Nuova leggina per
finanziare i partiti. Lancio di finte banconote da 500€ la vicepresidente
Sereni le fa ritirare prima che qualcuno le intaschi e poi le spacci. «Darvi dei
ladri è offensivo per i ladri» urla l’on.
Nuti del M5S, lo pensava anche un camorrista dell’affaire Expo. Gli esodati fanno
parte del panorama, chi li tocca.
Come noto l’Italia è un
Paese di santi (una volta) navigatori (meglio non citare Schettino) e poeti
(ormai rari) a queste vanno aggiunte due categorie: gli esodati e i derogati. La
deroga è quello strano meccanismo per cui se c’è una legge o un regolamento od
anche una semplice prescrizione si può fare come se non ci fosse. Qualche
volta ci sono deroghe logiche: le donne in stato interessante saltano la fila,
altre volte sono truffaldine: i condoni. A quelle truffaldine fanno capo le
deroghe sui finanziamenti ai partiti. E il Parlamento, giusto per non
smentirsi, ieri ne ha dato una ennesima brillante dimostrazione: derogare alla
legge che taglia i vergognosi finanziamenti. Il tutto è stato fatto con una
leggina che consente anche ai partiti che non hanno i conti in regola, forse
son quasi tutti, di avere i denari che spetterebbero solo a chi invece ce li
ha. Il ridicolo è che l’ideatore della legge, chi stabilisce la deroga e chi ne
trae vantaggio sono gli stessi: i partiti. Ridicolo. Se si fosse in un Paese
normale il simpatico passaggio si definirebbe come interessi privati in atti
d’ufficio, o conflitto di interesse o truffa o per dirla piatta piatta
cialtronaggine. Ma da noi per sedere in parlamento bisogna essere dei buoni
incassatori (termine pugilistico) far scorrere le critiche sulla corazza
della propria indifferenza e poi già che vi si è saper far la parte del muro di gomma.
Il
povero Padoan che fa i salti mortali per mettere d’accordo il pranzo con la
cena ed ha detto che lo scivolo delle pensioni è rimandato perché mancano le
risorse su questo provvedimento, c’è da scommetterci, i denari li troverà in
quattro e quattro otto. Forse questo è un altro modo per mettere in pratica il
famoso:«C’è chi dice sì» sbandierato da Renzi e dal suo team alla festa
dell’Unità: dire sì a quello che fa comodo. Se questo è il cambiare verso non
si vede la differenza con il verso che girava prima. Chissà se e cosa avrà da
dire la Corte dei Conti e magari anche la Consulta su questo disinvolto modo di
gestire la legge. Magari anche niente.
«La politica costa» disse Pierluigi
Bersani per difendere il principio del finanziamento ai partiti. Per inciso gli
italici con un referendum dissero però che non volevano pagare il conto con i
soldi dello Stato. Voti al vento. Però ci fu chi fondò il partito repubblicano
e poi quello socialista e poi le società di mutuo soccorso e poi le cooperative
e poi le case del popolo per arrivare a Giustizia e Libertà senza un soldo di
finanziamento pubblico. Come fecero? «La
politica è passione e senso civico e interesse del paese.» tuona di tanto in
tanto qualche trombone magari anche trombato o qualche rimasuglio di minoranza
ma quando si vota sugli sghei chissà
com’è il senso civico e l’interesse del
Paese evaporano. «La mancanza di finanziamento è un’incitazione al furto» si
disse, La realtà che spesso supera la fantasia ha ampiamente provato il
contrario.
«Darvi dei ladri è offensivo per il ladri» ha urlato in aula Riccardo
Nuti del M5S, unico raggruppamento a votare contro. L’opinione non è solo sua,
era dello stesso avviso anche un camorrista intercettato nell’affaire
Expo:«Questi sono veri delinquenti» disse e magari sottintendeva un «altro che
noi.» Per irridere la placida assemblea sono state lanciate sulle teste di tutti
quelli che hanno votato a favore dell’ignobile leggina finte banconote da 500€.
La vice presidente della Camera Marina Sereni non ha sospeso la seduta ma ha
chiesto ai commessi di ritirarle. Meglio ritirarle subito, avrà pensato, prima
che qualcuno se le intaschi e poi le spacci.
L’ignoto ai più deputato
Boccadutri (Pd) relatore della leggina, ha voluto smentire la rinuncia del M5S
dichiarando che: «Il M5S non ha
rinunciato a nulla. Semplicemente non hanno diritto ad alcun finanziamento
perché non hanno depositato alcun documento relativo al bilancio.» Che poi è
come dire che chi non deposita un documento per avere un beneficio rinuncia al
beneficio. Ovvero cvd: come volevasi dimostrare. Magari scegliere del personale
politico con una maggiore dimestichezza con la logica aiuterebbe. Per soluzioni
sugli esodati invece buio pesto. Fan parte ormai in pianta stabile del bel
panorama italico e toglierli sarebbe brutto.
Lo sapevate che la gente ha smesso di andare ai Teatri,lo sapete perché? Ogni giorno i cittadini sono incollati sin dalle prime ore del mattino e in tarda serata a gustarsi le trasmissioni da virus, la gabbia,ei Porta a Porta. Le boutade della politica vince sugli artisti di Teatro
RispondiEliminaciao,
RispondiEliminamolto bello e leggero il pezzo, complimenti.
C'è una imperfezione, non solo il M5S ha votato no, ma anche Alternativa Libera ha votato no, questo giusto per correttezza. Perché la tiritera dei pentastellati e di grillo è che gli ex (alternativa libera) sono usciti dal m5s per i soldi....
Leo Abascià
ps. il M5S non può riscuotere i soldi pubblici perché non solo non ha un bilancio depositato, ma soprattutto non ha nemmeno uno statuto depositato come fanno tutti i partiti e anche le piccole associazioni .....