Prodi
dice di abbandonare la politica italiana ma forse è questa che ha
abbandonato lui e non da oggi. Ha creato la figura del
vincitore-perdente, ha sprecato tutte le occasioni e almeno per tre
volte ha giocato il ruolo del pungiball. Ora si occuperà del Sahel
E
così anche il prode Prodi Romano lascia. Lo fa con una lettera al
Corriere della Sera che trasuda democristianesimo da ogni riga.
Eh,
sì perché i democristiani hanno un modo tutto loro di dire le cose
e anche di togliersi i sassolini dalle scarpe e il prode Prodi non
sfugge a questa aurea regola. Anche perché se sei stato
democristiano anche per un solo minuto poi lo rimani per tutta la
vita e quelle movenze, quel tono di voce e quell'argomentare obliquo
nessuno te lo toglierà più di dosso. E' l'odore di sacrestia che,
per quanto forte sia la fragranza del dopo barba usato, sempre spunta
fuori. E' un odore, metaforicamente parlando, impregnante che una
volta appiccicatosi addosso non molla più. E non bisogna avere nasi
particolarmente sopraffini per sentirlo.
Come
tutti quelli che lasciano anche il prode Prodi sente il bisogno di
ringraziare il mondo intero per la carriera fatta e le opportunità
avute, quanti se ne è visti di commiati così durante le convention
aziendali. Se ne va Prodi dicendo che «alla vita politica italiana
riconosco di avermi concesso esperienze fondamentali e non poche
soddisfazioni personali, che spero abbiano offerto un positivo
contributo al Paese.»
Ben
diluito nella retorica piagnona un vero tocco di arte oratoria
democristiana: mischiare le proprie soddisfazioni personali, che
peraltro van cercate con il lanternino, con la speranza, si badi bene
la speranza e non la certezza, che quelle abbiano dato un contributo
al Paese. Un modo di rendere modesto e sottotraccia l'egocentrismo.
Contento lui ...
Delle
opportunità avute Romano Prodi non ha saputo far tesoro e se le
giocate una dopo l'altra. E quel che più è spiaciuto è che le
abbia perse senza fare grandi battaglie. Ha avuto la possibilità di
gestire le privatizzazioni: non sono state proprio un successo. Alfa
Romeo prima e poi Alitalia poi sono lì a dimostrarlo. Tanto per dire
di quelle più importanti che poi ci sarebbero anche i casi di Alivar
ed altri, ma tant'è. Ha avuto la possibilità di gestire due
governi ed è riuscito a finire in minoranza entrambe le volte
perdendo di credibilità. E i dieci anni passati tra la prima
vittoria-sconfitta e la seconda non gli hanno insegnato granché
tanto che si è prestato anche al terzo capitombolo. La vanità,
specie quando rivestita di modestia è pericolosissima.
Cincinnato i
suoi richiami li seppe gestire assai meglio. Il professore avrebbe
dovuto studiare di più la storia. Forse dopo la terza esperienza ha
capito, finalmente, che fare il pungiball non è gratificante.
La
mancata elezione a Presidente della Repubblica probabilmente è stata
la peggiore di tutte le sue vittorie-sconfitte: eletto candidato per
acclamazione viene impallinato da 101 degli acclamanti. Anche se c'è
chi dice che i giuda siano stati 106, perché pare abbia raccolto 5
voti fuori dal suo giardino. Sarà, in ogni caso uno più o uno meno
si tratta di dettagli.
Il
suo vero principale avversario, che si potrebbe chiamare anche
nemico, non è mai stato quello che nella lettera viene definito, non
essendo mai nominato, «l'
opponente
politico che ritenevo e ritengo non idoneo al governo del Paese.»
ma un altrettanto piccoletto, però dotato di baffetti, che gli è
stato costantemente alle spalle. Avesse il Prodi Romano guardato con
maggior attenzione gli sketch dei fratelli Guzzanti (su youtube ce
n'è ampio numero) avrebbe capito assai di più delle situazioni che
viveva piuttosto che affidarsi a consiglieri buoni forse più per la
pallacanestro che per la politica. La tattica democristiana
dell'attendismo è buona, forse, solo quando si è ultra maggioranza.
Il gatto temporeggia con il topo e il contrario non è mai successo.
Anzi come ha insegnato il generale Giap, il più debole deve cercare
di fiaccare il più forte e alla prima occasione inferire il colpo
risolutore. Ma Giap era comunista.
La
prodiana lettera termina con due civettuoli passaggi: una frasetta
inglese, evidentemente la Fornero ha fatto scuola presso i politici
bolliti e un richiamo all'internazionalità.
La
frasetta suona così: «My
game is over.»
Ma conoscendo la storia dell'estensore e il suo tono di voce oltre
che loffia suona anche tronca. Andrebbe rimodulata: «My
game is over because it not let me play anymore.»
Così è più chiaro e si capisce meglio.
Il
passaggio internazionale: «Volo
a New York per discutere dello sviluppo del Sahel.»
Certo il Sahel è rilevante ma non fa parte del G8. L'importante è
accontentarsi. Ed esserne consci.
