Renzi
va dove si produce e non dove si chiacchiera. Dice lui. Gli altri si adombrano.
Ma quest’anno Cernobbio sembra una sezione dell’Ancr (associazione nazionale
combattenti e reduci) con l’esotico tocco di una bella carrettata di trombati.
Matteo Renzi il
dissacratore (che poi è la variante più carina di rottamatore) ha deciso di non
andare a Cernobbio all’autoreferenziale seminario dello studio Ambrosetti. Ha
preferito spostarsi in quel di Brescia, Gussago, per inaugurare uno
stabilimento di proprietà di uno dei vicepresidenti di Confindustria. Nella
scelta, ha fatto filtrare il buon Matteo, ha pesato che a Gussago si produce
(rubinetteria) per davvero, sottintendendo che invece sulle rive del lago di
Como le chiacchiere stiano a mille. Che arrivare a questo per uno come lui deve
essere stato non poco faticoso.
Ai partecipanti alla manifestazione
di inaugurazione Renzi Matteo ha recitato, forse un po’ stancamente ma questo
succede anche ai più grandi dei mattatori, il solito copione: che lui vuol rinnovare l’Italia, che è in linea con il cronoprogramma, ma forse su questo
punto dovrebbero aggiornarlo e che, questa è nuova nuova, le riforme si faranno
«costi quel che costi.» Frase un tantinello preoccupante perché di solito vien
detta da chi nell’affare non ci rimette il becco di un quattrino. E in quanto
al rischio lo lascia tutto agli altri. Comunque bene che si sia sforzato di
tirar fuori un’altra frasetta che assurgerà a tormentone per qualche giorno.
S’è poi saputo da fonti
bene informate che a lui i salotti buoni non sono mai piaciuti. Cosa che non è
particolarmente originale perché la sera prima a la7 nella trasmissione In Onda lo stesso concetto era stato
spiattellato crudo crudo anche da Diego Della Valle. Anche se poi lui nel
salottissimo Rcs ci è entrato e pure con una certa irruenza. Però, dice Della
Valle, l’ha fatto a fin di bene con l’idea, anche lui, di cambiare il Paese. Con
questa idea fissa di cambiare l’Italia oramai ne circolano così tanti che non
si riesce più a capire cosa possa rimane. Si spera si salvino il gelato cioccolato
e limone, Tex Willer, la pizza, gli spaghetti, la tagliata di chianina e il Teroldego Rotaliano. E
magari anche La Manovella, magnifica rivista
delle auto d’epoca così si può godere del bello che fu.
Comunque, l’edizione di
quest’anno di Cernobbio pare decisamente scarica e più che ad un salotto buono
assomiglia ad una sezione dell’Ancr, associazione nazionale combattenti e
reduci. Con in più l’esotico tocco della trombatura. Hanno infatti organizzato
un seminario con Barroso, Almunia, Trichet, Prodi (trombato tre volte) e per
essere certi di fare l’en plein hanno
chiamato a moderarlo Enrico Letta (trombato due volte: una reale e una
virtuale). Sui tavoli s’immagina che oltre alla solita acqua minerale ci sanno
confezioni giganti di kleenex. Alla commozione dei ricordi non si comanda.
Naturalmente
non manca Mario Monti che è un habitué, solo che prima poteva pontificare
dicendo «io farei, io direi» mentre adesso deve solo dire «io non ho fatto e io
non ho detto.». Poi c’è Tremonti il Giulio della finanza creativa che non ha
perso il suo buon umore e riconduce tutto al «io l’avevo detto» e al colmo dell’riginalità
difende i tagli lineari. A riprova che la storia non sempre insegna qualcosa o meglio:
puoi portare l’asino all’acqua ma non puoi obbligarlo a bere.
Svetta per logorrea e
non solo il Brunetta Renato che, al solito suo, fa battute di lega bassa. Molto
bassa. Comunque mai tanto giù come quella dell’ex ministro Vittorio Grilli che s’appella
al becero qualunquismo dicendo che:«Gli
italiani le riforme non le vogliono fare.» Battuta arcaica già raccontata da
Mussolini, ripresa anche da Berlusconi
nonché parafrasata da D’Alema («gli italiani sono di destra» Nella trasmissione
Smacchiare il gattopardo). Trust di cervelli. Insomma il parterre è un filino
desolante.
Quindi come dare torto
a Renzi Matteo se non ha voglia di vedere questa gente. E comunque a Cernobbio
non ci vado neanche io.
Splendido titolo. Vorrei averlo fatto io. Grande ironica lettura della realtà in cui vivo. Vorrei non doverci vivere, ma non conosco di meglio sul pianeta. Perciò spero di sopravvivere. Nonostante tutto.
RispondiEliminase non ci fossero i soliti complottisti anìtibieldebrg a scambiare queste piacevoli giornate al lago per luoghi dove si decidono le sorti italiane ed europee , dando così un po' di lustro all'incontro di Cernobbio, tanto varrebbe spostare le giornate nella vicina Cadenabbia, dove non manca il precedente illustre per farsi una bella partita a bocce.
RispondiEliminain effetti giocassero a bocce in quel di Cadenabbia non darebbero nell'occhio, lo fanno tutti, ma soprattutto non farebbero danni che con i tempi che corrono e come fare bene.
Eliminain effetti le palle che fanno rotolare sono ben altre
RispondiEliminaahimè, avevo trovato una foto di Adenauer che gioca a bocce a Cadenabbia , ma non sono stato più capace di riportarla,
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