Lombardia e Lazio: due regioni al voto anticipato. Entrambe hanno dovuto affrontare problemi molto seri di malaffare e di malgoverno. Le diversità antropologiche di Roma Ladrona e dei Lumbard. Cosa li unisce e cosa divide due regioni strategiche nel panorama nazionale.
Certo che questo popolo
italiano è ben strano e soprattutto vario.
Pur partendo dagli stessi
presupposti a seconda che si stia al nord o al centro o magari al sud
dello stivale i risultati cambiano. E pure drasticamente. E l'esito
delle recentissime elezioni regionali sta lì a dimostrarlo in tutta
la sua evidenza. Neanche a dirlo.
In due regioni molto
importanti per ricchezza, popolosità e funzione strategica, la
Lombardia e il Lazio, i rispettivi consigli sono stati sciolti con un
certo anticipo sulla loro naturale scadenza. La motivazione è nella
sostanza la stessa: politici corrotti bramosi di denaro e di bella
vita. Ma non tutto quel che sembra uguale è uguale.
Infatti di qui in avanti
cominciano le differenze per numero di persone coinvolte, quantità,
tipologia e peso dei reati.
La prima differenza tra le
due regioni è antropologica: la Lombardia è la la
patria dei cumenda,
dei cavalieri del lavoro e dei bauscia e,
soprattutto,il posto dove nessuno “vuol essere da meno” come
cantava Enzo Jannacci. I
laziali invece non sono così iperattivi anzi tendono a risparmiare
fatica anche nelle parole, che pronunciano costantemente tronche. E
dicono quindi: magnà,
dormì, faticà, giocà
ecc.. Che spesso ci si domanda da dove prendano l'energia per calare
tutti quegli accenti.
In Lombardia è indagato
l'ex governatore, giusto per
riprendere l'adagio sull'origine della puzza nel pesce, accusato,
tra l'altro,
di essere stato «promotore
e organizzatore» di associazione a delinquere oltre che , ma
questo è gossip
maligno, essere uno
che perde le ricevute di tutte le vacanze che ha fatto. A sbaffo.
Oltre
al governatore sono coinvolti, salvo errori od omissioni, anche una
quindicina tra assessori, ex assessori e consiglieri. Pure quelli di
primo pelo. Nel senso chegià alla prima esperienza in consiglio avevano capito tutto. Per due terzi erano targati Pdl e per un terzo
Lega Nord.
Numero
cospicuo ma nel fulcro della Padania nessuno se ne sta cun
i man in man. La
traduzione, per il resto degli italici, recita: “nessuno se ne sta
con le mani in mano” Roba che a Roma sudano al solo
pensiero.
Il
numero dei reati va di conseguenza e per dirla in ordine sparso e
forse addirittura per difetto, comprende: truffa, corruzione,
induzione alla prostituzione minorile, tifo violento (che ci vuole
una bella fantasia a pensare di commetterlo), dossieraggio (tipo FBI
di Edgar Hoover), tangenti, concussione, bancarotta, finanziamento
illecito ai partiti, appropriazione indebita, diffamazione, voto di
scambio, peculato. E come non bastasse a tutto questo s'è aggiunto
anche un bel concorso esterno in associazione mafiosa. Per alcuni
contatti con esponeneti della 'ndrangheta.
Che
non è proprio una associazione benefica e, per soprammercato non è
neanche del nord.
I
'ndranghetisti
peraltro avevapo grande stima dei loro interlocutori e, da
intercettazioni telefoniche, li apostrofavano come «delinquenti».
Cosa vuol dire conquistare l'ammirazione degli esperti in materia.
All'elenco
dei reati manca solo l'imputazione di furto con scasso delle
cassette delle offerte in chiesa e avrebbero fatto tombola. A quasi
ogni reato, ça
va sans dire,
ci stanno appiccicati con il vinavil diversi nomi. D'altra parte la
produttività è produttività.
In
Lazio invece la storia è un po' diversa.
Roma - La Pisana - palazzo della Regione |
Innanzitutto
i soldi: erano, come dire, già in casa. I romani si sa, sono un po'
sfaticati e se possono, s'accontentano di quello che trovano a portata
di mano. Infatti si è trattato di denari a disposizione dei gruppi
consiliari che sono stati utilizzati in modo improprio. Per usare un
eufemismo. E i reati, almeno in numero non sono poi neanche tanti. La
lista per
numero e non per gravità sia chiaro, al confronto di quella lombarda
pare striminzita: peculato, calunnia, appropriazione indebita, associazione per delinquere, e
falso.
La pochezza di questo elenco sembra dovuto, peraltro, più all'indolenza e alla
scarsa voglia di impegnarsi piuttosto che ad altra “morale”
motivazione.
Sono
coinvolti a vario titolo e grado quasi tutti i gruppi ma, al momento,
il numero degli inquisiti e degli arrestati è ridotto. Solo in due
hanno avuto l'opportunità di visitare Regina Cœli
e uno, Franco Fiorito del Pdl, pare sia stato messo anche a dieta.
Per la sua salute. L'altro è Vincenzo Maruccio dell'Idivu. Che
adesso non c'è più.
Anche
la genesi delle inchieste è diversa. Al nord ogni storia comincia
“dall'esterno”: un concusso che parla, un ospedale che fallisce,
un'azienda che non paga gli stipendi e di lì in avanti interviene la
magistratura. Nel Lazio invece, sempre per quella scarsa efficienza e poca voglia di lavorare di cui sopra, tutto comincia all'interno di casa. Dello stesso partito che nel caso specifico è il Pdl. Cosa vuol dire essere sfaticati.
Uno
denuncia un compagno di partito e poi si scopre che il primo ne ha
combinante più di Bertoldo. Ovvero la messa in scena della
stupidità. Che sapendo quel che si ha nell'armadio forse vale stare
zitti. Ma l'animo umano è bizzarro.
La festa dei maiali |
E
alle elezioni per il rinnovo dei consiglieri che succede? Se tanto mi
da tanto.... E invece no.
Elezioni regionali: il nuovo e il vecchio |
Se
la logica a funzionato a Roma (che è ladrona) chissà a Milano dove
ci sono i Lumbard che sono sobri e lavoratori.
Mica
tanto.
I
Lumbard fanno vincere con il 43% la coalizione di partiti, Pdl e Lega
Nord, ai quali apparteneva la quindicina tra indagati ed arrestati di
cui sopra.
Scandalo?
Si, forse, un po'.
Che
però a ben vedere non è poi gran cosa rispetto alla scampata fine
del mondo prevista dai Maya. Bisogna essere positivi.