Il
ritorno alle origini è il medicamento palliativo alle sconfitte. Nella
maggioranza dei casi se i pensieri delle origini fossero stati applicati al
potere non si sarebbe arrivati. Le origini di Renzi: il cambiamento o
l’arroganza? Nel secondo caso dalle origini non s’è mai mosso.
Matteo Renzi vuole
ritornare alle origini: non è una novità. Nel triste copione di ogni sconfitta
le giustificazioni si sprecano e coprono le aree più diverse nei modi e nei
toni. Ma c’è un refrain che è
costante: il ritorno alle origini. Che
in realtà sta a significare «son stato troppo buono (con amici e nemici) non
dovevo derogare dalla purezza dell’idea.» Il giusto medicamento o esorcismo che
lenisce (per poco) le ferite e, magari, fa sperare nella volta prossima.
La storia del ritorno
alle origini l’hanno usata tutti e gli esempi son facili. Lo dissero, per non
andar troppo lontano, i quattro scardellati che volevano il ridotto in
Valtellina: parlavano a Mussolini del ritorno allo spirito dei sansepolcristi. Allo spirito del 1994 si sono appellati Brunetta,
Gelmini e Santanché, giusto per dirne tre, dopo l’ultima scoppola berlusconiana.
Adesso ne parla il Renzi.
Nella versione
renziana, al di là della ovvia ilarità, le novità son due: la prima è che il
richiamo venga dal capo e sia rivolto a sé stesso la seconda è che il tempo
passato tra la sconfitta e le evocate origini si conti in mesi e non in
decenni. Ma nel modo 2.0 tutto corre più veloce.
Nelle origini del Renzi
c’era la rottamazione: si butta tutto il vecchio, si fa politica in modo nuovo
e si ricostruisce tutto da capo. Come dire fare la rivoluzione. Ci han creduto
un po’ tutti. Sia quelli che l’auspicavano e quando il Matteo diceva che voleva
rottamare il D’Alema Massimo nelle case del popolo gli applausi facevan tremare
i muri, sia quelli che la paventavano e infatti tutto l’establishement pidiino, salvo trascurabili eccezioni, eran lì a far
muro. E infatti il primo assalto tutto origini e cuore non finì benissimo. Poi
Bersani ed i suoi riuscirono a sbagliare tutto lo sbagliabile e allora il Renzi
si rifece sotto, Sempre con lo spirito delle origini. I vecchi volponi d’apparato
capirono che con la base una qualche chance
il giovanotto ce l’aveva e allora, tutti o quasi, si precipitarono a soccorrerlo
e questa seconda volta ce la fece. Ma nel
momento stesso, della accettazione del soccorso, lo spirito delle origini evaporava.
Un conto è rottamare
D’Alema che oramai naviga nell’empireo suo, fatto da quel 5% di finanziatori di
ItalaianiEuropei che voglion rimanere
ignoti e un conto è rottamare Chiamparino, Fassino, De Luca, Franceschini,
Burlando, Sereni, Pezzopane, Crocetta, Emiliano e tutti quegli altri che i voti
nelle sezioni, nei regionali e in direzione nazionale, ce li hanno per davvero.
E poi ci sono i signori che stanno nelle istituzioni, nelle finanziarie, e
negli enti e nelle aziende di Stato. A cercare di rottamare tutti questi si
corre il rischio di far la fine della prima volta. Che perdere con onore mentre
le bandiere garriscono al vento e rullano i tamburi è nobile e romantico, ma è
pur sempre perdere. E ci si fa male. Quindi a quali origini vuol tornare il
Renzi?
Se, come dice al
Corsera (16/o6/015), l’origine sta nel voler essere sé stesso e quindi nel non
mediare ma nel barricarsi nel solipsismo dell’arroganza, allora, si
tranquillizzi alle origini ci è già arrivato. Lo si vede a occhio nudo. Se
invece le origini sono il cambiamento della politica e dei suoi modi è meglio
che si armi di coraggio, molto coraggio che con l’arroganza c’entra per nulla.
