Della
magistratura non ha mai detto un gran bene. Dopo la condanna l’ha irrisa dicendo che era ridicolo pensare
di rieducarlo. Poi a Napoli l’ha definita irresponsabile. In teoria ce ne
sarebbe a sufficienza per la revoca dei servizi sociali e un periodo di riposo
ai domiciliari. Se i più uguali tornano ad essere semplicemente uguali.
Sarà per quell’aria esotica, sarà perché
ogni volta pare di essere altrove e invece si è ancora qui, in Italia, sarà
perché nonostante le innumerevoli sciagure che l’hanno colpita e tutt’ora
insistono c’è sempre aria di festa e buon umore, sarà perché la sua attuale
fidanzata è di lì e sarà pure perché «se fossi nato a Napoli mi sarei chiamato
Berluscò». Sarà per tutto questo ed altro ancora che a Napoli c’è sempre andato
con leggerezza. Ma l’ultima volta è stato diverso. Innanzi tutto perché
l’invito a “scendere” gli è arrivato dal tribunale e poi perché gli è scappata
qualche parola di troppo, difficile da smentire il giorno dopo (oltre a tutto
il Bonaiuti Paolino non c’è più) e ben pesante sulla magistratura. Affermazioni
che potrebbero avere qualche risvolto sulla questione dell’affidamento in prova ai servizi sociali.
La frase pesante
pronunciata dal teste Berlusconi Silvio è stata: « La magistratura è
irresponsabile, incontrollata, incontrollabile e gode di impunità.» che,
contrasta, a voler essere generosi, con le prescrizioni dallo stesso soggetto
sottoscritte nel momento dell’affidamento ai servizi sociali. Nelle
prescrizioni è scritto un paragrafo che chiaramente afferma che la magistratura
ed i giudici non debbano essere diffamati e che il comportamento da tenersi
dall’affidato ai servizi sociali (come per tutti i cittadini d’altra parte)
debba essere civile, decoroso e rispettoso delle istituzioni. Raccomandazioni
di semplice buon senso ma che per taluni vanno al di là della banale
comprensione della lettera. Quasi come chiedere ad un canarino di controllare
lo stato di arrossamento delle tonsille di un gatto.
Già c’era stato uno
scivolone durante l’intervista a la7 quando
il domiciliato di Arcore, che peraltro a casa ci sta pochissimo, se ne uscì
dicendo che «è ridicolo pensare che si possa rieducarmi con servizi e
assistenti sociali» Frase che denotava una grande stupidità e conteneva al
contempo una altrettanto grande verità. La stupidità stava nella non
comprensione del contesto da parte del soggetto mentre la verità era
lapalissiana: impossibile a recuperare (anche per manifesta stupidità). E
adesso si aggiungono le esternazioni napoletane. Come dire cercare l’en plein.
Ora la palla passa nel
campo della magistratura e nella fattispecie al tribunale di sorveglianza di
Milano che dovrà decidere il da farsi. E qui la burocrazia giocherà la sua parte: si tratterà di vedere
come l’Uepe (ufficio esecuzione penale esterna) leggerà le dichiarazioni di
Berlusconi Silvio e cosa comunicherà al tribunale di sorveglianza. In altre
parole se si considereranno le affermazioni napoletane come voce dal sen
fuggita o affermazioni gravemente lesive delle prescrizioni.
In un caso, forse, il
domiciliato di cui sopra se la potrà cavare con un rabbuffo, che
presumibilmente scivolerà sulla corazza della sua indifferenza, mentre nel
secondo non sarebbe fuori luogo ipotizzare la revoca della misura alternativa.
In questo secondo caso, poiché la prigione per limiti di età sembra evitata,
non restano che la detenzione domiciliare con tutto quello che comporta. Che in
fondo un po’ di tranquillità e di silenzio non farebbe male né a lui né a
questo martoriato Paese.
Certo con la seconda
ipotesi si avranno a corollario lunghi ed aspri articoli da parte di Feltri,
Belpietro e Ferrara e magari un paio di twitter di Gasparri e qualcun altro che
andrà ospite in qualche trasmissione tv a ripetere a pappagallo lezioncine
stantie. Ci sarà chi difenderà in modo sgangherato, chi argomenterà come fosse
al bar o dal barbiere. Chi lo definirà statista (che a far cucù son buoni
tutti) e chi dirà di sue presunte altezze (che proprio non ci sono al netto dei
rialzi nei tacchi). Per tutti questi, per quanto fastidiosi, ce ne si farà una
ragione. E soprattutto si sopravviverà.
Il fatto è che
piacerebbe dar senso alla frase: la legge è uguale per tutti. E che i più
uguali di una volta tornassero ad essere semplicemente come tutti: uguali
Domanda da un milione di euro???
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