia sia dei cinesi. Sembra una
banalità , ma se ci si mette dietro una robusta reason why magari la cosa può far colpo. Quindi in quattro e quattrotto ecco allestita
una bella intervista dove il presidente trevigiano dichiara che se in Veneto ci
sono solo 116 casi positivi «di cui 63 stanno bene» questo è dovuto all’igiene
della popolazione e al modo tutto locale di avere una alimentazione sana. Mica
come i cinesi che, intradetto si lavano poco e, parole testuali: «li abbiamo
visti tutti mangiare i topi vivi e altre cose del genere.» Topi vivi, topo
Gigio incluso.. Avete capito bene. Lo Zaia Luca ha visto cinesi mangiare topi
vivi. La notizia fa il giro del mondo, un modo pittoresco per allentare la
tensione. Sembrerebbe. Ma in particolare la notiziola si ferma alla ambasciata
cinese i cui diplomatici, con educazione,definiscono queste parole come “offese
gratuite”. Charles Bukowski avrebbe senz’altro utilizzato parole più chiare e
pertinenti.
Tuttavia in
questo modo il governatore veneto ha dato la biada a quello lombardo e anche di
diverse lunghezze, ma questo non gli è bastato ha quindi deciso di aumentare il
distacco con scuse al di là del ridicolo: «sono stato male interpretato» ha
detto, come se una bischerata di nove parole abbia bisogno di chissà quale
sofisticata analisi ermeneutica. E poi non contento ha aggiunto: «Non era mia
intenzione generalizzare. Intendevo fare una riflessione più compiuta.»
Figurarsi che avrebbe detto se avesse fatto una riflessione (si fa per dire)
buttata là, senza alcun approfondimento. In Veneto si dice “c’è peso el tacon
del buso.”
Per inciso, tra
i positivi casi veneti, non c’è neanche un cinese mentre ne sono stati
registrati tre nel vicentino. Non sarà perché, come dice la tradizione, i
vicentini sono magna gati?
Buona settimana
e buona fortuna.
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