Ad ogni elezione riemerge il piacere della tomella. E se i referendum non bastano si può tomellare su quanto la Meloni Giorgia sia fascista o su Macron-Scholz-Draghi, i tre Re Magi arrivati in Ucraina. Cercheranno di spiegare a Zelenski cosa sia una tomella, ma lui lo sa già. Da anni.
Domenica 12
giugno, i seggi per i cinque referendum e le elezioni amministrative non si erano
ancora chiusi e già era partita la solita tomella:
tutti vincitori e nessun perdente con, a corollario, considerazioni
sull’astensionismo. Giusto per non perdermi qualcuno per strada decodifico tomella. In quel di Bologna e zone
collegate, dicesi tomella: riversare
fiumi di parole sul prossimo cercando di convincerlo delle cose più disparate (da dizionario bolognese). In altre parole
tutti, ad esclusione del M5S, hanno dichiarato di aver vinto, anche i promotori
dei cinque referendum: è vero che non se li è filati quasi nessuno, ma tra i
quattro gatti che hanno varcata la soglia dei seggi hanno vinto i sì. E facendo due conticini sulla carta
del pane, come era usa fare Bice, la mia tata, si scopre quanto segue: il
referendum più votato, quello sulla separazione delle carriere ha ottenuto il
settantotto e briscola per cento di sì, pari a 23. 211 persone, pari
allo 0,14% degli aventi diritto, sono solo sedicimilioniecinquecentomila. C’è
di che scompisciarsi. Ciò posto la tomella
è proseguita sui “veri” vincitori: tutti. In verità, ha spiegato il professor
D’Alimonte, l’unico dato sensato da valutare è quello relativo all’elezione dei
sindaci alla prima tornata: sono 28 per il centrodestra e altrettanti per il
centrosinistra, quindi parità. Allora si è passati ad analizzare i voti:
sciocchezza sesquipedale, dice sempre il prof D’Alimonte. Se si considerano i
142 comuni sopra i 15.000 abitanti si scopre che la Lega ha ottenuto meno del
6% quando alle ultime europee aveva raggranellato oltre il 30% e i sondaggi
quotidiani la danno oltre il 15%, quindi il dato delle amministrative è poco
verosimile, per non dire farlocco.Tutta colpa della miriadi di liste civiche
che appoggiano ogni candidato. Altro tema: perché l’astensione? E giù fiumi di parole
per dare corpo all’assoluto nulla: la riedizione stanca della tomella, delle ultime dieci elezioni. E
di tomella in tomella siamo già arrivati a giovedì stando sempre in prima pagina
mentre la guerra in Ucraìna è scivolata tra pagina 18 e pagina 20. Come collateral due tomelle fresche di giornata: quanto è fascista la Meloni Giorgia e,
benché fuori tempo massimo, la riedizione dei tre Re Magi: hanno perso la
strada per Betlemme e quindi vanno a Kiev. Quanto è fascista la Meloni? A
giudicare dall’intervento fatto a Vox vien da dire sia più ridicola che
fascista e probabilmente lei stessa riguardando il filmato se ne convincerà.
Una risata sarebbe sufficiente a sommergerla, ma l’italico amore per la tomella la salverà. Cosa ci va a fare il
Draghi Mario con il Macron Emanuel e lo Scholz Olaf a Kiev? Ad espletare un
compito fondamentale: spiegare al combattente e, dice lui, vincente, Zelenski
Volodymyr come si fa una tomella.
Stupiranno i tre Re Magi nel sentirsi rispondere che lui, il Zelenski Volodymyr
lo sa perfettamente cos’è una tomella e
come si confeziona. E ne darà una prova pratica. Tra tomellisti ci si intende.
Buona settimana
e buona fortuna.
Nessun commento:
Posta un commento