Il nuovo disegno di
legge sul finanziamento ai partiti non piace a nessuno, Oltre Feltri insorgono anche altri giornalisti sovversivi come Panebianco e Ricolfi. Il fatto buffo è che pure i tesorieri dei partiti sono
contro, E c'è chi come Antonio Misiani del Pd, chiede “intelligenza e
non demagogia”.
«I
ladri fanno schifo gli incapaci di più» così, con l'usuale tocco
di fioretto, inizia l'odierno editoriale (3 giugno2013) di Vittorio
feltri su il Giornale a
proposito della nuova proposta del governo per trovare una soluzione
alla questione del finanziamento ai partiti.
E poiché Feltri, che piaccia o meno, ha il pregio di non mandarle a dire prosegue scrivendo: «Anche un tonto capisce che si tratta di una presa in giro.» A lui, noto rivoluzionario e campione dell'antipolitica, a cui Beppe Grillo si è sempre ispirato, fanno eco altri giornalisti assai noti per gli articoli antisistema e carichi di fuoco rivoluzionario che scrivono su clandestini fogli sovversivi distribuiti unicamente nei centri sociali come il Corriere della Sera e la Stampa. Uno è Angelo Panebianco che, sul CorSera nella stessa giornata, propone al governo ed ai partiti che lo sorreggono di «ricorrere a formule vere e non truffaldine per i rimborsi. » E un altro è Luca Ricolfi che, su la Stampa, scrive «Come cittadino ho trovato offensiva per non dire beffarda l'impostazione del disegno di legge proposta dal governo.» In particolare Ricolfi lamenta il fatto che gli estensori della legge dimostrino di avere poca dimestichezza con la lingua italiana e nello specifico non abbiano ben chiaro il significato del verbo 'abolire'. Perché, fa rilevare Ricolfi, quando si dice che qualcosa «È abolito», soprattutto se non ci sono altre specificazioni di tempo e di spazio si intende che questo lo sia hic et nunc e non dopo tre anni come surrettiziamente e senza parere prevede il disegno di legge.
E poiché Feltri, che piaccia o meno, ha il pregio di non mandarle a dire prosegue scrivendo: «Anche un tonto capisce che si tratta di una presa in giro.» A lui, noto rivoluzionario e campione dell'antipolitica, a cui Beppe Grillo si è sempre ispirato, fanno eco altri giornalisti assai noti per gli articoli antisistema e carichi di fuoco rivoluzionario che scrivono su clandestini fogli sovversivi distribuiti unicamente nei centri sociali come il Corriere della Sera e la Stampa. Uno è Angelo Panebianco che, sul CorSera nella stessa giornata, propone al governo ed ai partiti che lo sorreggono di «ricorrere a formule vere e non truffaldine per i rimborsi. » E un altro è Luca Ricolfi che, su la Stampa, scrive «Come cittadino ho trovato offensiva per non dire beffarda l'impostazione del disegno di legge proposta dal governo.» In particolare Ricolfi lamenta il fatto che gli estensori della legge dimostrino di avere poca dimestichezza con la lingua italiana e nello specifico non abbiano ben chiaro il significato del verbo 'abolire'. Perché, fa rilevare Ricolfi, quando si dice che qualcosa «È abolito», soprattutto se non ci sono altre specificazioni di tempo e di spazio si intende che questo lo sia hic et nunc e non dopo tre anni come surrettiziamente e senza parere prevede il disegno di legge.
A
tutto ciò si aggiunga il fatto che dal 1994 al 2008 i partiti
abbiano incassato qualcosa come 2.253.000.000€ (che se è difficile
da leggere in numero la traduzione in lettere è: due miliardi e
duecentocinquantatre milioni ovviamente di euro che lo lo si portasse
nelle vecchie lire ci sarebbe da svenire) mentre hanno avuto spese
documentate per soli, si fa per dire, 579 milioni, sempre di
euro.
«Una bella plusvalenza.» direbbe il più scardellato direttore finanziario della più scardellata azienda. Per i tesorieri dei partiti un nulla del quale neppure arrossire.
«Una bella plusvalenza.» direbbe il più scardellato direttore finanziario della più scardellata azienda. Per i tesorieri dei partiti un nulla del quale neppure arrossire.
Plusvalenza
di cui peraltro non si conosce la fine. Ma i tesorieri dei partiti
che, si sa, son gente che la sa lunga e si dice, siano a parte di non
pochi segreti, si stracciano le vesti e addirittura minacciano il
licenziamento per i fattorini. Ma, per fortuna, c'è la cassa
integrazione guadagni che pensata per gli operai delle aziende in
crisi ora diviene utilizzabile anche per i dipendenti dei partiti. E
i partiti si sa non sono delle aziende. Un segno del cambiamento dei
tempi.
