L’hanno
definita nichilista solo perché detesta la minestra e ama il buon senso. Oggi ha cinquant'anni. Lotta disperatamente con iperbole e ironia per
migliorare il mondo. Ma forse non ce l’ha fatta non perché le sue
argomentazioni siano deboli ma per l’ostinazione di questo a rimanere com’é.
Quindi chi è il nichilista?
Mafalda, contrariamente
a tutti gli altri bambini, non nacque quando era molto piccola ma già in età di
ragione. Il che significa che da subito è stata in grado di mettere in difficoltà
adulti tontoloni e anche un po’ fessi. Prima candida metafora per dire di quelli che campano adattandosi. Che poi significa la stragrande
maggioranza degli umani. In verità appena vide la luce cercarono di metterla subito al servizio
del capitale. Anzi, del consumismo: doveva essere la testimonial di una linea
di elettrodomestici. Ma poiché il diavolo fa le pentole ma non i coperchi
qualcosa andò storto e così Mafalda liberatasi dai gonzi del marketing poté
sprigionare tutta la sua carica libertaria che in ogni sua considerazione ce n’è
sempre d’avanzo. L’ha fatto sottolineando quello che tutti vedono ma non
capiscono e distruggendo con l’ironia gli stereotipi della vita di tutti i giorni. Nobile missione.
Tanto per cominciare
iniziò la sua avventura ponendo dei paletti ben precisi, che poi sono due:
detesta la minestra. Questa minestra che è una metafora e sta per lo status quo del mondo, E in questo, a parte suo fratello e una manciata di
baciapile che di solito sono anche ruffiani, è in linea con tutti i bambini (gli innocenti che voglion vivere di felicità) del
mondo ma che purtroppo soccombono davanti alla prepotenza degli adulti. Il suo
secondo paletto e che fa del buon senso un uso spietato. Laddove è ovvio che il
buon senso cozza immediatamente contro la grande maggioranza delle situazioni
che circondano l’umano genere. Che di tutto son pregne meno che di senso.Verrebbe voglia di tradurre il tutto in percentuali, giusto per dargli consistenza e scientificità e non passare al
solito da idealisti distruttivi ma lo si evita solo perché in questo modo si
correrebbe il rischio di arrivare a livelli bulgari. Che notoriamente sono
evidenza di poca democrazia. Anche se avere un bel 100% di gente che ragiona non scandalizzerebbe. E quindi in omaggio a questa convenzione anche Mafalda
si astiene dal dare la risposta (che pur conosce) e prova a mettere in
movimento il criceto che dorme nella testa degli adulti. Fatica sprecata anche
se il tentativo va fatto. Chissà mai che per caso, ben inteso per caso,
qualcosa non si muoverà.
Quelli nati con Mafalda
e anche quelli che da adolescenti l’hanno immediatamente voluta come compagna di lettura adesso sono un po’ attempatelli,
i primi hanno cinquant’anni mentre gli altri qualcuno di più ma non è che
abbiano tradotto in fatti concreti i suoi suggerimenti, anzi. È da dire che in
termini di “contattti” generati i suoi exploit possono vantare numeri da
capogiro ma la quantità delle copie vendute non sempre, come dimostrato, fa il paio con la qualità d’azione dei suoi ammiratori. La scusa è sempre la stessa «non
si può fare» o alternativamente «e come si fa?»Che tra mangiare la minestra e saltare la finestra si sceglie sempre la prima.
Comunque Mafalda, che è
anche ostinatella, continua la sua crociata per l’ecologia, contro la guerra ed
il razzismo, per la l’uguaglianza e la parità dei sessi che in questo di
nichilista, in linea di principio, non c’è alcunché salvo stare dalla parte di
chi queste cose le nega nei fatti ancor prima che nelle parole. Il vero
nichilista. Anche se uno così allocco da ammetterlo difficilmente lo si trova, pure
se un paio o forse qualcuno di più nell’italico parlamento li si pesca con
facilità.
In ogni caso lunga vita
a Mafalda
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