Messo
spesso in minoranza, se non bandito, il buon senso di tanto in tanto ritorna. Maria
Romana De Gasperi in una breve intervista sul Corriere della Sera mette in fila
passato e presente del Paese. Lo fa con buon senso. Forse in dose eccessiva per
quanto possa assorbirne l’italico popolo. Che a capirlo poi è tutta un’altra
storia.
Negli ultimi venti anni e forse pure qualcuno in
più, il caro vecchio buon senso ha avuta vita grama.
Una congiura ben
organizzata, non si sa da chi, lo ha emarginato dalla vita pubblica (e non
solo) degli italici. Tuttavia nonostante i continui disperati impegni dei cucuzzari, di turno che si trovano ben
spalmati lungo tutto lo stivale e in tutte le classi sociali, di tanto in tanto
il buon senso riemerge. E talvolta anche nei territori che, apparentemente,
sono marginalmente ai confini della politica. L’ultimo caso di buon senso
applicato è stato fornito dalla Signora Maria Romana Catti De Gasperi, figlia
di Alcide De Gasperi. In una intervista di quattro colonnette sul Corriere
della Sera a firma di Paolo Conti (20 agosto) ha dispensato tanto buon senso
quanto difficilmente l’italico popolo, per non dire della sua sé-dicente classe
politica, per usare la terminologia di Gaetano Mosca, sia in grado ricevere.
Che immaginare lo possa anche capire sembra voler forzare le leggi basilari della
natura.
Cosa ha detto di così speciale la Signora Maria
Romana Catti De Gasperi? In verità nulla ha solo messo in fila due o tre dati analizzandoli
con semplice buon senso. Alla domanda su come consideri il fatto che gran parte
del mondo politico si sia messo a commemorare suo padre ha risposto: «Oggi è
quasi una necessità …. C’è la necessità di trovare personalità che possano
onestamente prendere in mano le redini della situazione.» Le parole chiave dello
stringato riassunto sono solo due: “personalità” e “onestamente”. Dove la
prima risulta essere l’esatto opposto di
“guitto-piazzista-masscomunicatore” ed affini mentre la seconda va a cozzare
contro le demagogiche promesse e le peracottate ad esse annesse. E tra queste ultime
non va ignorata quella di Giuseppe (meglio noto come Beppe) Fioroni che ha
proposto di dedicare a De Gasperi la
prossima Festa dell’Unità. La ribattuta ha l’effetto di una rasoiata: « In
verità mi sembra una cosa strana.» ha commentato la Signora De Gasperi. E in effetti è strano anche ritrovarsi Fioroni
in Parlamento. Ma magari questa è l’ultima volta. Ammesso che le deroghe come i
condoni sia finiti per sempre. Si spera.
Il buon senso vuole che non si replichi ad ogni
bischerata dal sen fuggita che altrimenti si passerebbe la vita a spenderlo
inutilmente e quindi la Signora De Gasperi insiste nel non commentare
l’affermazione del 2003 del domiciliato di Arcore: «Sono l’erede di Alcide De
Gasperi.» Forse basta, oggi come allora, un sorriso muto. Di quelli riservati alle
barzellette mal riuscite. Sul giovane Renzi e il suo governo vien difficile
anche a lei di dare dei giudizi anche se il punto chiave è:«Bisogna essere
sinceri: chi altro abbiamo oggi?» Che poi è come dire che il suddetto è figlio,
ad esser generosi, dell’inanità e dell’ inconcludenza, giusto per fermarsi qui,
in prima battuta del suo partito, gruppo dirigente e base, anche se questa si
chiama sempre fuori e poi della classe politica nel complesso, sempre
nell’accezione di Mosca.
Ma il punto vero, che come al solito arriva in
fondo e gli vien dato poco spazio, sta nel fatto che: « I politici sono il
riflesso della gente, della società del momento. Sarebbe bene non dimenticarlo
mai.» Già. Al buon senso non servono
molte parole e neppure troppo spazio, ma non c’è smemorato peggiore di chi non
vuol ricordare. E gli abitanti dello stivale hanno memoria corta. Anzi cortissima.
Con tutto il rispetto per il fu de gasperi, ma una signora che dice: chi altro abbiamo oggi, la fa capire tutta su come vede la politica, e forse è meglio che non partecipi, sennò ne avremmo un altra da pagare.
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