I fronti pro e contro i burkini sono eterogenei
quanto quelli sul referendum costituzionale. Se sono i centimetri quadrati di femminile
epidermide scoperta a difendere l’occidente almeno in luglio e agosto non si
corrono pericoli. Per l’inverno è altra storia. Sulla questione non è
intervenuto Maurizio Gasparri e neppure Lorenzo Guerini, ma non bisogna farci
l’abitudine. In compenso l’ha fatto la Serracchiani, non tutte le ciambelle
escono con il buco.
Bikini, burkini e costumi interi: a ciascuna il suo |
I due italici fronti,
pro e contro burkini, sono eterogenei quanto basta. Quasi quanto quelli che si contrappongono al prossimo referendum sul
cambiamento della costituzione. In quello contro stanno abbracciati i
sunnominati Santanché-Salvini-Meloni-Maroni e inopinatamente Paolo Flores
D’arcais, Lorella Zanardo che non approva il burkini perché una volta bagnato
si riempie di sabbia, e la filosofa Donatella De Cesare con la quale di tanto
in tanto sono d’accordo, ma non questa volta. Credo se ne farà una ragione.
Il fronte se non
proprio pro burkni, almeno tollerante, è eterogeneo quasi quanto quello del NO
al referendum e va dal cardinale Pietro Parolin, al suo antipatizzante Giuliano
Ferrara alla sociologa Chiara Saraceno. Quest’ultima ha sostenuto, pur come
ovvio non approvando la scomoda bardatura, che il burkini potrebbe essere un
passo, magari piccolo, per l’emancipazione della donna islamica. Anche perché,
ha sottolineato, «l’alternativa al burkini non è il bikini ma più semplicemente
stare a casa. Non andare in spiaggia.» Con ciò dimostrando che c’è chi parla di
quello che sa e chi sa di quello che parla. Alleluja.
L’idea di
mandare vigili a pattugliar le spiagge e a far multe alle signore che non
vogliono spogliarsi sarebbe piaciuta a Dino Risi che ne avrebbe tratto un
esilarante episodio per la sua collezione di Mostri. Al senso del ridicolo non
c’è limite. Senza contare che vigili o poliziotti o carabinieri furono mandati
sulle italiche spiagge, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, con manuale
d’istruzione e righello per misurare le dimensioni dei due pezzi. Sotto una
certa misura scattava la multa. In quel caso si temeva che l’occidente sarebbe
stato distrutto dalla troppa epidermide esposta. All’epoca l’occidente doveva essere
debolissimo. C’è da scommettere che gran parte degli antiburkinisti di oggi
sarebbero stati contro i bikini di ieri e viceversa.
Infine che proprio il
sindaco di Cannes, crogiolo di libertà e di anticonformismo, si metta a discettare sui
costumi da bagno e ad approvare questi e vietare quelli racconta di come
l’occidente si senta debole. E di questo ci si dovrebbe preoccupare ed
occupare. Dopo di che: ognuno si faccia
bellamente i burkini suoi.
Maurizio Gasparri è intervenuto e per l'occasione si è fatto crescere la barba. E' bellissimo !
RispondiEliminaVuoi dire che mi sono perso un'altra perla? Cerco subito la sua esilarante dichiarazione.
EliminaFrancamente è un dibattito che non mi appassiona
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