Ancora una volta il
governo Letta traccheggia. Questa volta si tratta del provvedimento
sulle lobby. Il busillis sta sul fatto se si deve esercitare il
controllo oppure no. Il tetto di 150€ per le elargizioni liberali è
ritenuto basso. Istituita una commissione che analizzi cosa fanno gli
altri in Europa. Ne è stata fatta una analoga per i costi della
politica. Fu un fiasco.
Il ministro Flavio Zanonato, del Pd, teme la scatola nera |
E, giusto per dare una mano, sempre a quell'unico che vien dalla campagna, le lobby sono quelle organizzazioni (possono essere sia associazioni di categoria, come i produttori di armi negli Usa, ma anche aziende private che operano conto terzi, come le agenzie di pubbliche relazioni giusto per fare due esempi) che tampinano i legislatori (leggasi politici) affinché prendano decisioni a loro favorevoli.
Il
verbo “tampinare” forse non è il più ortodosso e magari neppure
il più politicamente corretto ma rende bene l'idea. Quando si parla
di trasparenza meglio essere chiari, per l'appunto, e magari anche un
tantinello rudi piuttosto che, come si usa dire, «girarci attorno»
che a questo già ci pensano Enrico Letta, i suo ministri e i
politici, in genere.
L'attività
del lobbista, che detto per inciso è un lavoro come un altro,
ricopre un ruolo assai rilevante nel processo decisionale e consiste
nel presentare le tematiche, opportunità e problemi, del mercato di
riferimento affinché questo sia reso più profittevole o perché si
riducono gli obblighi o perché si aumentano le possibilità di
generare business.
Naturalmente,
come in ogni relazione umana, le sole nude cifre ed il rigido
razionalismo cartesiano non bastano, di norma sono entrambi assai
noiosi, è quindi necessario che si crei empatia, feeling dicono
quelli che hanno studiato, tra gli interlocutori. Quindi il lobbista,
oltre che preparato sulla sua materia, deve saper instaurare
relazioni ed avere buoni rapporti. Tra gli strumenti utilizzabili
sono previste anche le cosiddette elargizioni: biglietti per il
teatro o per lo stadio o magari la classica penna stilografica. In
questo campo comunque la fantasia del lobbista si può scatenare.
Quindi
visto che ci sono in ballo anche biglietti per il teatro e penne
stilografiche e soprattutto che, forse, forse, in passato qualche
piccolo, piccolo, abuso c'è stato e che i tempi e i cittadini
richiedono un tantino più di trasparenza ecco la buona intenzione
del governo di legiferare in materia e definire delle regole. In via
del tutto teorica la questione dovrebbe essere delicata sì ma non
molto complicata. Magari un po' di buon senso aiuterebbe.
La ministraEmma Bonino, radicale è
allergica ai controlli sulle lobby
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In
particolare pare che il ministro Zanonato si sia scatenato parlando
addirittura di «scatola nera da mettere sulla schiena dei ministri
così ci registrate tutti i movimenti.» Che in realtà la risposta
all'obiezione del ministro, ex sindaco di Padova, sta nel chiedergli
«perché no?» Infatti non si capisce cosa ci sia da nascondere o
quale segreto si disvelerebbe se, a fine anno cioè a cose già avvenute,
il ministro Zanonato scrivesse di aver incontrato il tal lobbista o il
talaltro. Forse, lui cattolico, ha mal interpretato il senso della
frase evangelica «non sappia la mano destra quello che fa la
sinistra.» Non era un invito né alla dissociazione né
all'occultamento ma semplicemente alla modestia.
Altro
punto su cui, anche se non palesemente, pare si sia rilevato qualche
malumore è stato quello relativo alle elargizioni a cui si propone
di porre il tetto di 150€. Troppo basso sostiene qualcuno. Già,
perché quell'importo è l'equivalente di un paio di biglietti del
teatro o della tribuna dello stadio o anche di una penna stilografica
di medio pregio. Che anche qui viene spontanea la domanda: «ma
perché ci devono essere delle regalie? Dove sta scritto?»
Che
poi, va ben detto, la dizione «elargizione liberale» si presta a maliziose e
innocenti interpretazioni. Che tanto più sono maliziose quanto più
sono innocenti. Ma chissà che cosa frulla nella testa dei politici
quando sono al lavoro.
Per
risolvere la questione Enrico Letta noto per il suo irruente
decisionismo ha deciso che nell'immediato è meglio non decidere e
quindi, come nella migliore delle tradizioni, ha demandato il tutto
all'analisi esplorativa di una commissione.
Incaricato
della stessa è il ministro per le Politiche europee Enzo Moavero,
che avrà il compito di «capire che tipo di normativa introdurre in
una logica di di coerenza con gli altri Paesi europei.» Il fatto è
che questa assomiglia stranamente ad un'altra commissione che aveva
come scopo capire quali erano gli stipendi dei parlamentari d'Europa.
L'obiettivo era quello di creare uniformità tra gli stipendi italici
e la media del continente. Quella commissione lavorò alacremente per
mesi per giungere alla conclusione che non era giunta a capo di
nulla. Tipico.
Chissà
se la commissione di Ezio Moavero, che discende da Ferdinando Bocconi
fondatore dell'università omonima, saprà arrivare a qualche
conclusione.
Per
ora il problema, guarda caso, è rimandato. Poi, si vedrà
"ma questi, invece de venì a 'na decisione, decisero de fa 'na commissione" " Pascarella - La scoperta dell'America. Che accanto alla nuova commissione, si costituisca una lobby di parlamentari per bloccare le donazioni al di sotto dei 5.000 euro anziché quelle al di sopra dei 300 euro.
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