Ciò che possiamo licenziare

domenica 29 maggio 2022

La politica è l’arte del possibile, non del ridicolo.

 Mettere le dita negli occhi del vicino e poi chiedergli il sale per la pasta non è l’arte del possibile.

Il buon Otto von Bismarck, prima di ammettere che senza di lui tre grandi guerre non avrebbero avuto luogo e, a spanne, ottantamila uomini nn sarebbero morti, ebbe a definire la politica come “l'arte del possibile, la scienza  del relativo”. Omise, il principe prussiano, di aggiungere un codicillo: nel concetto di possibile non è incluso quello di ridicolo. L’avesse fatto il nostro Presidente del Consiglio dal sorriso apotropaico, fa tanta simpatia, non avrebbe caricato la spesa pubblica del costo di una telefonata intercontinentale. Difatti l’autoctono camminatore sulle acque dopo essersi distinto come il più accanito dei guerrieri, standosene comodo in quel di Roma e il più feroce dei sanzionatori, qual mai fu veduto più duro e più bello, ha indossato i modesti panni del questuante. Racconta infatti l’ufficio stampa accreditato della telefonata intercorsa tra il Draghi Mario e il Putin Vladimir dove il primo ha chiesto, s’immagina con la doverosa modestia e la giusta creanza, al terribile massacratore di donne e bambini nonché scannatore di militi indifesi di permettere la consegna del grano alle nazioni schierate in campo avverso e con il suo nemico. La qual cosa è come dire: dopo aver messo le dita negli occhi al vicino di pianerottolo bussa alla sua porta per avere il sale da mettere nell’acqua della pasta. Se si raccontasse la seconda scena, omettendo i nomi di personaggi ed interpreti, ci sarebbe da sganasciarsi. Aggiungendoli invece: ancora di più, con pure qualche scuotimento di testa. Atto che mai si nega all’udir di una sesquipedale sciocchezza raccontata con sussiegosa serietà. Ve l’immaginate il mitico e a questo punto rimpianto, Andreotti divo Giulo in questi panni? La mossa questuante, dopo essersi sgolato per il blocco delle esportazioni, di solito si chiamano sanzioni, aver regalato armi, anche se ferri vecchi, ribadire ogni tre per due che si stanno cercando alternative all’attuale fornitore di gas e petrolio, non rientra nel novero dell’arte né della politica e tanto meno del possibile. Semmai dell’avanspettacolo, quello cialtrone. Considerando, or non è passato un mese, come lo stesso postulante cercasse di infiammare il popolo tutto al grido di: la libertà val bene un condizionatore spento. D’estate, ovviamente. Il fatto poi di aver sbandierato il contenuto della telefonata ai quattro venti vien facile inserirlo nella categoria delle bischerate. Così direbbero in Toscana. Non è dato sapere quanto il terribile zar abbia ghignato: probabilmente molto, si racconta per certo se la sia cavata con un amletico «vedremo». Il giorno appresso s’è saputo che lo zar continuerà ad avere contatti con Macron e Scholtz, cioè quelli che contano. Alle elezioni del 2023 mancano ancora molti mesi e a questi migliori non mancheranno le possibilità per peggiorare.

Buona settimana e buona fortuna

1 commento:

  1. Sì, "il nostro Presidente del Consiglio non doveva caricare la spesa pubblica del costo di una telefonata intercontinentale". Però almeno ci siamo risparmiati il costo di un viaggio a Mosca dell'altro Matteo. Ci rimane il ridicolo e, come saggiamente tu concludi, "a questi migliori non mancheranno le possibilità di peggiorare". Questo è poco, ma sicuro ... anzi, questo è troppo e inevitabile.

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