L’ex
ministro ai beni culturali ed allo sport si è calata nel nazionalpopolare e ha
twittato minuto per minuto l’ultima serata di Sanremo. Forse ci ha visto
riflessa la sua carriera politica.
Non ho visto Sanremo.
Pazienza. Ieri dopo il divertimento di “Non sposate le mie figlie” che
raccomando, non ho avuto cuore di guastarmi
la serata e così, con amici ugualmente indisciplinati, ci siamo immedesimati
in “Appaloosa” uno dei migliori film dell’epopea western. Viggo Mortensen è più
eccitante di Carlo Conti e la scenografia che può offrire il New Messico è meno
scontata di quella dell’Ariston e la trama, oggettivamente, è più avvincente. Se
poi, come paventa Andrea Scanzi, alle prossime cene qualcuno mi chiederà del
festival risponderò che non l’ho visto e quel qualcuno se ne farà una ragione.
Volendo.
Chi invece ha seguito
con passione, in compagnia di altri tredici milioni di italici, la
manifestazione canterinara è stata Giovanna Melandri. La ragazza che lasciò il
centro studi della Montedison per dedicarsi al bene dell’Italia e vivere da
deputata per diciotto anni e cinque legislature non ne ha perso un attimo. A
fare un giro sul suo profilo twitter si possono cogliere per minuto le sue
palpitazioni. Ovviamente non è d’accordo con il verdetto uscito dalle urne, ma
non è una novità. Nazionalpopolare sì ma fino a un certo punto: un po’ di
chiccheria ci sta. Nessuno è mai contento del risultato neanche quelli che per
tante legislature l’hanno vista eletta eppure hanno dovuto tenersela. E ce la
si è tenuta non solo come parlamentare ma anche come ministro e adesso come presidente
della fondazione Maxxi.
Anche al Maxxi c’era entrata
per spirito di servizio giusto due minuti prima che fosse conclamata la sua
rottamazione. Un ministro montiano,
Lorenzo Ornaghi, l’ha nominata presidente e lei subito ha dichiarato che non
avrebbe percepito stipendio le sarebbe bastato il vitalizio parlamentare. Poi
ha cambiato idea e si è data uno salarietto, quasi centomila eurini annui, a
cui poi ha fatto seguito anche un bonus. Ça
va sans dire.
Su Sanremo invece la
Melandri ha twittato gratis come tutti: i social sono la moderna livella. E lì si
è scatenata. La sua preferita è Malika e fin dall’inizio la sostiene mettendo
in seconda posizione Nina Zilli. Poi
omaggia, ritwittando, Gianna Nannini e, in proprio. critica Panariello.
Ovviamente non poteva mancare l’accenno a Michele Ferrero, l’hannno fatto in tanti, anche Salvini, e in ogni salsa a
riprova che la decenza è decisamente in ribasso. C’è stato anche quello.
Dopo di che in rapida
sequenza e senza soluzione di continuità: si dichiara supporter di Irene Grandi
di cui diventa follower doppiando la scelta con Anita Atzei, e comincia a osteggiare
i Volo. Neanche a dirlo. Si strazia per il dodicesimo posto di Irene Grandi con
un adolescenziale: «nooooooo.» E con l’aria di saperla lunga nel momento della
proclamazione dei vincitori cinguetta un «come volevasi…» Probabilmente con
questo intendendo che tutto fosse già predisposto. E a lei di simili come
volevasi … ne devono aver rivolti tanti nel corso degli anni domandandosi i più
che capperi ci facesse in parlamento. Infine sospende le trasmissioni dopo il
desolato ritwitter di tale Paolo Russomanno che recita: «È l’Italia. Mamme
commosse.». Ché, se come dice, l’Italia è ancora quella delle mamme dovrebbe ammettere
il fallimento della sua permanenza negli scranni del palazzo e confermarsi che a nulla sia servito il suo sacrificio di
ragazza di 35 anni che lascia la Montedison per servire il Paese. Se ne poteva
fare a meno.
cè tanta miseria e fame come si può parl.....di parcheggio
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