L'Italia è un grande
Paese, nella sua millenaria storia ha visto di tutto. Al confronto
questa di Berlusconi è una bagatella. L'avvocato Agnelli paragonò
l'Italia al Paese delle banane poi si corresse dicendo che ci sono
solo i fichi d'india. Più preoccupati di tutti sono gli operatori
del UEPE .
Ormai da diversi giorni, e
la tiritera andrà avanti almeno per altri quindici, non c'è
giornale o tg o radiogiornale che non apra sulle vicende processuali
di Silvio Berlusconi.
Berlusconi ai tempi dell'uveite. |
Finalmente, quello sull'evasione fiscale del
gruppo Mediaset, uno dei pochi processi scampati a prescrizioni o
accomodati da leggi ad hoc è arrivato in Cassazione così da
raggiungere, quale che ne sia l'esito, il tanto agognato terzo grado
di giudizio. Quindi la totalità dei giornalisti politici, qualcuno
tra quelli sportivi e forse Aldo Grasso che però da qualche tempo ha
smesso i panni del puro critico televisivo per indossare quelli più
comodi di fustigatore di costumi, sono angosciati dalla domanda:
«Cosa succederà a Silvio
Berlusconi il 30 luglio prossimo venturo?»
Che la stessa ansia non
gli viene per quelle decine di milioni di italiani che, in quello
stesso 30 di luglio, saranno di fronte a un bivio: scegliere di fare
le vacanze con al collo ghirlande di fiori suonando l' ukulele in
qualche atollo delle Hawaii o passarle nel giardinetto dietro casa
con in mano la Gazzetta dello Sport. Che,
anche se è rosa come un fiore,
odora d'inchiostro.
L'Italia,
si sa è un grande e strano Paese. È
il Paese della storia millenaria (per la parte d'occidente
dell'emisfero,ovviamente) e dell'arte, non a caso qui è nato
Michelangelo, della creatività, dove altro avrebbe potuto nascere
Pirandello, della genialità, Marconi era italiano, della finissima
filosofia della politica, e infatti c'é Machiavelli. E poi dello
stile, Henry Ford I quando vedeva passare una automobile Lancia si
toglieva il cappello, della moda, passata o presente o addirittura
futura, non c'è che l'imbarazzo della scelta, della cucina e via
dicendo. Nessun Paese è come
l'Italia.
E infatti, come diceva
Indro Montanelli «Il più grande
giornale italiano ha per testata Corriere
della Sera ma esce al
mattino, i treni più lenti li abbiamo chiamati accelerati e il capo del fascismo non sapeva pronunciare correttamente il
nome del movimento che aveva fondato.» Giusto per i più giovani o quelli che non seguono le
trasmissioni di Giovanni Minoli, si ricorda che Benito Mussolini non
pronunciava «fascismo» ma il meno imperiale «fasismo». E poi, che
in quello stesso periodo nelle manifestazioni ufficiali il saluto era
al «re e imperatore» e, a seguire, al «fondatore dell'impero.»
Che ad avere un imperatore che si fa fondare l'impero da un altro ci
vuole una bella fantasia. E una bella faccia tosta. Da parte di tutti
e due.
In
un soprassalto di sincerità l'avvocato Giovanni Agnelli, nel 2001,
leggendo i commenti della stampa estera su Berlusconi disse «Siamo
il Paese delle banane» e nell'anno successivo, in occasione delle
dimissioni del ministro Ruggiero, completò il suo pensiero con un
«purtroppo non ci sono nemmeno le banane ma soltanto fichi d'India.» Avendo
davanti questo quadro di riferimento: cosa può succedere a
Berlusconi? Niente. La risposta è: niente.
