La Calabria si scopre
terra rossa mentre l’ex rossa Emilia terra di conquista dei neo gallo-celti d’altra
parte Bologna fu fondata dai Galli Boi. A votare vanno sempre meno. Le prossime
elezioni in uno stadio per farle poi nel salotto di casa. Fino a quando
gli assenti non decideranno di tornare presenti.
I vincitori: Gerardo Oliviero e Stefano Bonaccini |
Adesso oltre ai giovani
(ma questa è storia vecchia), alle mezze stagioni (di cui si dice da qualche
decennio) ed al potere dei sindacati
(che invece è storia nuova) neanche le
regioni sono più come quelle di una volta. Tra Emilia-Romagna e Calabria la
regione rossa adesso è la seconda, dove viene eletto un vecchio bersaniano che
passa il turno con il 61,39% dei consensi.
Oddio il numero suona tondo e anche un pochetto roboante se non fosse che a votare ci sono andati in pochini: solo il 44%. Ma che è un bel po’ di più della percentuale raccolta nella terra del liscio, del gnocco fritto e della (una volta) partecipazione: uno striminzito 37,7%. E allora a ben guardare il nuovo Governatore della Calabria è stato eletto con il consenso del 27% dei calabresi in età di ragione. Che non è poco ma a ben vedere non è neppure così tanto. Mentre quello dell’Emilia ex rossa porta a casa un 44,52% che poi, nella realtà vera, è uno stiracchiato 16%. Ma ognuno si inganna come crede.
Oddio il numero suona tondo e anche un pochetto roboante se non fosse che a votare ci sono andati in pochini: solo il 44%. Ma che è un bel po’ di più della percentuale raccolta nella terra del liscio, del gnocco fritto e della (una volta) partecipazione: uno striminzito 37,7%. E allora a ben guardare il nuovo Governatore della Calabria è stato eletto con il consenso del 27% dei calabresi in età di ragione. Che non è poco ma a ben vedere non è neppure così tanto. Mentre quello dell’Emilia ex rossa porta a casa un 44,52% che poi, nella realtà vera, è uno stiracchiato 16%. Ma ognuno si inganna come crede.
Una volta gli sconfitti
delle elezioni guardavano i dati con la lente di ingrandimento e per dire d’aver
in qualche modo vinto facevano raffronti con anni lontani o andavano a scovare minuscole
località e le portavano a testimonianza dell’incremento di voti o di percentuale.
Lo fece anche il povero Bersani nel 2012, pare oltre un secolo fa, quando andò a
contrapporre alla sconfitta di Parma la vittoria di Budrio. Paese di ocarine
eletta a nuova Stalingrado. Tenerezze d’altri tempi.
Adesso chi vince fa il
contrario: non guarda nulla. Nulla che non sia l’ultima riga del verbale
elettorale, quella che riporta i seggi ripartiti per partiti e non si perita di
notare quanto gli manca tutto attorno. E
così si esulta per il 2 a 0, alla Renzi, dicendo al massimo che sì l’affluenza
alle urne non è stata tanta. Pazienza. Andrà meglio la prossima volta. Come
pure esulta l’aspirante gallo-celta Salvini, che si chiami Matteo come l’altro,
dev’essere uno di quei colpi gobbi di cui è piena la storia, che si
ringalluzzisce per il risultato emiliano-romagnolo che si scrive 19,42% ma va
letto come 7,32%. E nella foga dell’esaltazione si dimentica di rivendicare che
Bologna fu fondata dai Galli Boi e magari adesso toccherà vedere bolognesi con
corna e spadoni mettersi a bere l’acqua del Savena o del Reno. Entrambi,i vincitori, uno
un po’ più uno un po’ meno, si appropriano delle penne altrui per parere un po’
più belli: Salvini dei voti e dei seggi di Forza Italia e di Fratelli d’Italia
mentre Renzi di quelli di Sel e di due altri minori.
Ma per fortuna c’è la
Calabria, terra rossa, seppur di recente conio, dove il Pd si vanta del 22% dei
voti che poi letti in filigrana diventano un poco meno del 10%. Ma l’importante
al solito è crederci. E gli eletti, si sa, sono disposti a credere a tutto. In
tutti i campi, e in tutti i tempi. E qui al Pd è andata pure bene perché, al di
là degli sparuti cinque stelle, gli altri concorrenti erano i nuovi amici del
Nazareno e i discepoli di Alfano. Come dire il nulla.
Se si andrà avanti di
questo passo le prossime consultazioni si terranno in uno stadio, poi in una
palestra e sempre più a rimpicciolire lo
spazio fino ad arrivare al giardino e al salotto di casa. E lì i capi di partito
finalmente godranno per intero. Salvo che nel frattempo gli assenti non
tornino presenti.
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http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2012/05/budrio-e-la-nuova-stalingrado-ditalia.html
attendiamo con ansia che la sinistra repubblicana possa diventare il principale raggruppamento di centro-sinistra.
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