Ciò che possiamo licenziare

venerdì 18 giugno 2021

Come incassare miliardi, dimenticare 43 morti e vivere felici.

Sembra il titolo di una commedia americana, ma è stata una tragedia. Si incassano 7,9 miliardi, se ne pagano 13 al manager e gli spiccioli ai parenti dei morti. Un tanto incasso non scatena neanche un po' di adrenalina e si dormono sonni tranquilli. Occhio non vede cuore non duole.


C’era una volta un bel film dal titolo “Come rubare un milione di dollari e vivere felici” , era interpretato da una stupenda Audry Hepburn e da un fascinoso Peter O’Toole. In realtà il titolo traeva, almeno un pochino, in inganno poiché i due non rubavano veramente, solo per finta: semplicemente facevano sparire un falso dal mercato dell’arte. Falso valutato, appunto, un milione di dollari. Si trattava di una tipica commedia americana con doveroso happy end. Al contrario il film che è andato in onda in questi anni (dal 2018)  e che prosegue e finirà nei prossimi mesi ha tutt’altra trama. Innanzi tutto il quantum: non si tratta di un milione di dollari, ma di 7,9 miliardi di euro, la differenza non è di poco conto, in seconda battuta non si tratta di una commedia, ma di una tragedia: un ponte crollato che si tira dietro 43 morti. Che non sono pochi. La trama parla di mancanza di manutenzione di lavori non fatti, di report falsificati, di opere in ammaloramento costante, di profitti enormi, addirittura esponenziali, anno su anno. E fino al 18 agosto 2018, pur con qualche apprensione, minima s’intende, le apprensioni in questi casi sono veramente minime, si poteva anche vivere felici. Anzi ci si baloccava e si dava addirittura inizio con larghissimo anticipo all’era dello smart working, ma non da un appartamentino di cianquanta metri quadrati, ma da una barca. Una barca: una casa galleggiante con tutti i confort e i collegamenti che gli studenti della dad si sognano. Sempre innovatori. Innovatori sì, ma con la spiccata propensione a non  chiedersi mai come quei 3 mila kilometri di autotrada, con “solo” 4  milioni di utenti quotidiani potessero generare così tanti profitti. Ma si sa: certe volte meglio non chiedere e poi, come dice il proverbio: occhio non vede cuore non duole. E cosa si fa per non far dolere il cuore? Anche se deve aver sofferto un pochino quel cuore  quando ha dovuto liquidare l’artefice di tanti profitti, generati a insaputa degli azionisti, con tredici milioni. E un pochino deve aver avuto  un sobbalzino quel cuoricino quando ha sborsato circa 60 milioni per risarcire i 205 parenti dei morti. Una media, tra moglie, figli, genitori e altri vari, di trecento mila euro secondo le “regole Milano”.  Eh beh, sono importi che toccano, non c’è dubbio. Ovviamente gli animi più sensibili, mica i ciniconi della finanza. Comunque anche questo film ha il suo happy end: è il brindisi che si fa quando si incassano i 7,9 miliardi, di cui 2,4 entrano direttamente nelle casse della famiglia. Eh beh, son soddisfazioni. Certo c’è da domandarsi come tante soddisfazioni  non scatenino neppure un poco di adrenalina e consentano di dormire sonni tranquilli. E permettano di cancellare i 43 morti. Ma se non sono lì, e non li hai conosciuti  e non li hai visti il cuore non può dolersene.

Buona settimana e buona fortuna.

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