Mentre papa Francesco monita contro i ricchi i
cardinali maneggioni gli fan scavallare le tasse, in Italia. La Germania fa
quel che ha sempre voluto fare: comandare, soprattutto sull’Italia che gli
piace tanto. Gli F35 stanno a terra. Giovanni Floris ha bisogno di stimoli
nuovi: si chiamano soldi.
Si dice che «il
lupo perda il pelo ma nn il vizio» e si dice anche che «non c‘è nulla di nuovo
sotto il sole» e che «l’unica notizia
degna di essere pubblicata è che un uomo ha morso un cane.» Quindi tutto già
visto tutto già letto. Perché stupirsi?
Il Vaticano ringrazia.
Per l’ennesi
volta e non sarà certamente l’ultima lo stato della Città del Vaticano
ringrazia lo stato italiano perché non gli fa pagare le tasse. Si sperava che dovendo raschiare il fondo del
barile questa volta toccasse un po’ anche alla Chiesa, lasciando in pace i
poveri cristi che le tasse le pagano da sempre, ma così non è. La notizia al
solito esce di mercoledì o giovedì o al massimo di venerdì. Pubblicarla di
domenica sarebbe di cattivo gusto rovinerebbe la festa del Papa: nello stesso
giorno in cui gli fanno lo sconto non potrebbe esaltare la povertà e monitare
(far di monito) contro la mafia, il vile denaro, la corruzione e gli
intrallazzi. Che se non ci fossero cardinali intrallazzatori forse le tasse le
dovrebbe proprio pagare. Che papa Francesco se ne faccia una ragione: i
cardinali intrallazzatori servono. Sic
transeat gloria mundi (per lui che sa il latino il senso della frase è
chiaro).
Tasi, Tarsi, IMU e compagnia.
Pare che
finalmente (per i malati di masochismo) stiano arrivando le famose aliquote
sugli immobili, hanno nomi impronunciabili dai misteriosi significati minacciosi.
Il più evocativo si scrive Tasi e si intende taci (in veneto). Giusto per
mettere il contribuente a suo agio. E così tutti taceranno meno quelli che
potranno ridere a crepapelle. Sono i soliti: le scuole private e le cliniche di
proprietà di enti religiosi e i conventi trasformati in alberghi e bed&breakfast
eccetra eccetra. Per le chiese neanche se ne parla come se la luce dei lampioni
che illumina le strade che portano al tempio o la pulizia delle stesse fossero
servizi forniti direttamente dal cielo e pagati con tre pater-ave-gloria. Che credere nei miracoli può anche andar bene ma
non bisogna esagerare. Soprattutto si monita bene mentre gli amici vicini
razzolano male.
La Germania vuole comandare
Neanche questa è
una grande novità lo vogliono fare da sempre. Vero è che all’inizio fu Giulio Cesare
ad andare a sfrucugliarli a casa loro ma poi questi si sono vendicati con gli
interessi. Si dice che gli italici non amino i germanici ma li rispettino
mentre i germanici amino gli italici ma non li rispettino. Storia vecchia che
si ripete. Non solo i teutoni chiedono ai governanti del Belpaese di fare i
compiti a casa ma poi li vogliono vedere e con la matita rossa e blu li
correggono. Per cambiar di passo ci vuol più che un buon oratore, anche se
giovane, ci vogliono idee chiare e fatti concreti. Che a stender proclami son
buoni quasi tutti Nella politica fra Stati fidarsi dei rapporti personali, «non
temo i cani da guardia, conta il rapporto con la Merkel», non ha mai portato bene. Se ne è accorto anche
se un po’ tardi pure Mussolini. Loro, i tedeschi, (come tutti i veri governanti)
pensano all’interesse del loro Paese (giusto o sbagliato che sia) e del resto
se ne impippano. E poi la politica delle pacche sulle spalle è roba da
piazzisti e non ha mai pagato. Come ha spiegato Putin a Berlusconi. L’unico che
disse qualcosa di spiazzante sulla Germania fu Giulio Andreotti: «La Germania
mi piace così tanto che preferisco averne due.» Non gli dettero retta. Non era
politicamente corretto.
Gli americani preferiscono che gli F35 stiano a
terra.
La storia di
questi disgraziati aeroplani sembra proprio essere infinita. Adesso si
incendiano pure e al momento nessuno ne capisce il motivo. Per precauzione gli
americani che sono dei pragmatici li tengono a terra. Almeno lì fanno la loro
bella figura. Gli unici che insistono a volerli comprare sono i ministri della
difesa italiani, a prescindere dal partito di appartenenza e anche il
presidente del Consiglio e pare pure quello della Repubblica, neanche fosse
scritto nella Costituzione che l’Italia è una nazione guerrafondaia. Magari si
potrebbe prendere esempio dalla Costa Rica che sessant’anni fa vendette il suo
armamento militare (altro che privatizzazioni) e sciolse l’esercito. Da loro l’indice
di alfabetizzazione è del 96% hanno un bel sistema sanitario nazionale, viaggiano
al top dell’index sulla qualità della vita e sono ancora in Brasile a giocarsi i
mondiali.
Gli stimoli di Giovanni Floris
E così anche
Floris lascia la Rai. È l’ultimo di una lunga serie di pulcini che la nave
scuola RAI ha allevato e che poi, con la maggiore età ed imparato quel che c’era
da imparare, ha deciso di andarsene. Come tutti i predecessori nell’atto dell’abbandono
ha parlato del bisogno di stimoli nuovi. Tutti strizzano l’occhio e fanno finta
di crederci. In realtà gli ex pulcini hanno capito che la vita (soprattutto
professionale) non è eterna e quindi meglio monetizzare prima della fine.
Almeno lo dicessero chiaro e tendo:«me ne vado perché di là mi pagano di più.»
Se sono arrivati a dirlo i calciatori possono riuscirci anche i giornalisti.
Forse.
Alleluja.
Ma poi... Quante banalità riesce a dire il Francy? Basta violenze, pace in medioriente, lavoro per tutti... E meno male che è ispirato da entitá soprannaturali!
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