Altri
sono contro il disegno di legge del governo e declamano, come Antonio
Misiani, tesoriere del Pd che «La riforma del finanziamento va fatta
ma con intelligenza e senza demagogia.» Che bello sarebbe capire che
tipo di intelligenza serva per portare a termine questa indecente
pratica che, val sempre la pena di ricordarlo, il 90% degli italiani
decise di cancellare con un referendum nel 1993. Otto mesi dopo quel
clamoroso risultato grande intelligenza fu spesa per far rientrare
dalla finestra quello che è stato cacciato dalla porta. Quella
riforma fu fatta con intelligenza e senza demagogia? O forse la
parola intelligenza non è la più appropriata per dire di questa
vicenda,
E
dire che lo stesso Sposetti il 5 d'aprile dello scorso anno ammise su
L'Espresso
che
se non ci fossero stati dei cambiamenti nel metodo di finanziamento
dei partiti questi sarebbero stati spazzati via:
«L'ho
detto a Gianfranco Fini, con Massimo D'Alema ne parlo tutti i giorni,
gli faccio una testa così. Lo capite o no che tra sei mesi i partiti
non ci saranno più? Finiti!»
(1).E
per fortuna che della cosa ne parlava tutti i giorni con D'Alema. E
si son visti i risultati. Salvo poi il giorno dopo, stesso mese e
stesso anno, su Sette
sostenere che: «negare
risorse alla politica significa colpire al cuore la democrazia»
»
Magari
un po' meno demagogia e un po' più di serietà non guasterebbe.
Nella
poesia Basta
la mossa Trilussa
scrive di una scimmia che vuol fare il cinematografo ma ma non sa
dire mezza parola allora il fotografo (nel 1916 i registi ancora non
c'erano) suggerisce:
Fingi,
presempio, d'esse una bestiola
in
una posa un po' sentimentale,
che
pensa all'ideale
senza
che sappia di' mezza parola …
La
Scimmia, con un'aria d'importanza,
se
mise a sede, fece la svenevole,
guardò
er soffitto e se grattò la panza.
-
Brava! - strillò er fotografo - Benone
Questo
pe' fa' carriera basta e avanza:
sei
nata proprio co' la vocazione.
Che
dover dare ragione a Vittorio Feltri vien proprio difficile, ma quando ce vo'
ce vo'
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- 5 aprile 2012 L'espresso - “Sposetti: qui ci mandano tutti a casa”
A proposito di giornalisti o di opinion maker, come quelli citati in questo post ( Panebianco e Ricolfi)...torna di moda l'olio di ricino, poi spieghiamo meglio storicamente di cosa si tratta.
RispondiEliminaL'olio di ricino, da somministrare ad alcuni giornalisti, lo ha evocato oggi in aula
la deputata Cinque Stelle Laura Castelli che, a margine di un intervento sulla Tav, ha dichiarato «a certi giornalisti io darei l'olio di ricino»
Ora, cari giovani lettori di questo blog, mi permetto di informarvi che l'olio di ricino, in abbondanti dosi, veniva somministrato, dai seguaci di Mussolini, agli oppositori del Regime Fascista, in testa, ovviamente i giornalisti. Se, lasciate per un attimo questa trappola di menzogne, chiamata Internet, che, in Italia, paese immaturo, sta conducendoci alla deriva e vi dotate di un buon libro di Storia, libro vero, troverete riscontro a quanto sto affermando.
Ora, se penso alle dichiarazioni di Fico, un seguace di Grillo, alla Lucia Annunziata, su Rai 3, sono stato contento di aver avuto in diretta un riscontro a talune mie riflessioni. Fico ha infatti detto: " M5 non è un movimento di sinistra". Normale, perfetto, ma forse certi 'bambinoni' sinistri farebbero bene a non adularli pensando di aver trovato la sponda rivoluzionario. Sono sicuro che Casaleggio non è di sinistra. Ci scommetto...su...
Per quanto riguarda il finanziamento pubblico ai partiti invece sono d'accordo. Quello che esce dalla porta non può rientrare dalla finestra. E' una presa per i fondelli. Ma, è anche una presa per i fondelli ignorare che la vera idrovora delle risorse finanziarie pubblico è rappresentato dalle innumerevoli società partecipate e pubbliche che gestiscono i servizi comunali, che hanno dipendenti, consigli di amministrazione ( in genere i partiti ci piazzano i trombati alle varie elezioni),gettoni di presenza a gogo', deficit spaventosi. Non si conosce neanche il numero esatto di queste società. Eppure 'pappano'...