Margherita Hack è
stata un esempio? Certamente no, a valutare la cosa con
scientificità, come le sarebbe piaciuto. Troppa retorica intorno
alla sua morte, che senz'altro non le sarebbe piaciuta. La differenza
tra i fatti ante mortem e le parole post mortem. Ma c'è un punto di
contatto tra lei e l'Osservatore Romano.
.
Per fortuna Margherita
Hack non ha avuto la possibilità di leggere i giornali il giorno dopo la
sua morte.
L'avesse fatto li avrebbe, con ogni probabilità, quasi
tutti cacciati in un angolo con qualche sagace commento da
toscanaccia. Eh sì, perché non c'è come morire per vedere i
tromboni della retorica salire alla ribalta. E Margherita Hack con la
retorica proprio non ci andava d'accordo. Anzi la retorica, come si dice in Toscana, non le
piaceva punto.
Nelle commemorazione della
persona dipartita specialmente quando questa è intelligente e
brillante e sincera e ironica e controcorrente e magari anche un
tantinello ribelle, guarda caso come Margherita Hack, le parole di
orpellata stima feriscono molto più di silenzi incattiviti e di
ripicca. Già,perché tra quanto pronunciato post mortem e i
fatti compiuti ante mortem c'è
sempre una grande, grandissima differenza. A riprova che tra dire e
il fare c'è di mezzo il mare.
Giorgio
Napolitano, giusto per dire il più in alto nelle cariche dello Stato
la ha commemorata dicendo di lei che: «Ha
rappresentato un forte esempio di passione civile lasciando una
nobile impronta nel dibattito pubblico e nel dialogo con i
cittadini.»
«Bubbole.»
- ci si immagina avrebbe risposto Margherita
Hack con quella sua ironica espressione da maga Magò perennemente
stampata sul viso - . «Nessun
esempio e nessuna impronta.»
Sì
bubbole perché un esempio e un'impronta sono tali solo quando
vengono seguiti ed imitati altrimenti non sono altro che un modo
d'essere personale ed individuale. Magari pure bello ed edificante ma
drammaticamente personale e solo. E, se l'esempio di Margherita Hack è
stato certamente seguito in ambito scientifico senz'altro non lo è
stato nell'ambito della società civile e tanto meno in quello della
società politica come si può facilmente verificare sfogliando i
giornali di un giorno qualsiasi. Anzi i signori che governano, si fa
per dire, la cosa pubblica si tengono ben lontani dall'esempio di
quella che viene definita, con untuosa retorica, “la signora delle
stelle”.
Lei,
che di quelle preferiva definirsi amica come fosse la vicina di casa,
ha ammesso con semplicità di aver ottenuto un modestissimo voto di
laurea, (101/110) quando chi non l'ha ottenuta ne vanta addirittura
una serie con tanto di master al seguito (1).
E comunque questo non le ha impedito di essere tra le grandi
dell'astrofica mondiale a riprova che se è vero che gli esami
possono essere un momento di verifica è altrettanto vero che il voto
non certifica una volta per tutte il sapere o la qualità della persona.
Lei, che
impegnata politicamente e socialmente lo è sempre stata, si
presentava alle elezioni con l'intento di attrarre voti per liste
nelle quali credeva e che certo non partivano in pole
position
e poi una volta eletta si dimetteva per lasciar posto a chi il
mestiere di parlamentare aveva l'ambizione di saperlo fare.
Lei,
che faceva parte dell'accademia dei Lincei, accettò (2)
il
premio di “Personaggio gay dell'anno”, per dimostrare nei fatti e
non a parole il suo impegno per l'affermazione dei diritti civili per
tutti. Che certi parlamentari gay invece si sono occupati solo dei
casi loro e dei loro conviventi. Ivan Scalfarotto solo per non far nomi.
Lei,
che era atea ma non certo integralista, era amica di diversi
sacerdoti e aveva il coraggio di affermare che «È
troppo comodo spiegare tutto con dio.»
(3)
e poi ammettere
che tante credenze e visioni
«Sono
dovute alla complessità del nostro cervello che al momento non si è
in grado di spiegare» e immediatamente dopo aggiungere di
non aver risposte per tutto: «Conosco
l'energia del sole, da cui tutto dipende. Conosco le stelle e le
galassie e le leggi che ne regolano l'esistenza; la manifestazione
complessiva dell'energia cosmica; ma il perché di tutto questo non
lo so.»
Così come il sito dell'Osservatore Romano nulla sa della morte di
Margherita Hack. Evidentemente anche oltre Tevere alcune cose non se
le sanno spiegare. Quindi un punto di contatto tra questi due opposti
c'è. Come peraltro spesso aveva scritto e detto parlando
dell'ingerenza del Vaticano nelle questioni italiche. Ingerenza che
però non arriva fino al prosaico pagamento delle tasse. Ma tant'è.
Certo
sarebbe stato carino se il Presidente Napolitano prima di esprimere
il suo vivo e vibrante cordoglio a morte avvenuta l'avesse nominata,
magari quand'era ancora in forze, senatrice a vita. Quello forse
sarebbe stato un bel modo, da parte della Presidenza della Repubblica
per dimostrare apprezzamento per chi veniva definito d'esempio e
capace di lasciare impronte piuttosto che innalzare a quel ruolo
ambiziosi professori dal fiato corto. Che parafrasandola si potrebbe dire: «È troppo comodo spiegare tutto con la ragion di Stato.» Ma così va il mondo.
- Il 12 agosto 2010 Torre del Lago Puccini
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...grande umiltà nel riconoscere di non avere ancora risposte a tanti misteri....pure io, modestamente, come Lei penso che tanti misteri siano racchiusi in quel nostro organo misteriosissimo denominato Cervello......
RispondiEliminaStavolta sono d'accordo
RispondiEliminamagari ce ne fossero di persone cosi in parlamento. Ma le persone di valore non scendono a compromessi. Percorrono la loro strada diritto fino in fondo.
RispondiEliminaE' un peccato che non ci sia più.
Bravooooooooooooooooooooooooooooooo!
RispondiEliminaMargherita Hack NON sarebbe stata un esempio a causa della strumentalizzazione che della sua morte sarebbe stata fatta da altri? non ti seguo: e di certo non avrebbe mai detto "bobbole", ma "bubbole"....
RispondiEliminaSenza dubbio non è stata un esempio per la gran parte di quelli che, da morta, l'hanno definita un esempio. Infatti i loro comportamenti in nulla si avvicinano a quelli di Margherita Hack per onestà, anche intellettuale, trasparenza, sincerità, e laicità. Basta pensare a come si è relazionata con i temi dei diritti civili. Iil senso della frase è, al tempo stesso, descrittivo della realtà e provocatorio nei confronti dei tromboni che si dichiarano carichi di vibrante cordoglio. Il primo bubbole mi è scappato mentre nel secondo le dita non mi hanno tradito. Grazie per averlo segnalato.
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