Ciò che possiamo licenziare

giovedì 22 aprile 2010

Il partito dell’Ammmore

Che bello il Partito dell’Ammmmmore, in arte PdA.

Oggi gli italiani sembrano apprezzare il Partito dell’Amore ancora più di ieri.

Sì perché il Partito dell’Ammmmmore dei nostri giorni è una copia, non perfetta s’intende, di un altro Partito dell’Amore che vide la luce tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90.
Il prologo di questo film a luci rosé ebbe inizio nel 1987 quando i radicali, a causa di quel diavoletto provocatore che sempre gli ballonzola nelle tasche e non solo lì, decisero di candidare al Parlamento Italiano Ilona Staller , in arte Cicciolina. Una che d’amore s’intendeva e con il suo inseparabile amico serpente (un altro che da tempo immemorabile la sa lunga su queste questioni) era disposta anche a dare ripetizione ai più svogliati. Tra i suoi ammiratori, mica tutti dei marcantoni s’intende, anzi tutt’altro, c’è stato anche chi non ferratissimo in materia (il viagra era di là dall’essere inventato) si fece dare ripetizioni tra le nuvole. Ma questo è un altro capitolo.

A urne aperte (elezioni politiche del 1987) si scoprì e mai come in questo caso il verbo è appropriato, che Cicciolina aveva ottenuto oltre 20.000 preferenze e un seggio in Parlamento. I parlamentari iniziarono così ad assaggiare il senso di avere un Partito dell’Amore nell’austera aula che fu dei padri della Patria e apprezzarono. Gente dall’occhio lungo e non solo di occhio si tratta, quella che siede negli scranni di Montecitorio.

Dopo un tale exploit Ilona e Moana Pozzi, un’altra che s’era così appassionata dell’amore da farlo diventare una missione, decisero di fondare il vero Partito dell’Amore e di presentarsi alle elezioni politiche del 1992.
Ragazze innamorate dell’amore queste due ma con sale in zucca, cioè là dove deve stare, capirono immediatamente l’importanza delle alleanze e quindi cercarono dei partners. E dove trovarono tenera accoglienza? Tra i pensionati, naturalmente. Perché già allora esisteva il Partito dei Pensionati.
Amore e Pensionati: un binomio inscindibile, come democrazia e socialismo, Gianni e Pinotto, gelato cioccolato e limone, Silvio e Umberto. Ma questi ultimi verranno più tardi a turbare il sonno degli uomini fini.
Nel 1992 comunque il Partito dell’Amore, ottenne solo 22.409 voti, non sufficienti a raggiungere il quorum e quindi no seggio, come si direbbe oggi.
Moana, che per parte sua frequentava i palazzi giusti, dava lezioni d’amore e prendeva appunti di politica, in quello che si può definire uno scambio alla pari. (e anche questo è stato un bell’esempio a cui ancor oggi ci si rifà con un certo successo) ottenne invece un risultato personale che ha dell’eccezionale: 12.392 voti di preferenza. Quasi il doppio di quelli presi nella stessa tornata elettorale da Umberto Bossi (6.985) che però col tempo e con sommo sprezzo del pericolo si lancerà in mille e più tenzoni e si rifarà e in questo e quello, e molti di più di Rutelli (10.778) che però già allora d’altro amore non ne aveva bisogno, essendone ricolmo.
Da allora la parola partito e la parola amore sembravano aver divorziato. Brutta cosa il divorzio. Come dicono tutti i divorziati che fanno un sacco di casini perché si ritrovano con due o anche tre famiglie e, benefattori come sono, non vogliono che altri finiscano nelle stesse condizioni.

Comunque, come talvolta accade, la nostalgia porta alcuni a voler rivivere il passato e così rinasce il partito dell’amore. Questa volta però nasce urlato durante un comizio. Certo che il fondatore non ha né le parvenze né le movenze e tanto meno gli obiettivi di Ilona, Moana, Barbarella, Eva e delle altre.Uomo più pratico non fa caso alle differenze con l’esempio originale.

E' da dire poi che non ci sono più le cose d’una volta (d’altra parte, anche le mezze stagioni ...) però c’è impegno. La materia, alla fine,  non è così ostica e applicandosi un pò c’è stato chi, anche prima della formale resurrezione del neo PdA ha saputo riconiugare ammmmore e politica e, anche senza serpente qualche frutto l’ha colto.
Bhè, i tempi son cambiati e oggi nessuno è più interessato solo alle mele. Magari all’intero frutteto.

