Sul
Senato la Boschi ha i numeri. Renzi fa il ganassa e minaccia di trasformarlo in
un museo. Nel frattempo Gotor vota a favore di Calderoli per disciplina di
partito. Dopo l’uscita di Padoan non si sa più a chi togliere tasse. E ci si
mette anche Squinzi. Dall’Italia se ne vanno solo quelli che non hanno senso
dell’umorismo altro che cervelli in fuga.
In realtà il titolo
avrebbe potuto essere Renzi più la riforma del Senato uguale la commedia all’italiana.
Dato che ogni giorno questa mirabile vicenda mostra lati imprevisti. Comicamente
imprevisti. La ministra Boschi sostiene che il governo ha i numeri come gli
illusionisti dicono di avere i magici poteri. Il fatto è che se per davvero la
ministra ha i numeri avrà modo di mostrarli senza necessariamente sfrangere l’italico
popolo con le sue comparsate e battute del tipo: «È l’Europa che lo vuole» Come
se all’Europa importi molto il fatto che l’Italia abbia un sistema bicamerale
paritario. Eventualmente sarà più interessata al conto economico. Al fatto che
i comuni comprino prodotti e servizi senza passare dall’ufficio acquisti
centralizzato. Che la corruzione balli senza freni ogni volta che c’è una gara
pubblica. Che si pensi a potenziare il Freccia Rossa e non i treni dei
pendolari. Che la politica costi un badalucco e i partiti si facciano leggine
su misura. E si potrebbe andar di lungo, ma son temi che tutti conoscono.
Poiché il governo è ben sicuro di farcela Renzi fa il ganassa (espressione
lombarda per dire chi vuol fare il di più e si atteggia a genio della lampada) e minaccia:«Chiudo il Senato e lo trasformo
in un museo» Forse il fiorentino non lo sa ma ha, involontariamente?,
riecheggiato chi voleva trasformare «quell’aula sordida e buia in un bivacco di
manipoli.» Renzi per fortuna non ha i manipoli, quel tipo di manipoli. Anche
perché vien difficile immaginare Luca Lotti come marciatore. In verità dà l’impressione fare come quei bambini che al buio urlano e cantano per far vedere che non hanno
paura. Comunque la provocazione c’è tutta. Un solo dubbio: chi glieli dà in
Senato i voti per abolire il Senato? Magari meglio procedere cpn il metodo
Verdini, fiorentino anche lui e con un lunga esperienza in materia. Ecco allora
che il Calderoli Roberto ritira inopinatamente cinquecentomila emendamenti dopo
che il Senato ha deciso che gli insulti alla ex ministra Kyengé (assomiglia a
un orango) sono solo diffamazione e non istigazione all’odio razziale. Forse si
intende che per accendere il secondo reato avrebbe dovuto metterla in gabbia. con
una catena al collo.
Naturalmente la sedicente sinistra del Pd, Gotor in testa,
ha votato a favore della vergogna. «Per disciplina di partito» dice Miguel.
Avrebbe potuto chiosare.:«Non per disciplina ma per lealtà e senso di responsabilità»
Avrebbe fatto contento Renzi Almeno una volta. Ha mancato anche questa
occasione. E comunque l’ex rottamatore fa affidamento sull’esperienza ella
vecchia guardia ora tutta innovazione tecnologia e segnatamente su Anna
Finocchiaro, una che, secondo il
regolamento del Pd, neanche dovrebbe essere in Senato dove è entrata come derogata.
E chissà che la lettura dell’articolo 104 del
regolamento non sia una specie di uovo di pasqua con dentro allegre
sorprese per il futuro prossimo venturo.
Nell’allegra compagnia di giro ha
voluto avere una parte anche il ministro Padoan che vuol eliminare la Tasi agli
inquilini. Fra un po’ non si saprà più a chi togliere le tasse: le categorie
cominciano a scarseggiare.. Quindi meglio affrettarsi con le dichiarazioni d’intenti.
Poi si vedrà. Rimane il dubbio su chi le debba pagare e qualcuno fa il nome di
Pantalone. Naturalmente delle pensioni, che magari potrebbero dare un po’ dii
ossigeno ai consumi non parla nessuno. Troppo facile.
Poteva rimaner fuori dalla
commedia la Confindustria ritagliandosi uno spazio serio ed autorevole ma il
presidente Squinzi, solitamente moderato ha voluto farsi notare e niente come
le corbellerie aiutano nell’obiettivo. Ha quindi affermato che il lavoro va
dato prima agli italiani e poi agli altri. Un amico di facebook,
sitonovefebbraio, gli ha suggerito di fare un giro per le imprese edili, di
ceramica, di lavorazione carne, giusto per dire le prime che vengono in mente.
E poi anche una passeggiata in qualche ospedale e magari anche una guardatina in
casa sua chissà che ci sia una badante rumena o una colf filippina.
E poi dicono che sono i
cervelli a scappare dall’Italia. Non è vero sono quelli che non hanno senso
dell’umorismo.
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