Ciò che possiamo licenziare

mercoledì 19 novembre 2014

Piove: governo ladro!

La frase ha origini antiche: risale al lombardo veneto. Con la pioggia viene  a galla quanto è stato rubato di territorio, di sicurezza e anche di denaro, ma soprattutto di civiltà. La pioggia fa danno quando annaffia l’ignoranza e l’ingordigia. Che i ladri se ne vadano con la piena.

I lapidari detti del popolo ed i proverbi assai spesso, per non dire sempre, racchiudono preziose perle di saggezza che col tempo sono viepiù scoperte ed apprezzate. 
Il detto «piove: governo ladro» per anni, decenni e magari anche un secolo e mezzo è stato considerato come un’affermazione qualunquista di nessuno spessore politico che stava sulla bocca dei perennemente scontenti. Gente di poca cultura che pur di parlar male degli altri e specificatamente del governo (per dire quelli che contano) era pronta a cogliere ogni occasione. Sembrava, ma così non era. La saggezza popolare sa addirittura precorrere i tempi. Come dire: il popolo ha l’occhio lungo. Che se poi ci vedesse anche da vicino non sarebbe male. Ma questa è un’altra storia.

Non che quando l’affermazione venne utilizzata per la prima volta si vivesse un’era dell’oro, che francamente nel Belpaese quando si sono palesate situazioni brillanti hanno avuto la breve durata dello spazio di un mattino, tutt’altro. Pare che la frasetta sia originaria del lombardo-veneto, dominazione austriaca, quindi risalga agli inizi dell’ottocento e fosse in relazione al fatto che con le piogge il raccolto sarebbe stato (forse) più ricco e quindi maggiormente tassato. I contadini così imprecavano alla pioggia (che mette l’umido nelle ossa) e contemporaneamente al governo. Anche i polentoni d’antan avevano il lamento facile e nel loro innocente petto ancor batteva l’anelito dell’Alberto da Giussano, Bei tempi quelli. Poi sono venuti i moderni amici del carroccio che non gli sovvengon più né le calen di marzo né i vestiti fatti di sacco ma solo i figli, le mogli, le amiche e le amichette e poi le scuole e le banche e i diamanti e le famiglie varie e si son dati da fare per stare dall’altra parte. Quella del governo che con la pioggia è ladro. Son cose che capitano.

Oggi l’imprecazione, se proprio la si vuol definire tale che forse è piuttosto un’affermazione ben corroborata da prove, calza a pennello. Con la pioggia viene a galla quanto è stato rubato. S’è rubato territorio e sicurezza e qualche vita ma soprattutto civiltà. Talvolta s’è rubato anche denaro come nel caso di opere mal fatte che si sono inghiottite, chissà come e chissà da chi, milionate di euro (che se poi gli importi fossero riportati alla vecchia liretta i mancamenti verrebbero al volo) e poi magari, ma è brutto dirlo, ci son state anche tengentine, tangenti e tangentone a volte finite in casse di partito e a volte (forse le più?) in tasche private. E i colpevoli, pure con poca voglia e scarso impegno, si possono ben vedere anche perché stan sempre lì. E scansarli vien difficile.

I condoni sono un furto, le locali concessioni edilizie che permettono di costruire dove non si deve sono un furto e lo sono anche le conseguenti opere di urbanizzazione. Sono un furto gli interramenti dei corsi d’acqua e anche di più la loro non manutenzione. L’incapacità di gestire è un furto. E sono un doppio furto, all’intelligenza, come dire al buon senso e al territorio rivestire gli argini di cemento che così non solo l’acqua non viene assorbita ma alla bisogna acquista maggior velocità e con più forza va a sbattere contro i piloni dei ponti ed ogni altro ostacolo. E c’è anche furto di coscienze da parte di chi nel nome del popolo (per non dir dei deboli) inneggia alla crescita e allo sviluppo senza vedere l’impatto sul contesto. 

Che a rubare siano tutti, un po' di qua e un po' di là,  non li fa tutti assolti nella logica del mal comune mezzo gaudio, ma solo pronti, tutti, ad essere cambiati. E che se ne vadan con la piena. 
Piove, governo ladro.. E via i ladri dal governo. Anche se è programma troppo ambizioso. Ahinoi.

1 commento:

  1. viene a galla quanto non fatto dai governi degli ltimi decenni : forse ci si dimentica che in Italia per fare un'opera pubblica ( una qualsiasi) servono dai 5 ai 10 anni . Ma la colpa se la prende sempre il governo in carica. Italiani sveglia!!!!!

    RispondiElimina