Ciò che possiamo licenziare

venerdì 25 giugno 2021

Quanto sono brutte le donne rifatte.

Prima un ritocchino poi pomelli esagerati, bocca a scatola di zolfanelli, labbra pendule e occhio cinesizato. Tutte le rifatte si assomigliano, effetto marionetta, e sembrano il Joker di Nicholson. Molte star americane sono pentite, non le nostre attrici, giornaliste, politiche, blogger,  che continuano a  taroccarsi.

La questione della bellezza, lasciando da parte il mito nonché le implicazioni filosofiche di Platone, Aristotele, Plotino e poi Kant ed altri della loro schiatta che se facessero una passeggiata nei nostri giorni avrebbero di che apprezzare il Malox, ha da sempre angustiato l’umanità. E in particolare l’altra metà del cielo. Anche negli scavi riguardanti le più antiche ere dell’avventura umana accanto agli utensili più vari e magari alle armi si trovano sempre oggetti facilmente riportabili all’estetica e alla bellezza.

Da qualche decina d’anni ad oggi la questione si è fatta così stringente da arrivare a sdoppiare la chirurgia plastica, nata per rimediare a drammatici difetti del corpo, alla chirurgia estetica nata per sconfiggere drammatiche parturnie mentali di donne che non si rassegnano al passare degli anni. Quasi esclusivamente  donne. Ci sono naturalmente eccezioni si racconta di un vecchietto incapace di reggere la calvizie che sostituisce con una sorta di moquette e che lotta contro le naturali rughette e i flaccidi glutei per non dire dell’altezza contro la quale nulla ha potuto. Combattere l’invecchiamento per la legge del contrappasso, povero Alighieri, significa mantenere la bellezza di un tempo. Pia illusione di cui tutte le sere, in televisione si constta il fallimento. I visi ritoccati di giornaliste, attrici, influencer, scrittrici, imprenditrici, politiche eccetra eccetra stanno lì a dimostrarlo. Plasticamente. Ops!

All’inizio fu Botox, nelle intenzioni doveva solo stirare le rughe d’espressione, ma stira e stira è diventata la buccia di banana su cui molte sono scivolare e dunque ecco comparire, come per miracolo, pomelli ultra cinquantenni  così tondi e tesi da far invidia a delle diciottenni. Però i pomelli da soli non bastano  e quindi che fare per ridefinire il contorno del viso, alzare le guance e gli zigomi e magari ringiovanire il collo? Ma ci sono i Fili di Sospensione: sono di materiali riassorbibili, si inseriscono facilmente e senza anestesia. Solo qualche problemino: guance scavate, che fra un po’ si toccano, bocche a scatola di zolfanelli con labbro inferiore pendulo,  al confronto quella di Mafalda disegnata da Quino pare quella di una bimba e last but not least il trattamento va ripetuto con regolarità. E ad ogni passaggio l’effetto marionetta si allarga. L’effetto marionetta è quello che porta in alto gli angoli della bocca e fa diventare ogni viso la grottesca caricatura del Joker di Jack Nicholson, ma cinese. E già perché da qualche parte bisogna pure agganciarsi e così facendo le rifatte più o meno  si assomigliano tutte: stessa bocca, stessi angoli all’insù, stessi occhi in chiusura e più passa il tempo più si assomigliano e si rendono ridicole. Anche perché il collo non è così facile da trattare e le mani comunque denunciano l’età. E attenzione: se si ride con troppa felicità c’è il rischio che si smolli tutto e ci si trovi i pomelli a far da bargigli. Invecchiare con dignità, no? Magari come Ilaria Occhini.. Attrici come Meggy Rayan, Nicole Kidman, Cher, tra le altre, si sono dette pentite di aver sottoposto il loro corpo alla chirurgia estetica, ma questo non è servito a scoraggiare le nostre. In Italia ci si sente sempre e le più furbe (i più furbi) del mondo.

Buona settimana e buona fortuna.

 

 

venerdì 18 giugno 2021

Come incassare miliardi, dimenticare 43 morti e vivere felici.

Sembra il titolo di una commedia americana, ma è stata una tragedia. Si incassano 7,9 miliardi, se ne pagano 13 al manager e gli spiccioli ai parenti dei morti. Un tanto incasso non scatena neanche un po' di adrenalina e si dormono sonni tranquilli. Occhio non vede cuore non duole.


