Il
41% sono un sacco di voti, anche troppi ed hanno il grande difetto di togliere
ogni alibi. Se si parte così alti la volta prossima non si potrà che
peggiorare. Da adesso però soluzioni strutturali a tutti i problemi.
Risultati trionfali per
Matteo Renzi, anche se lui si schernisce e dice che ha vinto il Pd. Più per
astuzia che per modestia lascia volentieri il merito di tanta grazia al partito
piuttosto che intestarlo a sé stesso. E gli conviene. Gli conviene fare il modesto
poiché ha perfettamente capito che da ora in avanti la situazione per lui si fa
grama. E per i numeri e per la qualità della proposta politica prossima
ventura. Specialmente per lui. Infatti con un risultato così eclatante il
futuro si fa grigio: il fatto vero è che questo risultato non può che peggiorare.
E il simpatico ispiratore di Crozza lo sa bene. Giusto i giuggioli e le
giuggiole (queste inserite solo per parità di genere) ieri sera erano così
sinceramente garuli e garule, mentre lui non c’era. Ovvio.
Infatti pensare di doppiare
lo stesso risultato in elezioni politiche va al di là di ogni più ragionevole
ottimismo. Oddio, non che sia impossibile: gli italici insegnano che per loro,
nel segreto dell’urna, nulla è impossibile. D’altra parte per vent’anni sono
corsi come le mosche al profumato richiamo di tal Berlusconi Silvio che di serio
non aveva nulla: neanche i capelli.
Comunque ora per Renzi
Matteo iniziano i problemi. Perché non sarà facile per uno che, elettivamente un po’ di destra, deve mettersi a fare cose sostanzialmente di sinistra. Che un conto
è dichiararle nei comizi e un altro è renderle concrete. E tra le prime cose di sinistra a
cui dovrà mettere senz’altro mano c’è il far uscire il Pd ed organizzazioni
correlate, dalla viscosa melassa dell’affarismo modernista. Che se non si
mette ordine in casa propria vien difficile chiederlo agli altri Operazione ardimentosa
visto che, i fili che compongono il viluppo degli affari sono così assai ben
ramificati e pochi o forse nessuno dei potentati economici, che stanno al di là
ed al di qua degli schieramenti, ne è indenne. D’altra parte certe recenti nomine
han lasciato l’amaro in bocca a più d’uno e a taluni son parse dei pedaggi ben
pagati. Poi c’è la questione della
moralità istituzionale, che passa non soltanto da un deputato arrestato ma
anche e più intensamente dalle questioni dei doppi e tripli incarichi e poi dai
vergognosi costi della politica. Poiché dire che la politica e la democrazia
abbiano un costo in denaro ha sempre suonato più come una giustificazione all’esistente
che non ragione vera. E la storia delle società di mutuo soccorso e delle prime
cooperative di braccianti questo insegna. Peraltro è lunga la lista di quelli
che sono arrivati alla politica con vestiti sdruciti e poi, mandato dopo
mandato, si son fatti esperti di gran moda alla costante ricerca del “fatto a
mano e su misura”. Ormai diventati signori abituati alle terrazze e agli
autisti.
E poi ci sarà anche da
dar soluzione alle questioni del lavoro e delle pensioni e della abnorme tassazione che riguarda chi i
denari non ce li ha e delle ricche rendite finanziarie che magari dovrebbero essere
sommate al reddito (che tali sono) e quindi tassate e delle scuole e dell’ambiente
e dei beni comuni. E per tutte queste questioni
dovranno esserci soluzioni strutturali, così come le si chiama adesso, cioè a
dire che non risiedono nella filosofia di “una botta e via”. Questa esperienza
già è stata fatta e non ha lasciato buoni segni. Anzi, l’Aquila è ancora là che
aspetta e le new town ad alto costo e a qualità relativa sono lì a dimostrarlo.
Tutto ciò posto Renzi
sa bene che quanto è dentro il M5S non è solo urla, battutacce e vaffa, ma soprattutto sintomo di un
radicato malessere che esce dal confronto di chi scialacqua (anche soldi non
suoi) ed ha il problema della fine della settimana mentre i più lesinano ed
hanno il problema della fine del mese. E, dalle prossime analisi (segrete
perché non divulgate) dei flussi elettorali si capirà che una certa parte di
quel 41% l’ha votato per gli stessi motivi per i quali alle ultime politiche
aveva votato per Grillo. Al quale per alcuni temi di contorno in campagna
elettorale si è sovrapposto.
Magari Renzi avrebbe
preferito qualche punto in meno per poter gestire con più tranquillità e pure con
qualche scusa, quello che sarà difficile
fare. E che magari non si riuscirà proprio a fare.
Pensa un po'...le giuggiole mi hanno gia' raggiunto fin qui! Quindi leggere il tuo lucido ragionamento mi ha tirato un po' su. Pero' vorrei aggiungere che si puo' anche capire che ci sia un entusiasmo acritico per questo successo inaspettato del tipo e del partito. Dopo anni di totale schifezza, questo e' un lumicino che lascia spazio ad un filo di speranza. Del resto tra I grilli e I fascisti non c'era molta scelta.
