Ciò che possiamo licenziare

giovedì 18 novembre 2021

Ci manca Marco Tullio Cicerone.

Di Catilina invece ne abbiamo a strafottere. Tra il penalmente perseguibile e il moralmente inaccettabile. Bucare la morale non è reato. Tutti sappiamo, ma non abbiamo le prove.

Quouscue, tandem, abutere Catilina patientia nostra? (fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?) Così Marco Tullio Cicerone, iniziava la prima catilinaria. Si potrebbe trarre un parallelo tra quel novembre del 63 a.C. e l’odierno novembre 2021 se non fosse che ad oggi di Catilina ne abbiamo a strafottere mentre di Cicerone in giro non se ne vede neanche uno. Salvo che non giri in incognito, ma così non vale. Se questo ci salva dall’obbligo dello schierarsi ci lascia tuttavia con l’amaro in bocca. Dei novelli Catilina, si potrebbe fare l’elenco, ma se ne andrebbe tutto il tempo concesso a questa rubrica che merita di meglio. [non si direbbe nulla di nuovo rispetto a quanto i quattro lettori di questa rubrica già conoscono] E poi quello che è sotto gli occhi di tutti è di magnifica evidenza. Ma l’evidenza non basta, da buoni legulei ci si attacca a ciò che è penalmente perseguibile, che è diverso da ciò che è moralmente inaccettabile, rompere la morale non sempre fa reato. Così come viene fatta distinzione tra ciò che è acquisito in maniera irrituale dall’appurato fatto in sé. Tutti sanno, tutti convengono, ma legalità, non giustizia, chiede che l’affermazione sia suffragata da un atto, un pezzo di carta, già sulle testimonianze e financo sulle confessioni che possono essere ritrattate, si va sullo scivoloso, e dunque dalla prova provata. Torna quindi alla memoria  il pezzo di Pier Paolo Pasolini Io so, ma non ho le prove. Poiché tutti sappiamo, ma non abbiamo le prove. E questo non basta a spazzar via dall’orizzonte delle nomine istituzionali consulenti  dell’agenzia cinese Dagong o senior advisor di Duetsche Bank, giusto per dir di due che quatti quatti e lemme lemme fan finta di niente. Che poi in queste consulenze o hanno spiattellato tutto il nostro, quindi lasciandoci nudi, o ne han taciuto parte che sarebbe come dire consulenza farlocca ovvero truffaldina. In entrambi casi poco di bello. Sarebbe come chiamare ad allenare l’Inter il vicepresidente del Milan. Con che fiducia sulla imparzialità delle scelte e degli orientamenti? Anche se così fan tutti. Come quelli che ci han gabolato d’aver risolto una crisi dai labili confini con una telefonata alle 19,30 di un venerdì sera. Come se non si sapesse che dietro quella telefonata, ammesso e non concesso sia avvenuta, non ci siano stati mesi e mesi di consultazioni e di contrattazioni, di do e di des. Certo non così smaccati come in un’altra  volta, tuttavia … Anche in questo caso si sa ma non si hanno le prove. Evvabbé. Così gira l’italico stivale. A chiusa, dicevano i latini: Senatori boni viri senatus mala bestia. Sulla seconda parte non ci piove, anche ai giorni nostri, sulla prima c’è da eccepire: non cento, non dieci, ma ci fosse almeno un giusto su quegli scranni. Magari anche a pagamento.

Buona settimana e buona fortuna.

1 commento:

  1. "...ci fosse almeno un giusto su quegli scranni. Magari anche a pagamento.". Ci fosse. Magari ci sarebbe anche. Io so che c'è, ma non ho le prove.

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