C’era una volta un bel film dal titolo “Come rubare un milione di dollari e vivere felici” , era interpretato da una stupenda Audry Hepburn e da un fascinoso Peter O’Toole. In realtà il titolo traeva, almeno un pochino, in inganno poiché i due non rubavano veramente, solo per finta: semplicemente facevano sparire un falso dal mercato dell’arte. Falso valutato, appunto, un milione di dollari. Si trattava di una tipica commedia americana con doveroso happy end. Al contrario il film che è andato in onda in questi anni (dal 2018)  e che prosegue e finirà nei prossimi mesi ha tutt’altra trama. Innanzi tutto il quantum: non si tratta di un milione di dollari, ma di 7,9 miliardi di euro, la differenza non è di poco conto, in seconda battuta non si tratta di una commedia, ma di una tragedia: un ponte crollato che si tira dietro 43 morti. Che non sono pochi. La trama parla di mancanza di manutenzione di lavori non fatti, di report falsificati, di opere in ammaloramento costante, di profitti enormi, addirittura esponenziali, anno su anno. E fino al 18 agosto 2018, pur con qualche apprensione, minima s’intende, le apprensioni in questi casi sono veramente minime, si poteva anche vivere felici. Anzi ci si baloccava e si dava addirittura inizio con larghissimo anticipo all’era dello smart working, ma non da un appartamentino di cianquanta metri quadrati, ma da una barca. Una barca: una casa galleggiante con tutti i confort e i collegamenti che gli studenti della dad si sognano. Sempre innovatori. Innovatori sì, ma con la spiccata propensione a non  chiedersi mai come quei 3 mila kilometri di autotrada, con “solo” 4  milioni di utenti quotidiani potessero generare così tanti profitti. Ma si sa: certe volte meglio non chiedere e poi, come dice il proverbio: occhio non vede cuore non duole. E cosa si fa per non far dolere il cuore? Anche se deve aver sofferto un pochino quel cuore  quando ha dovuto liquidare l’artefice di tanti profitti, generati a insaputa degli azionisti, con tredici milioni. E un pochino deve aver avuto  un sobbalzino quel cuoricino quando ha sborsato circa 60 milioni per risarcire i 205 parenti dei morti. Una media, tra moglie, figli, genitori e altri vari, di trecento mila euro secondo le “regole Milano”.  Eh beh, sono importi che toccano, non c’è dubbio. Ovviamente gli animi più sensibili, mica i ciniconi della finanza. Comunque anche questo film ha il suo happy end: è il brindisi che si fa quando si incassano i 7,9 miliardi, di cui 2,4 entrano direttamente nelle casse della famiglia. Eh beh, son soddisfazioni. Certo c’è da domandarsi come tante soddisfazioni  non scatenino neppure un poco di adrenalina e consentano di dormire sonni tranquilli. E permettano di cancellare i 43 morti. Ma se non sono lì, e non li hai conosciuti  e non li hai visti il cuore non può dolersene.

Buona settimana e buona fortuna.

venerdì 4 giugno 2021

Salvini è apparso alla Madonna.

 Di solito succede il contrario, ma con il turboleghista, tre opinioni diverse in due giorni, nessuno resiste. La pietas cristiana di Libero. La sciagura del Mottarone e quella del Morandi. Il Vendola Niki si lamenta della giustizia.

 


Che l’Italia fosse terra di santi lo si sapeva da lunga pezza, che lo sia ancora oggi se ne ha conferma per l’elevazione al rango di beato di Livatino Rosario,il magistrato. Ma si sa i santi non sono mai abbastanza e poi avere dalla propria il divino è di grande aiuto e dunque per evitare un calo di tensione vi ha messo rimedio il Salvini Matteo. Con un salto in quel di Fatima ha fatto quattro chiacchiere con la Madonna per ottenerne direttive. Dialogo proficuo a quanto ha raccontato il Salvini a Libero, giornale devoto e sommamente vocato alla pietas cristiana. A quanto pare la Madonna è molto coinvolta nelle beghette di questa destra un po’ sovranista, un po’ razzista, un po’ sessista, un po’ bacchettona, un po’ (tanto) olgenttina, un po’ bigotta, un po’ (troppo) pescata con le mani nella marmellata e ha dato consigli. Per modestia il Salvini Matteo non ha menzionato che i ruoli si sono invertiti: è lui che è apparso alla Madonna. Così come ha dimenticato di dirle, alla Madonna, di essersi messo con i radicali per sistemare la giustizia terrena. Forse non era sicuro della risposta, quindi meglio sorvolare. Bypassato questo bell’esempio di genuina fede son da chiosare una manciata d’altre notiziole che vedono la giustizia protagonista: c’è l’ammissione di un dipendente della funivia del Mottarone: «tutti sapevano» ha detto. Tutti meno il gestore e il direttore d’esercizio. C’è una certa affinità con il ponte Morandi: anche lì morti, anche lì chi intascava i dividendi non sapeva e anzi prossimamente riceverà un po’ di miliardi, così tanto per dire.  In quel di Taranto, processo ex ILVA: tutti colpevoli con pene pesanti. Stupisce la forma del commento di Niki Vendola: «giustizia malata che calpesta la verità.» Non suona formalmente bene: fa un po’ destra.. Così come stupisce la sentenza d’appello che ha assolto per non aver commesso il fatto l’ex sindaco di Lodi. Il fatto è che l’ex sindaco aveva confessato il fatto cioè l’illecito e il tentativo di cancellarne le prove. Sono da attendere le motivazioni chissà che non si tratti di un altro miracolo. Ha poco di miracoloso invece la condanna, in primo grado, dei commercialisti della Lega. Anche di questo Salvini non deve aver fatto menzione con la Madonna, forse sa che sui temi della giustizia è particolarmente sensibile. Sensibilità che non sembrano avere alcuni esponenti del Pd che si stanno iscrivendo al partito del referendum radical-leghista. E così all’interno del governo ci sarà un asse verde-rosso, questo sì suona un po’ contro natura. Comunque così è se a loro pare.

Buona settimana e buona fortuna.