Sallusti vuole che si ripeta il miracolo del duo
Berlusconi-Bertolaso andato in scena a L’Aquila. Renzi: magari anche no. La
solita solidarietà pelosa di politici che invadono twitter. I casi Lupi Serracchiani.
Ferruccio De Bortoli gioca con le parole. E fa male.
Di Alessandro
Sallusti tutto si può dire meno che non sia un fine umorista. Lo ha dimostrato molte
volte nel suo disperato immolandosi in difesa del fratello del suo editore.
L’ha fatto una volta di più (di immolarsi e di manifestare il suo sense of humor) scrivendo l’editoriale
dal titolo «Forza Italiani Forza Renzi» apparso oggi, 25 agosto, sul quotidiano
che meritatamente dirige. Solo a un fine umorista poteva venire in mente di
raccomandare all’attuale Presidente del Consiglio di ispirarsi per la gestione
del dopo terremoto di Amatrice a quanto fece il duo Berlusconi-Bertolaso sette
anni fa a L’Aquila.
Il simpatico direttore de il Giornale non si trattiene dal definire quell’operato come «il miracolo del duo Berlusconi-Bertolaso». E infatti è stato più che miracoloso andare a far passerella per ben 31 volte in quella martoriata città in meno di due anni di presidenza del consiglio, che neanche Naomi Campbell durante la settimana della moda. Per gli amanti della statistica significa quasi più di una volta al mese tenuto conto che negli ultimi del 2011 il Berlusconi Silvio aveva ben altre gatte da pelare. E altrettanto miracoloso è stato che nessuno si sia sfracellato al suolo stando sui balconcini delle case prefabbricate piazzate nelle sedicenti newtown. Così come ha anche del miracoloso che i denari immediatamente inviati da Obama, Merkel e dagli altri cinque capi di Stato presenti a quel G8 non siano stati adoperati per procedere hic et nunc alle opere cui erano stati destinati. E come non bastasse nella speciale classifica dei miracoli del duo B&B (che non sta per Bed&Breakfast anche se qualche attinenza con la prima delle due “b” senz’altro c’è) è il fatto che lo stato del centro storico de L’Aquila nel novembre del 2011, alla fine della trista avventura del Berlusconi Silvio a palazzo Ghigi fosse più o meno quello della mattina del 6 aprile 2009. Che poi nei cinque anni a seguire poco o nulla sia cambiato non è un buon motivo per giustificare il pregresso. Per chi infine avesse perso il senso della memoria, e senz’altro il Sallusti Alessandro è tra questi, può far un tuffo in quei giorni rivedendo il documentario di Sabina Guzzanti dal titolo Draquila. Comunque il Renzi Matteo ha già declinato l’invito sallustiano rispondendo in tempo quasi reale: «Non faremo quello che ha fatto Berlusconi.» Ottimo, finalmente. Sempre che poi non si arrivi a fare peggio che come noto al peggio non c’è limite.
Il simpatico direttore de il Giornale non si trattiene dal definire quell’operato come «il miracolo del duo Berlusconi-Bertolaso». E infatti è stato più che miracoloso andare a far passerella per ben 31 volte in quella martoriata città in meno di due anni di presidenza del consiglio, che neanche Naomi Campbell durante la settimana della moda. Per gli amanti della statistica significa quasi più di una volta al mese tenuto conto che negli ultimi del 2011 il Berlusconi Silvio aveva ben altre gatte da pelare. E altrettanto miracoloso è stato che nessuno si sia sfracellato al suolo stando sui balconcini delle case prefabbricate piazzate nelle sedicenti newtown. Così come ha anche del miracoloso che i denari immediatamente inviati da Obama, Merkel e dagli altri cinque capi di Stato presenti a quel G8 non siano stati adoperati per procedere hic et nunc alle opere cui erano stati destinati. E come non bastasse nella speciale classifica dei miracoli del duo B&B (che non sta per Bed&Breakfast anche se qualche attinenza con la prima delle due “b” senz’altro c’è) è il fatto che lo stato del centro storico de L’Aquila nel novembre del 2011, alla fine della trista avventura del Berlusconi Silvio a palazzo Ghigi fosse più o meno quello della mattina del 6 aprile 2009. Che poi nei cinque anni a seguire poco o nulla sia cambiato non è un buon motivo per giustificare il pregresso. Per chi infine avesse perso il senso della memoria, e senz’altro il Sallusti Alessandro è tra questi, può far un tuffo in quei giorni rivedendo il documentario di Sabina Guzzanti dal titolo Draquila. Comunque il Renzi Matteo ha già declinato l’invito sallustiano rispondendo in tempo quasi reale: «Non faremo quello che ha fatto Berlusconi.» Ottimo, finalmente. Sempre che poi non si arrivi a fare peggio che come noto al peggio non c’è limite.
Qualche
dubbietto comunque il Renzi Matteo lo lascia dicendo «non lasceremo solo nessuno.»
Che in potenza è una bella frase che però è già stata raccontata e in atto ha
quagliato pochino.
Ma il simpatico
Sallusti non è l’unico ad utilizzare strumentalmente il drammatico evento, ci
si mettono anche i twittatori compulsivi quelli che non possono passare giorno
senza che un loro cinquettio, quando non sono molti di più, invada noiosamente
e melensamente twitter. L’importante è esserci al di là del senso e, talvolta,
della decenza. In casi di calamità la solidarietà, quella virtuale s'intende va a fiumi, per quel che costa. E allora perché non aggiungerci anche un
bell’abbraccio? Lo fanno, quasi con le stesse parole, sia Maurizio Lupi che Debora
Serracchiani entrambi «si stringono alle famiglie delle vittime.» Frase che a
ben guardarla, magari con un po’ di logica, non si capisce cosa voglia
significare anche considerando il fatto che gli estensori della medesima se ne
stanno ben distanti e magari anche comodi. Insomma il solito esercizio di
retorica che nulla sposta sul lato pratico, specialmente se personale. Altro
sarebbe se alle parole seguissero fatti come ad esempio impegnare l’orologio di
famiglia o magari rinunciare ad una mensilità, soprattutto da parte di chi ne
ha più d’una, e devolverne il ricavato a uno dei tanti fondi per la
ricostruzione. Magari anche senza tanta pubblicità come fanno tutti quelli che silenziosamente
mettono mano al borsellino. Detto così, senza malizia o retro pensieri.
Poi c’è anche chi si
balocca con le parole e ne mette in fila un tot, calmierato solo dai 140
caratteri. Ferruccio De Bortoli scrive:«#terremoto il dolore per chi non c’è
più, l’aiuto a chi soffre e ha perso tutto, il grazie ai tanti che si prodigano
con tutte le loro forze» Vien da
rispondere: il dolore è cosa seria e va rispettato evitando di infilarsi abusivamente
in quello di chi lo patisce, l’aiuto o è concreto o non è e quindi mano al
portafoglio personale, magari aderendo all’insegnamento «non sappia la mano destra
quello che fa la sinistra». La frasetta sul grazie riecheggia il solito
“armiamoci e partite”. Magari un poco di silenziosa (e concreta) dignità
aiuterebbe.
Impeccabile. L’ho riletto e mi è piaciuto ancora di più.
RispondiEliminaConcentrato dinhomour e saggezza. E proposte concreti$$$ime.
L’avessi scritto io, per una volta tanto sarei stato (non mi capita mai)
orgoglioso di firmarlo.