I
tedeschi oltre che ingegneri e laureati ci scippano anche gli appellativi
migliori. Accolgono i profughi con vestiti, vettovaglie e la scritta wilkommen.
Nei Landër dell’Est c’è un po’ di paura, ma la supereranno. Ai nuovi venuti
insegneranno guten tag e guten morgen per Kant ed Hegel c’è tempo.
E così mentre il
Salvini Matteo riempie il tendone della Lega a Buglio, nota località balneare
della Valtellina che ha 2.036 abitanti, sbrodolando contro, nell’ordine, i profughi, i
migranti, il governo, mafia capitale, Angelino Alfano, Renzi Matteo, papa Francesco
e magari anche Angela Merkel, i tedeschi accolgono festosi i migranti, per lo
più siriani.. Lo fanno, ovviamente a modo loro: con organizzazione.
I tedeschi arrivano alla
loro frontiera con auto proprie piene di vettovaglie, coperte, vestiti e, dato
che come noto hanno un cuore ed amano i bambini,anche giocattoli e peluche. Naturalmente
non dimenticano le bandiere, nera rosso e oro e gli striscioni dove hanno
scritto wilkommen che vuol dire
benvenuti. I britannici hanno che hanno ereditato dai conquistatori sassoni la
stessa radice l’hanno trasformata in wellcome
ma al momento non la usano con chi cerca di salvarsi la pelle.
Comunque, i tedeschi,
che ci stanno scippando l’appellativo di brava
gente,oltre che ingegneri e laureati vari e in un sol giorno si sono
portati a casa qualche migliaio di profughi. Ovviamente si saranno preparati
per tempo e con teutonica precisione smisteranno i nuovi arrivati in giro per i
Landër, gli daranno un appartamento,
li iscriveranno a scuola e, si può star certi che le prime parole che insegneranno
saranno guten morgen, guten tag, bitte e
danke. Per Kant, Fichte, Schelling ed Hegel e maghari anche Heideger ci sarà tempo, se vorranno. E alcuni tra i
nuovi quasi sicuramente vorranno. Le parolacce le lasceranno alla libera
iniziativa dei nuovi venuti.
Poi senz’altro gli
spiegheranno che sui mezzi pubblici si paga il biglietto, come fanno tutti
loro, e che se si trova un lavoro, magari da badante o da raccoglitori d’uva
dalle parti della Mosella, bisogna essere messi in regola e i datori di lavoro
devono versare i contributi e che l’affitto delle case popolari va pagato. Faranno,
insomma, come hanno fatto con un milione e passa di turchi, molti dei quali
sono anche diventati cittadini tedeschi e come tali si comportano e si sentono.
Nulla di particolarmente impegnativo. Solo buon senso.
Non che la Germania sia
diventato il paradiso in terra ma, come spiega l’astro nascente della filosofia
teutonica Markus Gabriel: «Ora l’idea prevalente è: essere tedeschi non è
niente più che avere la cittadinanza
tedesca e parlare la lingua.» Poi aggiunge che sì, anche lì c’è qualche
problema specialmente nei Landër dell’Est: «Opposizioni ci sono anche nel
Baden-Würtemberg, il Land più ricco. A Est la popolazione è meno benestante e
ha più paura della concorrenza di chi arriva da fuori.» Avevano anche paura
dell’idraulico polacco ma poi se ne sono fatta una ragione e hanno scoperto che
l’importante è essere un buon idraulico e non importa il paese d’origine. Quindi c’è anche una Germania razzista, ma ne
sono coscienti e la Cancelliera non ha difficoltà ha bollarne gli aderenti come
tali. La coscienza nazionale non le farà perdere voti.
È da aggiungere anche
che i tedeschi non hanno la parola “peracottaro”, se copiano due righe nella
tesi di laurea, anche loro hanno un tot di furbetti, si dimettono e magari anche si vergognano pure.
Da loro a nessun ex Cancelliere verrebbe mai in mente di dire come augurio di
matrimonio che le «donne, come le case e le barche si devono affittare.» E non
approverebbero mai una legge per poi definirla: «Una porcata.» Tedeschi brava gente.
sono anni che accogliamo migranti e tanti..ma non sappiamo valutarci..e' una questione d'immagine..
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=tzL7v6np458
RispondiEliminaMe ne vergogno, ma devo confessarlo : non ho mai amato i tedeschi.
RispondiEliminaMolto tempo fa per 2 anni consecutivi partecipai ad un pellegrinaggio nei lager nazisti, presenti con noi alcuni ex-detenuti. La reazione di tedeschi ostili e quasi sprezzanti
nei nostri confronti e soprattutto nei confronti di ex-deportati mi convinse nella mia antipatia. Quel pellegrinaggio però fu un’esperienza così profonda ed irrinunciabile
che in anni successivi offrii a mie spese lo stesso viaggio gratis a studenti delle superiori. Questa volta però devo dire ai tedeschi e mi costa farlo : “Chapeau !!!”.
E anche “Grazie!” per una lezione di vita che mi giunge preziosa e del tutto inaspettata.