Attacca
un po’ l’Europa dei politici, ma anche
le banche italiane che si sono domiciliate in Lussemburgo, come se lui venisse da un altro mondo. Rivendica di aver
pensato a una donna per la presidenza della Repubblica prima di tutti. Minaccia
la scissione ma poi si impapocchia. E ci si chiede perché c’è Renzi.
Si avvicina l’elezione
del Presidente della Repubblica e forse, a stretto giro anche quelle politiche
e quindi rieccolo: è D’Alema.
L’idea di poter ancora una volta trafficare su qualcosa di importante, di manovrare dietro le quinte e di immergersi in estenuanti trattative talvolta fa resuscitare anche i (politicamente) morti e questo si presenta come uno dei casi da manuale Da qualche settimana del D’Alema si erano perse le tracce e i più se ne stavano facendo seppure festosamente una ragione, quando si è diffusa la voce che Giorgio Napolitano potrebbe dimettersi nel giro di qualche mese ed eccolo allora rimettersi nuovamente in moto. Uomo senza pace.
L’idea di poter ancora una volta trafficare su qualcosa di importante, di manovrare dietro le quinte e di immergersi in estenuanti trattative talvolta fa resuscitare anche i (politicamente) morti e questo si presenta come uno dei casi da manuale Da qualche settimana del D’Alema si erano perse le tracce e i più se ne stavano facendo seppure festosamente una ragione, quando si è diffusa la voce che Giorgio Napolitano potrebbe dimettersi nel giro di qualche mese ed eccolo allora rimettersi nuovamente in moto. Uomo senza pace.
Blocco di partenza
questa volta è stata la trasmissione di Lilli Gruber graziando così il Corriere
della Sera e l’ottimo Dario Di Vico impegnato in una serie di assai interessanti articoli
sul tema del lavoro. Sparring partner un
po’ annoiato e appena sottopelle anche un tantinello antipatizzante è Beppe
Severgnini. L’intervento di quello che lo spiritoso Cossiga definiva il più
intelligente è stato vacuo e, nella sostanza inutile. Impietosamente ripreso in
campo lungo così da mostrarlo appollaiato sullo sgabello con i piedi a venti
centimetri dal pavimento l’ex lìder massimo ha spaziato su quasi tutto: l’Europa
mal gestita dai politici, Jeam-Claude Juncker che dovrebbe, forse, dimettersi e
le banche che pagavano le tasse in Lussemburgo. Cose che non si fanno. Chissà
lui dov’era: otto legislature (qualcuna per suo merito corta) in Italia ed una
in Europa.
Comunque ha tenuto ha
spiegare che:«Oggi giro il mondo e faccio un altro mestiere.» meno male. Però è
sempre qua. Se viaggiare era la sua
aspirazione avrebbe potuto arruolarsi già diciottenne nella Marina Militare che
proprio questo ha sempre promesso ai giovani di belle speranze: «Diventerai un tecnico
e girerai il mondo.» Il mondo lui l’avrebbe girato prima e agli italiani
sarebbero stati risparmiati altri giramenti. Peccato che il giovane D’Alema non
abbia colto a suo tempo questa opportunità e si sia messo a seguire le orme del
papà che fu deputato per cinque legislature che allora erano lunghe e quindi fa
un totale di venticinque anni. Ma si sa che nel Belpaese i figli dei farmacisti
fanno i farmacisti quelli degli avvocati si ritrovano avvocati e quelli dei
politici non possono quasi mai scantonare: politici anche loro. Peccato.
Un po’ maliziosamente
la Gruber ha fatto notare al suo ospite di aver perso l’occasione di diventare
Mr. Pesc e che, pure in questa tornata, non ci sia per lui alcuna speranza di
aspirare alla sostituzione di Napolitano. Il nostro sulla prima ha sorvolato
mentre sulla seconda ha risposto:«Io penso che è tempo (per lui i congiuntivi
sono sempre stati un optional) di eleggere una donna.» La Gruber ha sottolineato che è la stessa opinione della Boldrini e qui il
vecchio leone ha reagito da par suo: lui l’aveva detto prima. Sottolineatura
fondamentale da tramandare ai posteri. Così come, sempre grazie a lui, l’Italia
ha avuto Ciampi e Napolitano perché il suo intervento in entrambe le elezioni è
stato cruciale. Chi mai avrebbe potuto metterlo in dubbio.
Chicchetta (nel senso
di piccola chicca) della trasmissione, il D’Alema prima ha minacciato la
scissione «Se qualcuno pensa che la sinistra, lasciamo stare la generazione,
abbia smobilitato si sbaglia. Fa un calcolo sbagliato e secondo me si troverà
di fronte a qualche sorpresa.» Quale sorpresa? « Beh, che a un certo punto una
parte di questo partito prenda un’attitudine più combattiva. Nel senso che la
pazienza se sfidata oltre un certo limite potrebbe ….» Potrebbe cosa? «Sempre
minoranza resta ma potrebbe alternarsi, maggioranza, minoranza si può tornare
maggioranza dipende la vita politica è piena … anche qui non è finita la
storia.» Proprio un bel discorsino sembrava di ascoltare Ferrero, il Presidente
della Sampdoria. Il tutto condito dal solito armamentario: l’intercalare
«Diciamo», lo sguardo talvolta perso nell’infinito, risatine solitarie e mossettine
alla Ridolini. E poi ci si domanda
perché il partito prima e gli elettori poi abbiano scelto Matteo Renzi: non
perché sia più bravo ma semplicemente perché è meno peggio. E la quantità di
peggio che il fiorentino si è trovato di fronte era veramente tanta,troppa.
Bastava di calare solo di un pochetto.
Sbuffi tu , figurati noi a rivederti.
RispondiEliminase la sona e se la canta !
RispondiEliminaE, come se non bastasse, noioso..noioso..noioso...
RispondiEliminaLui prima di Renzi ha agevolato il PREGIUDICATO.
RispondiEliminaD'Alema,il doppiogiochista per eccellenza.Uomo inaffidabile amico di Belusconi che affosso' la legge sul conflitto di interesse.
RispondiEliminaE' vero,ha agevolato il nanomafioevasore......ma quello che c'e' adesso lo ha resuscitato....
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