Ciò che possiamo licenziare
mercoledì 10 ottobre 2012
Massimo D'Alema quasi come Silvio Berlusconi. Quasi.
Eh sì, perché talvolta i maestri sono irraggiungibili. E i discepoli non ce la fanno.
Massimo D'Alema nella sua sfrenata corsa all'inseguimento del maestro Silvio Berlusconi è sempre un passo indietro. La sua è una vera ossessione ma non riuscirà mai ad essere come il modello.
Silvio per lui è inarrivabile.
Berlusconi è già riuscito a dire: “si, mi ricandido come premier – no, non mi ricandido come premier - sì mi ricandido ma come semplice parlamentare - no non mi ricandido neanche come parlamentare” mentre il sè-dicente lider maximo del pd, quello che Francesco Cossiga, ghignando, definiva “il più intelligente di tutti” e poi righignava è riuscito a balbettare e solo oggi: “volevo lasciare ma ho deciso di restare”. Ma perché?
Ci ripensi onorevole D'Alema, pensi a noi, non ci faccia ancora del male. Per oltre vent'anni abbiamo avuto lei e Berlusconi: un'accoppiata che solo un popolo come il nostro poteva digerire. Magari con un po' di bicarbonato. Non a caso uno dei pochi prodotti in crescita di market share.
In fondo 23 anni di parlamento sono tanti. Lei ha già maturato la pensione, e magari gliela danno pure subito mica come quelli che hanno lavorato che la devono aspettare ancora a lungo e poi ha diritto anche a quella di giornalista e forse anche a quella di marittimo honoris causa e forse-forse è in attesa di maturare anche quella di coltivatore diretto. E come sovramercato può far conto sui diritti dei suoi libri. Ne vende di libri, vero?
E diciamola tutta di cose da fare ne ha: si occupi della sua fondazione, della sua nuova tenuta agricola, della vendita di Ikarus (che nome più sfigato per una barca non si poteva trovare), lustri le onorificenze da mezzo conte che il Vaticano le ha elargito e magari, se proprio-proprio, si dedichi alle sue memorie. Non c'è molto da ricordare anche se lei il nulla lo sa descrivere benissimo e con ampia dovizia di particolari. Un vero maestro in questo.
Dicono che si voglia ricandidare a causa di Matteo Renzi. Di solito ci si candida per e non contro.Questo dovrebbe capirlo anche lei. Comunque lasci perdere, in fondo il giovane sindaco di Firenze sta facendo quello che a lei sarebbe piaciuto fare ma non glie è venuto. Come al solito.
Finalmente avremo quelli di destra che votano per un partito del centro sinistra.
Non è quello che voleva fare anche lei? E poi nella polemica politica, quella seria, non ci si attacca al jet privato e alle Mercedes, che altrimenti a qualcuno potrebbe tornare in mente dell'incarico avuto dalla sua signora per censire il patrimonio del partito. Sono argomenti di basso profilo. Da bar dello sport. Più da Vittorio Feltri che da politico scafato. Anche se nel suo caso più che scafato si tratta di politico naufragato. E a noi, comuni mortali, naufragare in questo mare non ci è affatto dolce.
“Poi deciderà il partito” lei dice. Ma quale partito, quello delle cariatidi che sono come lei a scaldare scranni da anni e anni. O quello che magari voterà per Renzi? O quello che forse seguirà Bersani nel liberarsi degli elefanti?
E' meglio ritirarsi in buon ordine prima di essere scaricato.
Lei ha ancora molto da imparare da Silvietto. E la prova è nei giornali: sulle mosse di Berlusconi, vado-non vado, si spendono paginate intere mentre lei si deve accontentare di striminzite intervistine. Irrilevanti.
A proposito delle sue memorie: eviti bilanci e partite dare e avere. Gli toccherebbe ricordare di tutte le volte che non l'ha azzeccata, giusto per citare le ultime: con Vendola, due volte, con Pisapia, con Zedda, con de Magistris, con Doria, o quando disse della carica rivoluzionaria di Fini. Senza parlare dei suoi governi e della bicamerale.
Si rilassi onorevole D'Alema. Venda la tenuta agricola, tenga la barca e si faccia un bel giro intorno al mondo. Magari anche lungo. Così lungo che quando tornerà saremo pure contenti di rivederla. Forse.
PS. non sono sicuro che Matteo Renzi mi piaccia ma vorrei avere motivazioni politiche per contrastarlo.
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per conto di
RispondiEliminaAssociazioneCulturale LunaNera: molto realista e ironico come sempre ..mi piace
Per conto di
RispondiEliminaMarco Goglia: Il nuovo che avanza...Berlusconi e D'alema sono figli della stessa mamma...separati allla nascita...in buona sostanza fanno cagare tutti e due (personalissima opinione). Aloha!
Per conto di Sito Novefebbraio:
RispondiEliminaE' vero caro Castruccio , c'è un forte parallelo fra Berlusca e D'Alema , tutti e due hanno sempre detto di operare a favore del Paese, e tutti e due nel loro animo erano convinti di operare per sè , ed infine tutti e due hanno per lo più favorito .... Berlusconi
Per conto diPaolo Penacchio:
RispondiEliminagran bello scontro quello tra Renzi e D'Alema: il Blair dei poveri che risponde al Mitterand degli sfigati. Ma in Italia democratici e socialisti sono chiamati da sempre a scegliere tra grandi figure del pensiero politico : prima tra Mazzini e Cattaneo, poi tra Turati e Salvemini, poi tra Berneri e Rosselli, finalmente... tra Renzi e D'Alema, siamo o non siamo progressisti? Si tratta , in definitiva, di scegliere tra il Blair de noaltri ed il Mitterand degli sfigati. Vinca dunque il migliore ( che pe rla verità mi sembra essere Bersani).