Ciò che possiamo licenziare

venerdì 3 giugno 2022

Finalmente un grande successo di Draghi al Consiglio europeo.

A fine giugno il Consiglio tratterà del price-cap, intuizione draghiana. Lui me parla da mesi nell’indifferenza generale, ma finalmente gli onori della cronaca. Chissà se qualcuno ha pensato agli effetti sulla concorrenza. E se Putin risponderà «niet»


E dai e dai, dopo innumerevoli riunioni in presenza e in dad e i tanti sforzi fatti i ventisei  componenti il Consiglio europeo si sono accorti della presenza dell’Italia e più ancora del Draghi Mario.  Lui che quando si pone un obiettivo non c’è forza di santo capace di impedirgli di raggiungerlo. Nessun pensi all’elezione mancata come Presidente della Repubblica, quella non conta. Correva il rischio il Draghi Mario di fare la stessa fine anche in Europa, ma questa volta la perseveranza, la volitività, la  hybris dell’uomo hanno sbaragliato qualsiasi resistenza. Il Mario Draghi ha l’idea giusta per mettere in ginocchio la Russia: in verità non è nuovissima, circola da oltre un mese o più anche se nessuno in Europa se ne è accorto fino a due giorni fa. In apparenza, l’uovo di Colombo: i ventisette, compatti come un sol uomo, pagheranno, questa la proposta draghiana, lo stesso prezzo per il gas russo. Adesso ognuno ha un suo prezzo particolare: chi lo paga un po’ di più, chi un po’ di meno. Prezzo magari ridotto, molto ridotto per impedire al Putin di proseguire e così vincere la guerra. Quelli che la sanno lunga lo chiamano price-cap. In altre parole costituire il cartello dei clienti di Mosca. Di solito succede il contrario: sono i fornitori a fare, sotto banco, cartello per spremere quanto più possono ai consumatori La genialata sta proprio qui: rovesciare il paradigma. Pensate a un imbuto lo rovesciate e avrete una doccia.. Dunque è fatta? Non esageriamo con l’ottimismo, sapete come vanno le cose nel Consiglio europeo: hanno appena deciso l’embargo sul petrolio, ma solo quello consegnato via mare. Ci vorranno, salvo proroghe, eccezioni e ammuine varie, otto mesi perché la misura sia operativa. Campa cavallo. Per chi invece il petrolio lo riceve via tubo, ovvero via oleodotto, cioè Ungheria e Polonia e Germania, tanto per dire, la tagliola scatterà chissà quando. L’iter per la proposta Draghi segue la stessa prassi. I ventisette nella riunione del 31 maggio hanno deciso all’unanimità e plaudenti quanto segue: della proposta Draghi se ne parlerà nella prossima riunione a fine giugno. Il conclamato successo del Draghi Mario sta tutto in quel se ne parlerà. Sul come e con quale risultato finale, non è dato neppure fare un’ipotesi. E quando se ne parlerà ci sarà da ridere, un uguale costo del gas porterà degli squilibri nel quadro economico europeo: la concorrenza ne verrà toccata: qualcuno vedrà ridursi i profitti e perderà il vantaggio competitivo del prezzo del prodotto finito. Bel busillis per gli economisti, moderni azzeccagarbugli.  Tutti i media, comunque, inneggiano alla inebriante vittoria draghiana. Neanche fosse il mondiale di calcio. Nessuno, meno che mai il Draghi Mario, si domanda cose succederà se la risposta del Putin Vladimir fosse un chiaro, semplice e sintetico: «Niet».

Buona settimana e buona fortuna

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