La
questione Pos è gestita secondo la classica metodologia italica: tanto rumore
per nulla. C’è la regola ma non è prevista la sanzione per chi la infrange, L’uso
del Pos è in sostanza facoltativo. Le esperienze di Cortina e Portofino non
hanno insegnato nulla. Altro che lotta all'evasione fiscale.
Con un decreto, la cui
arditezza avrà senz’altro stupito gli altri membri dell’Unione, il governo
italiano ha deciso che tutti gli esercizi commerciali ed i liberi professionisti
e gli artigiani debbono dotarsi a partire da oggi 30 giugno 2014, di un POS per registrare (eventualmente) ogni incasso superiore a 30,00€.
Il governo che ebbe la fulminante idea con la quale combattere l’evasione fiscale, si era nel 2012, fu, neanche a dirlo, quello del professor Mario Monti. Mai nessuno riuscì a dimostrare più chiaramente di quello la veridicità dell’adagio che già nei tempi antichi suonava con queste parole:«Chi sa fa. Chi non sa insegna.» E infatti al Belpaese è toccato di avere un governo di professori che non sapevano proprio da che parte girarsi ed hanno lasciato il Paese prostrato e come punta d’eccellenza una ministra come la Fornero che, parole sue, in quel mestiere «non ero proprio ferratissima.» E si è visto e toccato con mano.
Comunque il decreto POS
fu approvato e nel giro di un anno (dicembre 2013) ne venne definita l’attuazione.
Ovviamente non si è tenuto conto né del costo dell’oggetto, viene ceduto in
comodato dalle banche a fronte di un canone d’affitto, né della metodologia di
calcolo del costo della singola operazione e neppure della dimensione del punto
vendita. Non ultimo che questa spesa sarebbe andata ad aggiungersi a tutti gli
altri balzelli e tassazioni che, ancorché evasi, rappresentano la croce di ogni
contribuente. Già perché il costo di tutta l’operazione viene poi, a rigor di
logica, ribaltato sul cliente. Quindi aumento del costo della vita quindi
aumento dell’inflazione. Evviva. Senza contare che la disposizione dice che l’avere il
Pos non implica il suo obbligatorio utilizzo ma solo la possibilità per il
cliente di effettuare il pagamento in modalità elettronica. Ma non è che si può
stare a guardare tutto. Specialmente quando a sproloquiare sono dei docenti.
Quindi come porre
rimedio a tutto ciò? Nel modo più semplice ovvero definire l’obbligo ma non la
sanzione per chi a quell’obbligo non si attiene. E così da oggi tutti i negozi
ma anche tutti gli artigiani, incluso l’idraulico che non si trova mai perché
sempre occupato e che piange miseria ad ogni piè sospinto, incluso il
professionista, dentista od avvocato o architetto che sia, dovrà possedere un
POS per obbligo ma non necessariamente dovrà usarlo. E se scoperto a non usarlo
non potrà essere sanzionato poiché il legislatore non ne ha definito e neppure l’entità
della sanzione. Senza contare che non c’è alcun reale vantaggio per il cliente
ad effettuare il pagamento con il marchingegno in questione (ad esclusione del
non andarsene in giro con il portafoglio gonfio) e quindi può pensare di accordarsi con il
fornitore del servizio in altro modo. Le esperienze di Portofino e di Cortina
con l’incremento del numero degli scontrini fiscali alla semplice vista di una
divisa qualche cosa avrebbe dovuto insegnare. E tutti, detto per scrupolo, avevano il simpatico POS
che faceva bella mostra di sé sul banco, vicino alla cassa.
Comunque bene così.
Però che succede nell’ideale mondo del governo se un cliente ha esaurito il
plafond della sua carta di credito ed è mal messo sul suo conto corrente
bancario? E se ha dimenticato a casa il bancomat? Non potrà fare la spesa? E se ci
si accorda con il panettiere o il ristorantore per due scontrini da 25,00€
cadauno invece di uno da 50,00€? E per le persone anziane che non hanno
dimestichezza con questi mezzi di pagamento elettronici? E per gli stranieri
che lavorano in Italia ma non usano i
servizi bancari perché per loro troppo cari impegnati come sono a mandare i soldi guadagnati alle famiglie nei
paesi d’origine? E per chi non può
sostenere il costo dei servizi bancari? E si potrebbe andare avanti. Tutto
questo si chiama complessità.
E comunque non è con il
POS che si potrà combattere con efficacia l’evasione fiscale. Sempre più il Belpaese del
terzo millennio assomiglia alla Milano manzoniana dove la ferocia delle grida del governo era inversamente proporzionale alla loro efficacia.