Dimostri coi fatti e non con i proclami. E magari si prepari a tornare a Courmayeur in auto e con il portasii sul tettuccio.
sta a vedere che la candidatura della Moretti in Veneto era stata imposta da quei comunisti di Casson e della Bindi.
RispondiEliminaMagistrale Castru
RispondiEliminaTra gli amici di La Vera Cronaca
RispondiEliminaIl lander lanciato in orbita politica dal PD dopo un anno di percorso nella galassia della politica con alti e bassi di inutili tentativi finisce con l’ammarare nella laguna di Venezia. Miracolosamente tenta la sua ripresa di trasmissioni televisive annunciando un nuovo piano B, prendendo forza dai suoi PANNELLI SOLARI CHE CERCANO IN QUALCHE MODO DI CONTINUARE AD ALIMENTARLO. Il robot che aveva perso i contatti col Nazzareno dovrebbe riallacciare il filo che si era spezzato in una nuova missione sottostando alla guida di chi ha già governato per 20 anni ed è pieno di alte esperienze.
Dott. Castruccio Castracani, questo non è altro il risultato “del fai date” del liberismo sfrenato e sfrontato che ha mandato a gambe all’ aria il Paese. C’è lo dice l’ Europa,…! Questo vanno dicendo da vent’anni a questa parte ma con quale sacrifici? Nessun governo ha mai detto c’è lo dice la Costituzione. Adesso che i danni sono stati commessi, come si vorrà riparare? A mio avviso serve una nuova classe dirigente della Politica che abbia il coraggio di stabilizzare il nostro Paese in modo legittimo, trasparente e produttivo. Chi lo potrà fare ? I giovani, le famiglie italiane e la terza età, coloro che provengono dagli inferni di vita, ma serve innanzitutto che queste persone vengano ammaestrate e guidate secondo i dettami dell’ attuale Costituzione rivestendosi solo di essa il nostro Paese da oggi per 15 anni verrà messo nella possibilità di produrre cose positive, ma serve una unità di intenti. Non è opinabile il riempimento delle piazze, questo provocherebbe un alibi alla politica, ma una serie di analisi e soluzioni che verranno prodotte dal basso, in sintonia con la nostra Costituzione partendo dai punti degli artt. 2 e 3 con il 53 della Cost. per dare equità e giustizia fiscale. Tutte le altre soluzioni realizzate senza la partecipazione dei cittadini italiani sono incostituzionali come lo è il nostro attuale Governo. Finoad oggi, possiamo dire come disse Quelet, non c’è niente di nuovo sotto il sole, serve una ondata di rinnovamento, una alzata di scudi, echi non cavalca l’onda del rinnovamento ne verrà travolto, come la storia ci insegna. Molto sangue è stato sparso, la rabbia genera il coraggio si ripete trai vicoli della povera gente, 15 milioni di cittadini caduti nella povertà, una disoccupazione disumana, siamo in guerra. Solo l’applicazione della Costituzione ci potrà rendere giustizia. E se il muro del liberismo non cadrà, c’è sempre la via dell’ alta Magistratura nel far rispettare la legge.
RispondiEliminaDeve ritornare il rottamatore di prima
RispondiEliminaDeve ritornare a fare il suo lavoro, quello che faceva prima, se lo sapeva fare. Ha fallito e non per colpa degli altri ma per pura incapacità.
EliminaVi rendete conto che ha rottamato soltanto gli italiani lasciando agire indisturbati chi stava già molto bene e poteva fare qualche piccolo sacrificio. Ha rottamato e finito di schiacciare l'economia e con essa le persone che ancora credevano di potercela fare. Ha utilizzato anche lui i soldi delle persone per andare con la famiglia in montagna , e ancora pensate che deve rompere qualcosa di altro ? Beati voi. Secondo me ha rotto già a sufficienza.
EliminaE secondo voi chi andrebbe bene per risolvere i problemi dell Italia.?
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