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http://www.corriere.it/politica/13_giugno_24/letteraprodi1_604badc2-dc87-11e2-98cd-c1e6834d0493.shtml
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http://www.corriere.it/politica/13_giugno_24/letteraprodi1_604badc2-dc87-11e2-98cd-c1e6834d0493.shtml
francamente, mi sembra da un lato piuttosto ingeneroso nei confronti di Prodi per l'analisi del passato ed un po' benevooa verso l'atteggiamento presente. Credo che Prodi non cadde tanto per i suoi limiti di politico, ma anche per i suoi meriti di persona dabbene; se avesse scelto di allargare i cordoni della borsa, forse non sarebbe riuscito a migliorare in entrambi i suoi governi il rapporto deficit/pil ma, abbastanza probabilmente, sarebbe anche riuscito a mantenersi in sella- Per il presente non mi piace, oltre all'inutile uso dell'inglese , il fatto che dichiari di non prendere più la tessera del PD e non perché di dichiari in disaccordo con la sua linea politica; ma perché egli avrebbe smesso di giocare. Essere semplicemente un iscritto fra i tanti che hanno avuto ben meno di lui,, ma che credono che non si aderisca ad un partito politico solo per il ruolo che si è chiamati a svolgere ma anche per dare, sia pure a sola quota di iscrizione, senza ricevere niente in cambio, è forse troppo difficile da immaginare?
RispondiEliminaera ora che se ne andasse.....
RispondiEliminasenza certezze, uno può anche immaginare puntate successive
RispondiEliminaIl Sahel trema
RispondiEliminaDue le analisi che apprezzo in risposta a questo post? Quella di Carmine Esperti: " era ora che se ne andasse" e quella di Pasquale Nuccio Benefazio che sentenzia: Il Sahel trema. Sinceramente, quella di Massimo Canella ( senza certezze, uno può anche immaginare puntate successive). E' chiaro che sono analisi frutto di studi, di ponderate analisi delle dinamiche politiche, della bellezza del Web che qualcuno, giustamente, dal suo punto di vista dice che costituirà il futuro della democrazia. Certo, con queste analisi, dense, portatrici di confronti...meditate...probabilmente sugli spalti di qualche Curva Sud, o, forse, tra un amaro e un brandy di qualche bar immerso nella nebbia padana, o in qualche bar esposto alla calda carezza dello scirocco meridionale ( dai nomi direi: la seconda che hai detto).
RispondiEliminaDetto questo, continuo a non capire la finalità politica di questo blog. Negli ultimi giorni si è' verificato un flop, di immagine, di voti, di credibilità di un partito che annunciava la rivoluzione in Italia. Un partito che, negli ultimi due mesi, ha parlato di scontrini e di diarie. Un partito che ha usato metodi stalinisti - sottolineo stalinisti- per allontanare chi si è fatto portavoce di un dissenso ragionato. Un partito guidato da due personaggi sui quali ci sono molte ombre e pochissime luci. Un partito che ha fatto dell'incompetenza il suo 'core business'...e si vede. Un partito che ha enfatizzato la teoria, disperata e disperante, dell'uno vale uno, ovvero ogni intelligenza che emerge sia stroncata sul nascere. Ovvero, un egualitarismo da mondo senza ambizioni, senza persone che come un tempo, quando l'Italia guardava al futuro, l'ascesa sociale era considerata un obiettivo di grande importanza
Sto parlando dei grillini, di cui su questo blog non si parla mai. Si parla di tutti, male, anzi malissimo, ma di Grillo e delle farneticazioni inquietanti di Casaleggio non si parla mai. Si riesce a parlare male di Prodi, e non dei deliranti propositi di Grillo. Domande: perché Grillo non ha mai attaccato la Lega ? Gli analisti di cui sopra lo sanno, no! Non lo sanno perché hanno elaborato le loro analisi al bar. Perché Grillo e Casaleggio vogliono cambiare il vincolo di mandato del Parlamentare? Ecco, sig. Castruccio, perché non fa un bel post su questa strana idea del duo delirio? E poi qualcuno sa spiegare perché nel programma politico dei grillomani c'era la privatizzazione di due canali Rai e ora ottenuta la presidenza della Commissione di Vigilanza Rai, non se ne parla più. Anzi, dice il grande Fico: no, non si può privatizzare. Magari, se po fa quarche assunzione, quarche parente...magari poi due o tre direzioni....
Oggi, su Huffington, ho letto, in replica a quanto scritto da Grillo sul suo blog contro la stampa, ha utilizzato il refrain di una nota canzone e un utente Galeazzo Musolesi gli ha risposto per le rime:
Sapessi come strano
e' fare il grillino
nel parlamento romano
Il tempo io lo passo
a calcolar lo storno
di diaria, emolumenti e"stipendiasso"
oh che salasso terribile!
Io che dico "li tengo"
tu che urli "li versi!!!"
Sapessi come strano
e' sentirsi assai piu' soli
nel parlamento romano
qualcuno lo cacciamo
qualcuno gia' s'e' visto
che ha trasferito tutto
al gruppo misto
Eppur, da'sto posto teribbile
io ti dico ti amo
devo dirti ti amo
sai,per la ggente.
Perfetto...meditate...gente...meditate...
HA SUBITO PURE UN GOLPE PAGATO DA SUA EMITTENZA,FRA L'ALTRO
RispondiEliminalui, cattolico fervente e praticante, fu inviso alla CEI. Quest'ultima aveva già deciso in quale campo, invece, schierarsi. Vedi alla voce Ruini.
RispondiEliminaegli e Bindi andarono a votare al referendum per la procreazione assistita nonostante l'invito della Cei a stare a casa; Berlusconi non vi andò perché troppo legato ai valori della famiglia tradizionale...
RispondiEliminatrasuda democristianesimo... perché se sei stato democristiano anche per un solo minuto poi lo rimani per tutta la vita ... Ben diluito nella retorica piagnona .... Romano ? ma non si chiamava Matteo?
RispondiEliminaaderisce a quel sogno italiano di Partito Democratico. Attualmente in rotta con la politica di Bersani di mettere insieme il PD col M5S e Sel
RispondiEliminaA riprova che con gli estremisti nom si puo' parlare. Ma la battaglia non e' persa e si sta ancora giocando.