Per fortuna ci sono i vescovi.
Senza di loro, le loro azioni, i loro interventi e le loro
dichiarazioni, le pagine dei giornali di questi giorni sarebbero
state semi vuote e anche un po' più banalotte.
La prima news ha riguardato
l'arresto di un vescovo polacco che di nome fa Wesolowski. L'accusa è
di pedofilia. Il Papa lo ha rimosso dall'incarico che esercitava in
Santo Domingo, l'ha fatto rientrare in Vaticano e poi l'ha fatto
arrestare. Pare che il cardinale polacco non possa reggere la
prigione e quindi prima del processo è stato posto agli arresti
domiciliari. Chissà dove finirà se lo condanneranno. E questa
posssibilità è assai concreta. Primo perché pare che la svolta
impressa da papa Francesco sulla questione riservatezza, che in altri
ambienti si chiama omertà, sia ragionevolmente decisa e poi, dato
non trascurabile, le prove sembrano schiaccianti. Possedere oltre
centomila files di foto e filmini deve avere il suo peso. Adesso la
cosa da scoprire è se il monsignore agiva da solo o se facesse parte
di un network. Ipotesi magari probabile. Si tratterà di aspettare:
non solo per scoprire quanti amici abbia nel mondo il cardinale ma
soprattutto per verificare se la politica di Francesco stia avanzando
per davvero.
Poi è stata la volta di Nunzio
Galatino, segretaio generale della Cei, che ha redarguito Renzi. Sta
diventando un'abitudine. Anche monsignor Galantino ha rilevato che
gli slogan qualche volta sono carini ma quando sono troppi
stroppiano. E aggiungere “parola di lupetto” non aiuta a
trasformarli in fatti e comunque non bastano certo per governare un
Paese. Bella scoperta. Come un buon padre Galatino ha consigliato il
che fare: cambiare agenda. Che è come dirlo. Poi, come di consueto,
dopo la botte è stato colpito anche il cerchio ed ha ammonito i
sindacati. Anche per loro non è la prima volta. Anzi anche per loro,
sta diventando un'abitudine. Così Renzi e i sindacati potranno dire
d'aver qualcosa in comune. Poi per chiudere in bellezza Galatino ha
dichiarato che i vescovi non sono interessati a Renzi e non vogliono
fare il terzo con il Corriere della Sera e Marchionne. Almeno in modo
evidente. La questione come si sa è grave ma drammaticamente non è
seria. D'altra parte non si dice fare scherzi da prete?
Infine c'è stato il cardinale
Pell. Pare che papa Francesco l'abbia soprannominato «il
ranger».
Così magari si scopre che Bergoglio legge Tex Willer. Però gli
piace, Pell, tanto da averlo inserito nel C9, il gruppo di
coordinamento che lavora a supporto di papa Francesco. In altre
parole il cerchio magico bergogliano. Pell pare che abbia la
fissazione di difendere al di là di ogni ragionevolezza la Chiesa.
In Australia aveva escogitato la “Melbourne
Reponse” la pratica
dei risarcimenti per le questioni pedopornografiche dei suoi preti.
Con il suo metodo cercava di controllare le vittime per far uscire
alla meno peggio l'istituzione ecclesiastica. Nell'ultimo suo
intervento ha tracciato un parallelo tra cardinali pedofili e
camionisti stupratori. L'idea è che se un camionista stupra una
autostoppista la responsabilità non è del management della
compagnia per cui lavora il camionista. Ragionamento ardito che vuol
essere un modo elegante per dire che non sta in piedi. Comunque da un
ranger forse non ci si può aspettare nulla di meglio. Anche se Tex
Willer fa ragionamenti più fini.
in Vaticano si è aperto l'ennesimo scontro tra conservatori e progressisti, questa volta su chi deve detenere i centomila files pedopornografici di Wesolowski.
RispondiEliminasono i più indicati a guidare noi pecoroni.
RispondiEliminaquanto al confronto con i camionisti credo non sia un paragone che stimoli i genitori a mandare i ragazzini in parrocchia.
RispondiEliminaLA MORALE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaOra wesolowski sarà chiuso in Vaticano, come Ratzinger, che...alcuni giornali scrissero di un misterioso " mandato di arresto " per crimini di guerra, venuto alla luce poco tempo fa, con le sue strane dimissioni da Papa, ma i media italiani non ne hanno parlato,stranamente mal informati o volutamente tacitati dal potere politico giornalistico ? Mha ! Eppure i fatti sono questi !
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