Se
sarà assolto: falchi, colombe, valchirie e pitonessa, insomma
l'intero bestiario del Pdl, inneggerà alla sua virginale figura. Gli
stuoini saranno ancora più stuoini e i quaquaraqua rimarranno
quaquaraqua, che di più non si può fare. Bruno Vespa che non è né
l'uno né l'altro farà un'edizione speciale di Porta
a Porta. E poi sarà
un coro di «Lo sapevo» e «L'avevo detto», e «Per fortuna c'è
ancora una magistratura onesta». Cammellando un po' di truppe ad
Arcore il novello resuscitato (aveva già fatto di persona taluni
riferimenti al proposito) si concederà qualche pediluvio di popolo. Ché i bagni di folla coi tempi che corrono vengono difficili. Quelli che lavorano al Uepe (Ufficio esecuzione personale esterno)
che poi tradotto per i semplici è il servizio di assistenza sociale
per i condannati che stanno fuori di galera, si congratuleranno per
lo scampato pericolo. Si continuerà coi sondaggi e si gioirà di
eventuali nuovi recuperi percentuali ché gli elettori saranno sempre
meno. Il governo andrà avanti. E nulla più. Eh, sì perché
bisogna ricordarsi che dopo questa cassazione i processi non sono
finiti. Perché sembra che Berlusconi Silvio abbia altre marachelle,
così dicono i giudici, di cui rendere conto e quindi per lui i
processi sono come gli esami: non finiscono mai.
Se
invece sarà condannato. Bhè in galera non ci andrà per indulti e
benefici vari, sarà affidato ai servizi sociali, come già oltre
trent'anni fa o giù di lì il povero MarioTanassi e poi, più
recentemente il suo amico e avvocato Cesare Previti e qualche altro
gentiluomo dell'establishment. Mentre invece i vergognosi farabutti
ladri di latte, merendine e mele ci finiscono dritti come fusi. In
galera. Perché, in fondo, i reati non si contano ma si pesano, come
le mele al supermercato. Appunto.
E
qui i guai sono solo per gli operatori Uepe di cui sopra che dovranno
seguire il reinserendo Berlusconi Silvio.
Una
faticaccia. Soprattutto dover ascoltare le sue barzellette e sentirlo
cantare . Son da compatire già fin d'ora.
L'interdizione
dai pubblici uffici, pena collegata ai quattro anni richiesti, è
irrilevante poiché il Berlusconi è sempre stato tra i più
assenteisti del Parlamento equindi non si noterebbe la differenza e
comunque la cosa non gli impedirà di mantenere il controllo del
partito, finché i soldi ce li mette lui e firma le fideiussioni. Il
bestiario di cui sopra piangerà sulla sua virginale figura . Il coro
sarà uguale nelle parti di «Lo sapevo» e «L'avevo detto», e
varierà negli apprezzamenti sulla magistratura. Su questo tema ci
vorrà del serio lavoro creativo visto che : «Metastasi, cancro e
comunisti» sono vocaboli già spesi. Il pediluvio di popolo sarà
comunque organizzato e magari doppiato nei giorni dispari. Si
seguiranno i sondaggi con le avvertenze di cui sopra. E il governo
andrà, in ogni caso, avanti. Che avere troppe grane sul tavolo non
piace a nessuno anche se con stomaci da pitone.
Come
variante si può pensare a qualche escamotage del tipo che si dilata
la prescrizione e si rimanda più in là la sentenza e nel frattempo
magari qualcosa succede. Che a Lampedusa si scopre che c'è il
petrolio o che tutti gli evasori si pentano e in quattro e
quattr'otto restituiscano il maltolto che così non si pagherà l'Imu
per i prossimi cento anni o si ridurrà la tassazione allo 0% per i
redditi più alti. O magari anche meno, così a lamentarsi ci sarà
più gusto. E poi c'è sempre la grazia o qualche innovativo provvedimento
alla Sallusti. Chi può dirlo.
In
fondo il Belpaese è l'unico nel quale ogni figlio crede che sua
madre sia vergine ed ogni madre crede di aver partorito un dio.
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