Ciò che possiamo licenziare

mercoledì 27 agosto 2014

Calderoli-Salvini-Littizzetto: un trio italico.

Calderoli, Salvini, Littizzetto: cosa li unisce? La mancanza di senso del ridicolo e delle proporzioni. Uno crede nella macumba. l'altro non sa come funziona l’Iva. E la terza sbandiera 100€ come fosse il milione del signor Bonaventura. Tristezza

Lo scorso 11 agosto Roberto Calderoli, ahinoi senatore della Repubblica, ha rilasciato a Il fatto quotidiano una intervista anima e core nella quale tracciava una sorta di punto della sua vita, politica e non. Vita piena di rimpianti. Capita anche ai peggiori. In questa, oltre che annunciare il suo prossimo ritiro (ma non ha specificato né giorno né mese, né anno) confessa di aver sparato stupidaggini, Camilleri direbbe minchiate, solo per avere spazio sui giornali. E non è il solo. In qualche modo si dichiara pentito di un simil modo di fare il che denota che anche un gallo-selta della sua stazza da qualche parte, magari ben nascosta, ha della sensibilità. Ma non è vero. Ad appena quindici giorni dall’intervista eccolo ancora agli onori della cronaca. Questa volta è per chiedere coram populo al padre della ex ministra Kyenge Cècile  di togliergli la macumba di cui si ritiene oggetto. Ma come? Uno abituato a calcare il pratone di Pontida, uno che beve l’acqua del Po (che magari era acqua minerale) uno che ha passato la vita a fare lo stuoino di Bossi, non del Trota ma dell’altro. Uno che ha parlato di bingo-bongo e poi ha inventato la legge porcata e mantiene il coraggio di guardarsi allo specchio tutte le mattine, uno così ha paura della macumba? Calderoli crede nella macumba come le vecchie contadine analfabete dei secoli passati credevano nel malocchio. Allora dovrebbe rivolgersi a Vanna Marchi&;figlia. O comprare un cornetto di corallo. Ancora una volta Calderoli ha lanciato una fesseria, direbbe Pratolini una bischerata, per leggere i suo nome sui giornali. Bene. Ce l’ha fatta ancora. A ricoprirsi di ridicolo. Quello che aveva cumulato fino ad ora non gli basta.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è mosso anche il nuovo segretario della Lega, Salvini Matteo. Dato che squadra che vince non si cambia anche lui ha pensato bene di sparare qualche marunada, come si dice ad Alzano Lombardo dove ha tenuto la sua performance. Nel video postato dal corriere.it (1)  il prode ed ingrassato Salvini, pure un po’ bolso, invita i suoi a disertare i supermercati in favore dei piccoli negozi e a non farsi fare lo scontrino fiscale. Perché così, dice lui, non si versa l’Iva allo Stato. Questa oltre che una marunada è anche una stupidada (sempre in bergamasco) perché l’Iva il negoziante l’ha già pagata quando ha fatto l’acquisto del prodotto dal suo fornitore. L’unica cosa che si ottiene non chiedendo lo scontrino è di far evadere la tasse al negoziante. Evidentemente Salvini non ha ben chiaro come funzione il sistema dell’Iva. Magari una secchiata d’acqua gelida per snebbiare le idee gli farebbe bene.

Secchiata d’acqua che invece s’è beccata la Littizzetto dopo aver sventolato due biglietti da 50€ come suo contributo alla ricerca contro la Sla. Il mondo del web l’ha subito criticata per l’esiguità dell’importo. Ma d’altra parte ognuno dà quello che può o vuole e i parametri sono personali. Forse la Littizzetto ha voluto agire su quello della proporzione. Probabilmente  legando la donazione al  livello della sua comicità. E allora 100€ sono più che sufficienti. Magari c’è pure da darle il resto. Comunque si è giustificata: prima ha detto di essere caduta dal pero, che spesso lo sembra per davvero e pure che abbia battuto la testa. Poi ha aggiunto di aver fatto una stupidata, quindi ha voluto sottolineare che lei mai direbbe quanto versa in beneficenza. Probabilmente per non arrossire. Comunque: volendo si può cartesianamente dubitare di tutto. Pure anche di questo. Alla fine della fiera però pare che le varie secchiate abbiano portato nelle casse 300.000€. Un po’ pochino in proporzione ai personaggi (e relativi redditi) che si sono scomodati. Magari ci si aspettava qualche cosina di più non foss’altro in pagamento della visibilità che la secchiata d’acqua ha portato. Ma questo è il Paese dei proclami e della demagogia. Non dei fatti.

Ps. Il padre di Cècile Kyenge ha risposto che forse gli antenati sono arrabbiati con il Calderoli. Certo sarebbe da vedere uno che rivendica di essere l’antenato di Calderoli. Che poi trovarne più di uno è tutto da dimostrare.  Infine: è notorio che gli antenati hanno un sacco di cose da fare . Figurati se si perdono dietro a uno che crede nella macumba. Uno così gli antenati lo cancellano dall’albero genealogico.

1 commento:

  1. Unendo i tre cervelli....si riesce a fare uno di gallina?

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