Ciò che possiamo licenziare

giovedì 6 dicembre 2012

Lo Stato alla Chiesa: tetti ai senzatetto. Dove? A Parigi


Cécile Duflot responsabile della Giustizia territoriale e dell'Alloggiamento chiede alla Chiesa di Parigi di collaborare alla soluzione dei problemi dei senzatetto. Laicamente e pragmaticamente.


«Donnerwetter (1), qvesti franzosi» deve aver pensato Benedetto XVI quando il suo nuovo segretario gli ha mostrato il rapporto decriptato arrivato dalla Francia.
Probabilmente l'ha letto un paio di volte e ci si immagina che si sia pure stropicciato gli occhi. Però lo scritto dell'arcivescovo di Parigi, monsignor André Vingt-Trois, non lascia dubbi: lo Stato francese chiede alla chiesa cattolica di partecipare, concretamente, alla soluzione del problema dei senza tetto.
I termini della richiesta sono chiari oltre ogni ragionevole dubbio. E non c'è molto da capire. Potrebbero arrivarci, incredibilmente, anche la gran parte degli italici parlamentari. Non tutti s'intende che qualcuno è decisamente sotto misura. E non solo per altezza.
La questione è semplice: punto uno i senzatetto hanno bisogno di un tetto, punto due la Chiesa cattolica francese ha tanti tetti, punto tre molti di questi tetti sono sotto abitati, punto quattro e risultato finale: i tetti sotto abitati vanno dati ai senza tetto.
Semplice, lineare, cristallino. Così come si conviene nella patria del razionalismo. Benedetto sia Cartesio.
Ovviamente la richiesta è ufficiale, in Francia ci tengono alla forma oltre che al contenuto, ed è firmata da Cécile Duflot, 37 anni, che nel governo di François Hollande ricopre la carica di responsabile della Giustizia territoriale e dell'Alloggiamento.

Nella lettera Cécile senza tanti giri di parole, fa l'elenco delle proprietà ecclesiali all'ombra della torre Eiffel: sono una decina, tutte di grandi dimensioni e dislocate, ça va sans dire, nelle migliori zone della città.
Come soprammercato l'adorabile Cécile, un nome che di suo è garanzia di laicità, aggiunge il numero delle persone che abitano gli immobili. E quindi quattro suore in un intero palazzo, una ventina di studenti in un vasto seminario e via elencando. Infine per avere la certezza di essere ben capita ed assolutamente non fraintesa mademoiselle Duflot indica i tempi entro i quali si deve concretizzare l'aiuto: fine anno, e pure come interverrà nel caso dovessero sorgere delle difficoltà. In modo semplice: requisendo gli spazi.
«Ma come? la cattolicissima Francia» avrà gemuto Benny.
Eh già, cattolicissima fin dal 1589 quando così la nomò Enrico IV che peraltro doppiò quest'affermazione con quell'altra ugualmente famosa e pure assai più pragmatica e pregnante che suonò: «Parigi val bene una messa». 
Cattolici sì, forse, un po' ma pragmatici di sicuro.
Certo vien difficile immaginare i budinosi politici nostrani affrontare a viso aperto e con chiarezza i poteri d' oltre Tevere. Che sì sono quelli i veri poteri forti. Non riescono a farlo neppure quando a chiederlo è l'Europa e tutto sommato, potrebbero nascondere la loro inanità dietro lo scudo delle pesanti multe che derivano dalle infrazioni. Che a contorcersi per compiacere il curato o a mendicare miserrime decorazioni o titoletti simil nobiliari son buoni tutti, come ampiamente dimostra la cronaca, mentre a mostrarsi schietti e con la schiena dritta non ce n'è molti in giro. Neanche tra i laici, pretesi, della Bocconi.

La Chiesa di Francia si difende prima con il classico e borghesucccio “ho già dato”. Che certo non brilla per creatività anche perché la razionalità dice che aver ospitato 120 clochard su 1500, quanti ne girano in quel di Parigi, non è una grande sforzo. 
E poi con un triste «fate ricerche negli uffici pubblici, banche e assicurazioni». Il che dimostra come sia d'attualità la frase: «perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?». Evidentemente
Laicamente si potrebbe dare un doppio suggerimento: ai vescovi francesi di venire, se ne hanno lo stomaco, a prendere lezioni di “evasione” dai colleghi italiani che di creatività al riguardo ne hanno a iosa. Ai nostri politici, se ne hanno il coraggio, di farsi istruire sul come ci si comporta per far rispettare lo Stato e le sue decisioni.

Con l'augurio che i primi non ne abbiamo lo stomaco e i secondi ne trovino, finalmente, il coraggio.
------------------------------------------
(1) perbacco ndr

1 commento:

  1. Mi sembra che gli interventi di Cécile Duflot non siano piaciuti neanche alla sinistra.credo che lei sia ritornata sull'argomento. In Italia se lo stato facesse la metà di quello che fanno le parrocchie, le comunità, le associazioni sia religiose che laiche, non ci sarebbe nessuno per strada.La Francia ha fatto bene a chiedere, se è nelle sue facoltà, quello che ha chiesto e la Chiesa a rispondere come vuole mettendo in evidenza che ,per quel che mi riguarda, la gratuità è d'obbligo.
    http://www.tempi.it/espropriare-i-beni-cattolici-per-darli-ai-clochard-e-unidea-assurda-e-anticlericale#.UMI56IP8JGc

    RispondiElimina