Ciò che possiamo licenziare

giovedì 15 maggio 2014

Mafalda, la bambina che detesta la minestra.

L’hanno definita nichilista solo perché detesta la minestra e ama il buon senso.  Oggi ha cinquant'anni. Lotta disperatamente con iperbole e ironia per migliorare il mondo. Ma forse non ce l’ha fatta non perché le sue argomentazioni siano deboli ma per l’ostinazione di questo a rimanere com’é. Quindi chi è il nichilista?



Mafalda, contrariamente a tutti gli altri bambini, non nacque quando era molto piccola ma già in età di ragione. Il che significa che da subito è stata in grado di mettere in difficoltà adulti tontoloni e anche un po’ fessi. Prima candida metafora per dire di quelli che campano adattandosi. Che poi significa la stragrande maggioranza degli umani. In verità appena vide la luce cercarono di metterla subito al servizio del capitale. Anzi, del consumismo: doveva essere la testimonial di una linea di elettrodomestici. Ma poiché il diavolo fa le pentole ma non i coperchi qualcosa andò storto e così Mafalda liberatasi dai gonzi del marketing poté sprigionare tutta la sua carica libertaria che in ogni sua considerazione ce n’è sempre d’avanzo. L’ha fatto sottolineando quello che tutti vedono ma non capiscono e distruggendo con l’ironia gli stereotipi della vita  di tutti i giorni. Nobile missione.

Tanto per cominciare iniziò la sua avventura ponendo dei paletti ben precisi, che poi sono due: detesta la minestra. Questa minestra che è una metafora e sta per lo status quo del mondo, E in questo, a parte suo fratello e una manciata di baciapile che di solito sono anche ruffiani, è in linea con tutti i bambini (gli innocenti che voglion vivere di felicità) del mondo ma che purtroppo soccombono davanti alla prepotenza degli adulti. Il suo secondo paletto e che fa del buon senso un uso spietato. Laddove è ovvio che il buon senso cozza immediatamente contro la grande maggioranza delle situazioni che circondano l’umano genere. Che di tutto son pregne meno che di senso.Verrebbe voglia di tradurre il tutto in percentuali, giusto per dargli consistenza e scientificità e non passare al solito da idealisti distruttivi ma lo si evita solo perché in questo modo si correrebbe il rischio di arrivare a livelli bulgari. Che notoriamente sono evidenza di poca democrazia. Anche se avere  un bel 100% di gente che ragiona non scandalizzerebbe.  E quindi in omaggio a questa convenzione anche Mafalda si astiene dal dare la risposta (che pur conosce) e prova a mettere in movimento il criceto che dorme nella testa degli adulti. Fatica sprecata anche se il tentativo va fatto. Chissà mai che per caso, ben inteso per caso, qualcosa non si muoverà.

Quelli nati con Mafalda e anche quelli che da adolescenti l’hanno immediatamente voluta come  compagna di lettura adesso sono un po’ attempatelli, i primi hanno cinquant’anni mentre gli altri qualcuno di più ma non è che abbiano tradotto in fatti concreti i suoi suggerimenti, anzi. È da dire che in termini di “contattti” generati i suoi exploit possono vantare numeri da capogiro ma la quantità delle copie vendute non sempre, come dimostrato,  fa il paio con la qualità d’azione dei suoi ammiratori. La scusa è sempre la stessa «non si può fare» o alternativamente «e come si fa?»Che tra mangiare la minestra e saltare la finestra si sceglie sempre la prima.

Comunque Mafalda, che è anche ostinatella, continua la sua crociata per l’ecologia, contro la guerra ed il razzismo, per la l’uguaglianza e la parità dei sessi che in questo di nichilista, in linea di principio, non c’è alcunché salvo stare dalla parte di chi queste cose le nega nei fatti ancor prima che nelle parole. Il vero nichilista. Anche se uno così allocco da ammetterlo difficilmente lo si trova, pure se un paio o forse qualcuno di più nell’italico parlamento li si pesca con facilità.

In ogni caso lunga vita a Mafalda

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