Grande
nostalgia per il 12 maggio 1974. Non solo si vinse una battaglia di civiltà ma ci
fu grande partecipazione di popolo. Andarono ai seggi l’87,7% degli aventi
diritto. A esser contro allora come ora sono quelli che di famiglie ne hanno
due e qualche volta anche tre. Giuliano Ferrara soffre. Ce ne si farà una
ragione.
Loris Fortuna |
Quaranta anni fa,
proprio domenica 12 maggio, si tenne il referendum per l’abrogazione della
legge sul divorzio che fu vinto in maniera schiacciante da chi sosteneva questa
scelta di libertà e anche di civiltà.
La legge che introduceva il divorzio in Italia risaliva a ben quattro
anni prima, fu infatti approvata dalle Camere il 1 dicembre 1970 ed era nota, come
molto spesso accade, con i nomi dei due relatori: Loris Fortuna (socialista) e
Antonio Baslini (liberale). Ci fu grande battaglia in Parlamento e gli
schieramenti era assai ben definiti: da un lato, contrari al provvedimento, la
Democrazia cristiana e neo fascisti del Movimento sociale mentre a favore erano
tutti gli altri. Il buffo era che proprio il segretario del Msi fosse un
divorziato ante litteram avendo
ottenuto l’annullamento del precedente matrimonio per convolare ad altre nozze
che non si sa quanto giuste vista la posizione politica. Comunque, così girava
il mondo anche allora. Perché anche in quegli anni come in quelli più vicini
sono i granitici sostenitori della famiglia quelli che di famiglie ne
collezionano a iosa. Che quando sono solo due gli paiono poche.
Antonio Baslini |
Per questi si
potrebbe dire con un aforisma che:«amano così tanto la famiglia che
preferiscono averne due se non addirittura tre.» Che tanto quelli i denari per
mantenerle entrambe ce li hanno, pure con poca o nulla fatica, anche se a volte
si dimostrano un po’ tirchi con la famiglia prima che poi considerano vecchia.
Con i tempi che corrono
si guarda con grande nostalgia a quel 12 maggio non solo perché si vinse una
grande battaglia di civiltà ma soprattutto perché ci su grandissima partecipazione
popolare. A favore del divorzio si schierò il 59,3% degli votanti. Votarono no all'abolizione tredici regioni su venti, contro furono solo Veneto, Trentino alto
Adige, Molise, Puglia, Campania, Basilicata e Calabria. Spiccarono per il voto a favore la Sardegna,
l’Abruzzo e la Sicilia. Fu un gran giorno. La partecipazione al voto fu quasi
bulgara: 87,7% degli aventi diritto. Percentuale che oggi per sognarla ci vuole
ben più di un aiutino.
Con quel
referendum si visse nel Paese un grande fermento di innovazione e di
partecipazione. Nelle seguenti amministrative entrò nei vari consigli locali
una grande aria di freschezza e con quella anche un bel po’ di innovazione. Poi
come sempre accade, anche e soprattutto in politica, i bimbi crescono e da educati,
gentili e rispettosi diventano adulti cafoni, arroganti e pure un po’ mariuoli. A
tal punto maruioli da entrare nelle sacre stanze senza un soldo e poi uscirne
con case, barche, cavalli e chissà che altro. Nei recenti parlamenti hanno
riposato non pochi dei giovanotti di quella bella primavera. A riprova che dopo
un paio di mandati è meglio ritornare a casa a far vita normale così ci si
depura delle tossine. Ma forse è speranza vana.
Ad oggi solo due stati
non hanno il divorzio: le Filippine e la Città del Vaticano. Anche se quest’ultimo ha coscienza elastica sul tema della separazione: dipende della
posizione sociale, dal reddito e dalla capacità di esibire faccia di palta. Più
sono posseduti ed alti questi requisiti più si ha possibilità di annullare il
matrimonio. Chissà se papa Francesco anche su questo tema vorrà ripetere:«Chi
sono io per giudicare.» Sarebbe carino.
Chi invece oggi soffre,
come tutte le volte che c’è progresso culturale, civile e sociale, è Giuliano
Ferrara, l’apostata. Non il suo capo che di mogli ne ha già avute due e che se
si da una mossa rioesce a mettere in cantiere anche la terza. Comunque se
proprio si vuol considerare l’opinione di Ferrara ce ne si farà una ragione.
Prosit
Giorno meraviglioso quello della vittoria al referendum. Ora aspettiamo il divorzio breve, Papa Francesco permettendo
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