Le bizzarre scelte di un governo che sembra
presieduto dalla reincarnazione venuta male di Groucho Marx. Contante fino a tremila
euro e pagamenti sotto l’euro con la carta di credito. Dal favorire oggettivamente
nero ed evasione fiscale al controllo su cornetti e cappuccini. Le motivazioni
di Boccadutri.
Dopo la bella
pensata di innalzare la possibilità di spesa con i contanti da mille a tremila
euro il governo ne ha partorita una seconda: poter saldare con la carta di
credito anche quelle sotto l’euro. Come dire che da domani dopo aver gustato il
caffè al bar anziché affannarsi nella ricerca delle monete si potrà far cadere
con nonchalance nelle mani della cassiera la propria carta di
credito. E questa non potrà rifiutare il pagamento anche se svantaggioso. Che
tra i due ponzamenti si possa intravvedere una qualche contraddizione sarebbe
logico solo se si vivesse fuori da Belpaese. In caso contrario questa è solo la
normalità.
Se la prima idea,
quella dei contanti, era stata presa con l’intento di stimolare la ripresa e la
crescita questa seconda «È una questione di libertà» Come non averci pensato
immediatamente. Ma ancora di più, si vuole che «i cittadini siano liberi di
scegliere come pagare in qualunque situazione.» Quindi un atto decisamente
rivoluzionario. Bolscevico se non addirittura giacobino. Luigi Capeto, in
arte Luigi XVI avesse fatto questa proposta alla riunione della Pallacorda
senz’altro avrebbe salvato il collo suo, quello di Maria Antonietta e di
qualche migliaio di nobili, ma tra i suoi consiglieri non c’era neanche un
antenato di ventesimo grado di Sergio Boccadutri. Ci fosse stato la storia
dell’Europa avrebbe preso tutta un’altra piega. Ah, già, non s’è detto che il
virgolettato di qualche riga sopra è puro pensiero boccadutriano. Mica
bruscoli.
Per quei pochi che non riescono a focalizzare la figura di Sergio Boccadutri
basteranno alcune pennellate per inquadrarlo. Innanzi tutto è un adamantino
paladino della libertà. Che per lui significa anche, se non soprattutto, muoversi
in libertà. Come per esempio, passare da Sel al Pd al seguito di Gennaro
Migliore, che di Sel era il capogruppo alla Camera. Quando gli si chiede che
professione eserciti risponde “dirigente di partito” però, ora che è nel Pd, al
generico titolo di dirigente può aggiungere quello di Responsabile
dell’Innovazione. Il senso di libertà è evidente. E non c’è libertà nella legge
da lui propugnata di dar corso ai rimborsi elettorali ai partiti? Certo che sì:
la libertà dell’incasso. Che per lui ex tesoriere di Rifondazione Comunista e
poi di Sel deve aver rappresentato un brivido blu. Alla faccia dei cittadini
che in libertà, poveretti loro, hanno in mente ben altra destinazione per quei
denari. D’altra parte come non considerare innovativo e sullo stesso piano dare
soldi pubblici ai partiti e andare al bar con la carta di credito? Chissà se
Steve Jobs ci aveva mai pensato? E si spera solo che la notizia non arrivi alle
orecchie di Zuckerberg. Il povero Mark potrebbe cadere in depressione e
richiedere indietro quel 99% delle sue sostanze dato in beneficienza. Ma
d’altra parte la libertà non ha prezzo.
La meravigliosa carica di libertà e di innovazione racchiusa in quel
piccolo rettangolino di plastica ha nel Boccadutri il suo esegeta più puro. Forse non c’è lui dietro l’idea di permettere il saldo di conti fino a tremila
euro con le volgarissime banconote., ma non pare si sia opposto con la stessa
veemenza. Una volta, ma era in Sel
voleva abolire le banconote da 500€. D’altra parte anche pagare fino a tremila
euro con i contanti è scelta di libertà, oltretutto fatta a fin di bene,
ovviamente. Chi non vuol sostenere la crescita e la ripresa economica? Tuttavia
questa seconda opzione nasconde palpabili tratti di alienazione sociale.
L’acquirente non si libererà mai dalla schiavitù del denaro contante. Che soddisfazione
c’è nell’andare in gioielleria con tremila euro nel portafoglio? E dove la si
mette l’allienazione che si prova nel conteggio delle miserabili e sudice
banconote? No, assolutamente meglio pagare il bar con la moneta di plastica.
