Chi si deve ritrovare
nella categoria “schifezze d’uomini”? Solo gli assassini di moglie e figli che
poi vanno al bar a vedere la partita? Magari c’è posto anche per altri che
sangue vero non ne fanno schizzare, forse, ma danni grossi ne combinano
parecchi.
Non se ne avrà a male Vittorio
Feltri se si utilizza, almeno in parte, il titolo del suo (sedicente) editoriale
di oggi, 17 giugno.
D’altra parte da sempre sono i regolari che forniscono le
armi ai ribelli perché questi possano avere qualche possibilità di sopravvivere.
Il titolo del Feltri Vittorio lancia una nuova categoria d’uomini: oltre agli
uomini per bene, con le varianti di brave persone, onesti, puliti, seri ecc., e
agli onorati, che quelli d’onore dopo Shakespeare sono tutt’altra cosa, s’inventa quella di “schifezze d’uomini”. Dove
la qualificazione anticipa e non segue il sostantivo. Schifezza d’uomo è Carlo
Lissi, che ammazza moglie e figli e magari altri come lui. Ma se è così la
categoria schifezze d’uomini risulta scarsamente popolata e allora val la pena di dare un’occhiata
intorno.
Ci sono, per esempio, i giornalisti, se li si vuol far rientrare tra
gli uomini, che a volte, pare, vogliano loro stessi aspirare a ruoli ben più alti, che a schifezze
non son messi male. Le loro schifezze poi sono spesso sanguinose come
quelle del Lissi anche se in chiave
metaforica ma qualche volta neanche tanto. E spesso come nel caso attuale vengono
commesse in ossequio alla libertà. Libertà di audience e libertà di vellicare gli istinti belluini che, qualche volta tanto
e qualche volta poco, stanno dentro ognuno. E qualche volta tanto e qualche
volta poco esplodono e da fatto inconscio e privato diventano fatto pubblico e
drammaticamente conscio.
Questa volta in tanti
tra i giornalisti hanno deciso di andare a far compagnia, nell’essere schifezza, a Carlo
Lissi. L’hanno fatto ognuno con il suo stile, che se la rozzezza non è merce
rara non è neppure così comune, con l’aria che in tutto il mondo almeno per oggi
ci fosse un solo delitto e di conseguenza un solo colpevole. E così tutti a intingere
la penna nel sangue delle tre vittime. Non per prendere atto di un fatto terribile,
per raccontarlo e magari per capire, cosa che più difficile non si può, ma per
chiamarsi fuori, loro per primi e poi tutti quanti gli altri dell’umanità, da tutte le vergognose magagne che affliggono
la vita. Dalla truce feltriana schifezza, si sale ai vertici della letteratura
russa, magari appena riletta e quindi ecco in scena Tolstoj e Dostoevskij, si ripiomba nel truculento gridando
al mostro che una volta ingabbiato deve veder buttar via la chiave, all’evocazione
del diavolo e del male, che non è un
corrotto né uno scafista e neppure un fabbricante d’armi e che se ne sta sul pianerottolo di casa. Ovviamente questo è il male con la emme
maiuscola, come sbagliarsi. Il Male a cui ormai non crede più neanche la Chiesa
Come dire che lo spettro di uno solo, sanguinario
e colpevole al giorno toglie la schifezza, sociale e di tanti, di torno.
Già, perché se la
voglia di scrivere è tanto stimolata dal male individuale col suo contorno di
sangue, che è fatto singolo privato e circoscritto, assai di meno è eccitata dal
male sociale, che sangue vero, fisico, non
ne fa (apparentemente) sgorgare e che per uccidere non mette mano a coltelli. Schifezze
d’uomini sono quelli che vivono di becera audience, di ossequio allo stipendio ancor
prima che al padrone, schifezze d’uomini sono quelli che nell’accomodarsi su
poltrone pubbliche si occupano dei fatti loro invece che di quelli della
collettività, schifezze d’uomini sono quelli che ben felici godono della
prostituzione di minorenni, e che se la spassano con chi è obbligato a vivere
lungo i viali, schifezze d’uomini sono quelli che discriminano e cacciano una
centralinista perché trans, schifezze d’uomini son quelli che fan vacanze a
spese altrui, schifezze d’uomini sono quelli che posseggono quartieri interi non
accatastati e che non pagano le tasse, schifezze d’uomini sono gli evasori
fiscali, schifezze d’uomini son quelli che si fan ristrutturare casa dai
fornitori, schifezze d’uomini sono quelli che asfaltano e riassaltano la strada
perché tanto ci son le varianti d’opera e le mazzette corrono felici, schifezze
d’uomini son quelli che si fanno finanziare le campagne elettorali e poi lo
negano e poi schifezze d’uomini sono quelli che hanno due pesi e due misure.
Carlo Lissi con una
certa probabilità può essere definito una schifezza d’uomo ma nella hit parade delle
schifezze d’uomini certo non è tra i primi posti.
Il tema è molto serio , ma la tentazione di introdurre il concetto di "autobiografia" rimane
RispondiEliminaFeltri per primo
RispondiEliminalui compreso
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