Vignetta di Giannelli apparsa sul Corsera del 20 luglio '14 |
A tre giorni dal d-day sul caso
Ruby, dopo gli stupori, i brindisi, le commozioni e chissà cos'altro
si può cominciare a fare qualche pensiero fuori dal coro. Questo ovviamente al netto degli
svenimenti (presunti) di Daniela Garnero, in arte Santanché nonché
nomata Crudelia de Mon dalla fidanzata del domiciliato di Arcore e
delle solite sceneggiate di Ferrara Giuliano che su la7 non ha
fatto mancare il suo contributo di gazzarra ed insulti. Poi c'è lo stupore, forse apparente ma non si
vuol essere maliziosi, dell'intero collegio difensivo che, a dar
retta ai giornali, considerava una riduzione di pena un obiettivo
quasi irraggiungibile. Dopo tre giorni magari si può cominciare a
far combaciare qualche pezzo del puzzle. Sempre che questo non
disturbi la placida digestione di Pierluigi Battista che vorrebbe la
fine di un capitolo. Che il caso Ruby poteva per l'appunto esserlo.
Come noto il domiciliato di
Arcore era stato condannato in primo grado per due reati: concussione
(sei anni) e prostituzione minorile (un anno). In totale 7 anni.
Pochi? Tanti? Irrilevante.
Solo venerdì pomeriggio il
grande pubblico scopre che il primo in realtà potrebbe non essere
più reato. Cioè a dire che la concussione per essere punita deve
essere “per costrizione” (prendere qualcuno per il collo) o “per
induzione indebita”. Nel primo caso ci vuole l'evidenza della
costrizione e Berlusconi, altezza a parte, non poteva prendere per il
collo il vicequestore Ostuni perché lui stava a Parigi e il
secondo a Milano. E poi ricevere dal Presidente del Consiglio 7
telefonate in sole 2 ore (in media una ogni venti minuti) si può
definire costrizione? Al di là della patacca sulla parentela con
Mubarak. Che già quella doveva dirla lunga. Peggio è andata a
Giorgia Iafrate che di telefonate da Ostuni ne ha ricevute 3 in
docici minuti e altre 7 in meno di un'ora. In quanto ad efficienza
non c'è male.Per l'induzione indebita, fattispecie introdotta dalla ex ministra Severino nel 2011 con il consenso di Pd e dell'allora Pdl ci vuole che il concusso ne abbia ricevuto un effettivo beneficio. E anche questo non c'è. In questi quattro anni i due funzionari della Questura di Milano coinvolti nel fatto hanno proseguito la loro normale carriera. Pietro Ostuni era vicequestore ed ora è questore vicario, mentre Giorgia Iafrate da commissario capo ora è vicedirigente delle Volanti del 113. Tutto limpido e lineare.
Dice l'avvocato Coppi: «se
Ostuni al massimo si è sentito condizionato dalla richiesta di
Berlusconi, se ha avuto timore reverenziale verso chi magari ha
pensato di compiacere questi (lo dico elegantemente) sono fatti
suoi.»
L'eleganza sottesa alla frase è scarsa e Ostuni non ci fa una gran bella
figura ma la concussione per costrizione o per induzione
indebita non c'è. Questa è la legge e lo è da tre anni. Quindi
possibilità di sconfitta su questo punto per l'imputato ce ne erano,
oggettivamente, pochine pochine. Sul secondo reato, prostituzione
minorile, articolo 600 bis comma 2, i giudici hanno ritenuto che
l'imputato non fosse a conoscenza dell'età della persona che si
stava portando a letto e quindi assolto.
Si potrebbe dire che questa è un'opinione come un'altra dato che
prove inoppugnabili non ce n'erano né per sostenere una tesi né
l'altra. Anche se a favore dell'accusa c'é l'intercettazione in cui
Ruby dice che le è stato chiesto di fare la pazza e confondere le
acque. Dopo di che è ovvio che avere rapporti sessuali tra adulti
consenzienti « non costituisce reato». E meno male.
Però
in questi tre anni i pianti in versione greca del domiciliato di
Arcore per avere la grazia, senza farne domanda, per la condanna di
evasione fiscale e le esplicite richieste di salvacondotto per futuri
guai si sono succeduti. Con il consueto contorno di insulti alla
magistratura, dichiarazioni vittimistiche, frusti retroscena che
dipingevano l'imputato come depresso, demotivato e stanco e timoroso
di finire in galera. Come già il suo amico Dell'Utri. Il tutto
condito da incontri con il Presidente del Consiglio e patti dai nomi
stravaganti. come li hanno tutti i patti e salite al Colle Richieste
e pressioni che il Colle ha sempre sdegnosamente respinto. Come
giusto che sia. Anzi ci si domanda perché l'abbia ricevuto.
Certo
che di quella leggina della ministra Severino sembra che se ne
fossero dimenticati tutti, ma proprio tutti. Giornalisti compresi. E
quindi il tormentone è andato avanti per tre anni. Che poi fosse
tormentone o semplice muina
messa
in scena alla faccia dei gonzi da tutti gli attori della patetica
sceneggiata lo
racconterà la storia sempre ammesso che questa abbia voglia di
investire il suo tempo su simili vicende. Da non dimenticare in ogni
caso che il deposito della sentenza era già previsto per il prossimo
settembre e che su eventuale ricorso la Cassazione aveva con anticipo
previsto di non pronunciarsi prima della primavera-estate dell'anno
prossimo. O magari anche dell'autunno inverno. Neanche si trattasse
di una collezione di moda.
Capitolo
chiuso dunque? Forse no, con buona pace di Pierluigi Battista. I
processi che vedono il domiciliato di Arcore ancora in pista sono
diversi: il Ruby ter cioè corruzione di testimoni, quello sulla
compravendita di senatori anche qui corruzione e quindi il caso
escort ovvero induzione a rendere dichiarazioni mendaci, cioè false.
Insomma per quanto la si giri e la si rivolti si sta a girovagare
sempre intorno alla stessa materia: soldi per bugie o bugie per
soldi.
Il
tutto tradotto dal linguaggio della politica in quello del non
politicamente corretto potrebbe, forse e solo per i maliziosi,
suonare come una prima tranche sistemata ma con l'incognita di altre
tre. Quindi occhio alla penna. Se così fosse che almeno ci venga
risparmiata a muina.
Südduetsche
Zeitung ha titolato: «un favore a Berlusconi» ma i tedeschi, è
noto, hanno scarso il senso dell'umorismo.
e noi paghiamo i processi con tanti soldi,e poi finiscono cosi,cosa serve ala giustizia,è per giustificare che la legge è uguale ....per tutti.......vero??????????
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