Le differenze fra copia e originale non si fermano a questo. Nell’originale erano gli uomini a pietire quote azzurre, le parole erano sussurrate, i comizi riservavano sempre qualche intrigante intima scoperta e poi Ilona e Moana e le altre erano tenere, puffacchiose e morbidose. Ora a parlare d’ammmmore ci sono guance un po’ cadenti che lifting ripetuti non riescono a mantenere né alte né dritte, le donne sono pochine, anche se alcune si dimostrano ferrate in materia e altre anche se non predisposte sono dotate di buona volontà, ma poche rondini non fanno primavera. Poi, altra differenza fondamentale, i maschi sono tanti, troppi, con voci tonanti e atti energici e per nulla somiglianti alle originarie fondatrici.

Lupi non assomiglia certo a Ilona e La Russa non ha la voce suadente di Moana e Schifani ha poco a che spartire con Barbarella così come Gasparri non è proprio in gara con Eva Orlowsky.
Poi anche sul versante del simbolismo animale le differenze sono marcate: là c’era un elegante e sinuoso pitone, un po’ viscido forse (e qui forse qualche somiglianza almeno caratteriale con qualcuno del partito la si potrebbe anche trovare …) oggi invece si ha a che fare con pesanti elefanti ed aggressivi veltri. Insomma roba tosta..

La parola amore non è più sussurrata è urlata e l’idea che questa seconda edizione del Partito dell’Ammmmore ne dà è meno delicata, è un po’ più ruspante…. un po’ più forte …. un po’ più decisa.
Una volta si diceva che l’amore non è bello se non è litigarello (notare la semantica: il diminutivo vezzeggiativo) ma questi nuovi che non hanno esperienza praticano il litigarello da par loro. Quindi si ha a che fare con un amore un po’ incavolato, o per meglio dire in… inca…. incaz …Insomma lasciamo perdere. Oggi dentro al Partito dell’Amore, tra gli aderenti, gli smatafloni volano che è un piacere e non solo quelli . Insomma , diciamolo, i maschi sono dei materialoni e dei brutaloni. Per come se le suonano e per come se le cantano di santa ragione, ci si domanda che tipo d’amore sia quello che pro-pugnano (notare il latinismo esplicativo).

Anche questa tipologia d’ammmmmore ha comunque radici storiche ed ha attraversato gli ultimi tre secoli con diversi estimatori. Questo è l’ammmmmore di tipo sado-maso, dove tra amici-amanti ci si mena di santa rgione.
Senza dubbio i nuovi vessilliferi dell’ammmmore sono più attrezzati per questo tipo piuttosto che per l’originario. A ben guardarli durante le loro performance televisive si sospetta che tutto l’armamentario sado-maso di corpetti, maschere, sospensori e frustini l’abbiano nascosto sotto le camice.o nelle tasche delle giacche. E poi si sa che il sado-maso è nero.
Un po’ perché il nero smagrisce, un po’ perché fa giovane, un po’ perché è sempre stato di moda e un po’ anche perché accomuna tutti i passati: le tonache (nere), le camicie (nere) e adesso le magliette a girocollo (nere).
Si intende che questo modo d’esprimere l’ammmmore gli piace da come si infoiano, da come il viso gli diventa paonazzo quasi da scoppiare, dalla respirazione che si fa affannosa e poi, da come di botto, s’abbattono esausti sulle sedie. Questo è piacere vero, allo stato puro. E’ amore sonante che lascia anche i segni.  E poi lo fanno in pubblico, negli studi televisivi, davanti a tutti. Un pò di voyeurismo ci vuole nel sado-maso.
Certo Moana e Cicciolina questi vantaggi mass-mediatici non ce l’avevano. Altrimenti sai che audience.

Il fatto è che questo Partito dell’Amore Sado Maso (a parte la sigla che suona male PdASM, sembra una malattia dei polmoni) forse un po’ affascina ma molto anche spaventa perché se sono così maneschi quando stanno tra loro che faranno quando si troveranno a giocare con gli quelli di un’altra squadra?
E se finisse come quell’altro? Certo sarebbe un altro bell'esempio di nemesi storica
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