RispondiEliminama magari la facesse una buona politica! il M5S gli approverebbe tutti gli emendamenti..
RispondiEliminaMassimo Canella teniamo anche conto che gran parte dei voti "nuovi" gli sono arrivati dal centro e dal centrodestra
RispondiEliminaAnche perché ha una maggioranza che non è di sinistra. Qualcuno non lo sa?
RispondiEliminalo hanno votato tanti di destra
RispondiEliminaio ho votato Tsipras.
RispondiEliminace l'ha fatta!
RispondiEliminadiscutere se la politica di Renzi e' di sinistra e' pura masturbazione mentale . Fare le cose giuste non e' destra o sinistra ,. Ma se le masturbazioni mentali piacciono allora la domanda giusta dovrebbe essere de il PD e' di sinistra ..
RispondiEliminaFare le cose giuste non è di sinistra nè di destra. Ma non ti ha mai sfiorato il dubbio che una cosa che è considerata legittimamente giusta per uno di destra può non esserlo per uno di sinistra e viceversa? La patrimoniale sui patrimoni medi e grandi per me è una cosa giusta , Alfano ha detto che mai e poi mai se ne deve parlare. Mettere un'impossibilità giuridica alla rinnovabilità ad libitum dei contratti a termine per Damiano e Vendola è giusto. per Renzi e Poletti meglio una sanzione pecunaria. Per i liberisti manco quella. Per Prodi (e la Fornero bisogna dire) le dimissioni dovevano essere confermate per evitare le dimissioni in bianco. Sacconi tolse la conferma per evitare inutile burocrazia alle imprese., il nuovo sindaco di New Yoirk vuole alzare le tasse ai ricchi, i repubblicani vogliono abbassarle... Qualcuno ha ragione in assoluto e qualcuno ha torto in assoluto ? Per me sono che sono laico no ! Tutto dipende dalle proprie scelte culturali e daghli ibnteressi che si sceglie di difendere. Scusa se te lo dico ma la neutralità della politica giusta è una favola, pure pericolosa
EliminaCertamente , ma non credo che questo caratterizza un governo buono o cattivo . L;economia e' fatta di tante voci , Ti chiedo ; come collochi un governo che applica le proposte di Damiano e Vendola e taglia sulla santita ; o vice versa ?
EliminaBene , allora se non sbaglio siamo d'accordo che le politiche si possono classificare secondo il binomio destra sinistra . Un governo che ne fa alcune di un tipo e altre di un altro ?, esiste un criterio di prevalenza . E se è perfettamente a metà , come lo chiamo ? Strabico ? Schizzofrenico? Paraculo ?
Eliminadi coalizione
EliminaAnche in quel caso - talvolta - l' ultima definizione del mio precedente post ben si attaglia
Eliminacertamente esistono governi di coalizione; ma credo che un partito politico debba indicare ai cittadini quale sarebbe la sua linea se vincesse con oltre il 50 per cento ( e non necessariamente questo corrisponderebbe alle sue speranze ideali , ma , quanto meno, alla sua visione di come le stesse, una volta fatti i conti con una società civile magari molto più arretrata delle stesse, possano diventare programma d'azione), in un momento successivo potrà anche dar vita d un governo di coalizione e dirte chiaramente a cosa si trova obbligato a rinunciare dei suoi programmi , niente di male in questo, ed anche quali sono i punti che ritiene comunque irrinunciabili. Il guaio avviene quando un partito politico si presenta ai cittadini con già dei programmi che sembrano frutto di una mediazione , prima ancora di essere sottoposti al voto democratico. Certamente se i partiti politici si presentano con programma già frutto di mediazione rispetto alle loro speranze ed ai loro disegni strategici di fondo, allora sì che la differenza tra destra e sinistra diventa più sfumata; ma avremmo una politica più povera e più asfittica; credo vi possano essere compromessi, ma che debbano essere trasparenti e che non nascondano i diversi punti di partenza e le diverse aspirazioni ideali. Ad esempio, allearmi con un partito cattolico può indurmi a non chiedere l'abrogazione del concordato nel corso della legislatura, ma non può indurmi a tacere sul fatto che quella rimane una mia speranza di fondo e che a livello di propaganda presso i cittadini continuerò ad illustrare i danni del nodo concordatario. Credo che insistendo con questo metodo i cittadini comprenderebbero ed , alla lunga, premierebbero.
RispondiEliminastate confondendo la politica con le utopie
EliminaA me l'opinione di Paolo sembra estremamente realistica, tutt'altro che utopica: dire quello che si vorrebbe fare, se ve ne fossero le condizioni, prendere atto se le condizioni non ci sono e ricercare oneste mediazioni o rinunciare, se mediazioni oneste non se ne offrono, a governare.
Eliminava bene se si è piccoli. Ci sono responsabilità che è colpevole evitare.
RispondiElimina