Monsignor Galantino dà fuoco (metaforico) alle
polveri e il Feltri Vittorio ci butta benzina agosto si presenta come un mese
rosso, rivoluzionario. A tuonare ci si mette anche il plurimiracolato ministro
Martina. Poi Bagnasco (omen nomen) annacqua tutto.
C’è una convenzione,
non scritta, che nel mix tempo-evento stabilisce che i colori da usarsi siano solo due: il nero e
il rosso. Il nero si usa per le
tragedie: settembre nero, per il massacro dei palestinesi in Giordania, lunedì
nero, giovedì nero, venerdì nero, per il crollo di qualche borsa in giro
per il mondo. Il rosso invece si usa per i moti rivoluzionari: settimana rossa, la prima che si ricordi
in Italia data 7-14 giugno 1914 partì da Ancona e dalle Marche all’Emilia-Romagna
alla Toscana e via a correre per lo stivale. Poi ce ne sono state molte altre
negli anni a seguire e nelle località più varie. Altri colori non se ne sono
usati ma mai dire mai: questo agosto offre la possibilità di ampliare la
tavolozza dei colori al rosa pallido.
In verità questo afoso
agosto 2015 era partito benissimo per classificarsi nella categoria dei rossi,
le parole di fuoco spese a favore dei migranti e quelle al calor bianco contro
i politici e poi quelle contro i prelati erano un ottimo segnale. Oddio quel
che lasciava un po’ perplessi erano gli oratori. Sentire il segretario della
CEI monsignor Nunzio Galantino lanciarsi in feroci e sanguinolenti affondi contro
i politici che barattano manciate di voti con vite umane sferzandoli come
piazzisti faceva sobbalzare. Che il segretario CEI fosse seguito a ruota dal
cardinal Bagnasco, della stessa organizzazione è il presidente, che se la prende addirittura con l'ONU non faceva
che rafforzare l’idea di imminente ribaltamento delle istituzioni. Ribaltamento
2.0. cioè solo virtuale. Peraltro l’anticiclone con i suoi gadget di caldo e
umidità, i piedi ben piantati nella battigia e le mani occupate da bomboloni e
granite o l’aria simil pura delle montagne poco invitano all’eroismo e alla
voglia di descamisarsi. Meglio aspettare le mezze stagioni.
Quindi a partire col
metaforico cerino pronto a far saltare la santabarbara sono stati i big della
Chiesa, ovviamente questo non poteva essere e quindi ecco scendere in campo un
campione della destra conservatrice, qualche volta anche bigotta, come il
Feltri Vittorio. Chi l’avrebbe mai detto eccolo attaccare frontalmente il
Galantino ribaltando su di lui l’insulto sanguinoso. Galantino diceva di
«piazzisti da quattro soldi» e Feltri ribatte con «piazzisti da sacrestia». Una
rivoluzione.
A dar manforte all’evento rivoluzionario si lancia anche il plurimiracolato Maurizio Martina
che come ministro dell’agricoltura scopre l’esistenza del caporalato nelle
campagne del sud Italia. Avesse guardato un po’ più la televisione almeno dal
lunedì al martedì e dato una scorsa ai
giornali se ne sarebbe accorto prima senza aspettare la morte di una donna,
peraltro avvenuta in luglio. Ma tant’è, ai miracolati non è chiesto molto oltre
la semplice presenza.
Una delle analisi più oneste che abbia mai potuto leggere
RispondiEliminaAnalisi onesta, certamente. Ma anche brillante e ricca di ironia. Un toccasana per i giorni che viviamo.
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