Qualche malpensante dirà che in questo modo si saprà quando il signor
Stracazzetti Alfredo (che in omaggio alla non retorica non viene qui definito
metalmeccanico o ceto medio e tantomeno piccolo artigiano) e pure quante volte si sia preso una pausa e quali
quantità di cornetti e cappuccini abbia ingollato. E dal caffè pagato con carta
di credito al redditometro e all’accanimento dell’Agenzia delle Entrate il
passo può essere breve. Ma qui si vede
tutta la piccolezza dell’animo umano e al contempo la sua grandezza. Il signor
Stracazzetti risponderà che quello non è un controllo ma un esaltante esempio
di trasparenza. Non come il signor Vaffanculetti (anche lui di nome fa Alfredo)
che sarà costretto a nascondere i suoi acquisti anziché vantarsene con gli
amici al bar. E dovrà camminare rasente i muri per entrare non visto nelle
gioiellerie e sarà sempre alla disperata ricerca di alibi farlocchi per cercare
di spiegare quelle assenze non giustificate dalla carta di credito. Con quella
mefitica alea di aver favorito il nero, l’evasione fiscale e pure l’elusione. Il
discredito sociale ed il pubblico ludibrio potrebbero portarlo alla
disperazione. Niente paura, non succederà.
L’italico popolo è forte abbastanza
e cinico il giusto, per poter digerire anche le strampalate iniziative di questo
governo che sembra presieduto da una reincarnazione, venuta male, di Groucho
Marx e che nelle figure di contorno annovera aspiranti spalle da
avanspettacolo.
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RispondiEliminaSiamo governati da tanti furbetti..... ma incapaci ed inetti !
RispondiEliminann ho parole
RispondiEliminaInfatti non ce ne sono piu'. Dobbiamo agire
RispondiEliminaGent.mo Sig.re
RispondiEliminaHo ricevuto,come tante altre, questa sua mail e mi ha convinto a rispondere! Questo articolo di Repubblica di Firenzze mette in luce come i Costituenti avevano pensato anche all'evasione fiscale che anche allora era lo sport nazionale preferito a danno dei ceti meno abbienti! Le allego anche la Vera Delega di riforma tributaria votata dall'Assemblea Costituente il 23 maggio 1947 alla quale i governi e parlamenti che si sono succeduti fino a oggi non hanno emanato i relativi decreti attuativi.
Confidando in una sua lettura dei testi resto in fiduciosa attesa di suoi commenti.
Grazie e cordiali saluti.
Roberto Torelli
ALTRO CHE 1000 O 3000 EURO PER “EVITARE”L'EVASIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA!!!!
Questo il titolo di un articolo di Repubblica del marzo 2013
SI SCORDANO DI DICHIARARE AL FISCO LE LORO ENTRATE!
COSTRUTTORI EDILI TRADITI DAI LORO CLIENTI!!!
L'articolo dimostra, in modo chiaro e disarmante l'efficacia, che l'applicazione dell'articolo 53 della Costituzione mettendo al CENTRO la PERSONA con la sua vita economica fatta di entrate ed uscite, nell'evitare l'evasione fiscale e fare emergere un sommerso annuo pari a circa 450/500 miliardi per un mancato gettito di 260 miliardi!
E' accaduto che i clienti hanno portato in deduzione dal loro reddito lordo il 36% del totale dell'importo delle fatture rilasciate dai fornitori per ristrutturazioni edilizie.
L' Agenzia delle Entrate di Firenze,viste queste deduzioni, hanno potuto fare un “ controllo incrociato” ed hanno scoperto che i fornitori non avevano contabilizzato sul loro reddito d'impresa gli incassi degli importi dei loro clienti!
Il nuovo accertamento ha portato allo scoperto un sommerso di 11 milioni di imponbile tra IVA e IRPEF.Poi ci sono evasioni di IRAP e Contributi Previdenziali!
Per il precetto di capacità contributiva, di cui al 1°comma dell'articolo 53 della Costituzione, le spese primarie e sociali, non quelle che rappresentano un lusso, non sono soggette ad alcuna tassazione, nel senso che esse fanno parte della capacità contributiva. (On.le Scoca relatore, a nome di tutti i partiti, dell'articolo 53 della Costituzione votato all'unanimita' dall' assemblea costituente del 23 maggio 1947)
Inoltre, applicando i 2 commi dell'articolo 53 della Costituzione,
viene accertata l'effettiva capacità contributiva e viene dato progressività al sistema tributario nel suo complesso.( tributi diretti ed indiretti sui consumi = IVA-IRPEF).
A cura dell'Associazione Articolo 53!
Torelli Roberto