Ciò che possiamo licenziare

venerdì 13 settembre 2013

Giuliano Amato è tornato. La Corte costituzionale ringrazia

Amato non è un bamboccione e neppure uno sfigato e tanto meno un choosy. Anzi schizzinoso non lo è per niente. Qualsiasi cosa purché sia un posto. Dallo Psiup a sottosegretario di Craxi e poi Presidente del consiglio in proprio prima di tornare a fare il ministro con D'Alema. Avrebbe voluto farlo anche con Monti e Letta junior ma gli è andata male.

Anche questa volta Giuliano Amato c’è l’ha fatta. Certo. E d’altra parte non poteva essere diversamente perché Giuliano Amato, da Torino e giovanissimo trasferito in Toscana, classe 1938, non è un bamboccione e neppure uno sfigato e tanto meno un choosy. Anzi schizzinoso non lo è mai stato, al contrario si è sempre fatto andar bene tutto. Giuliano Amato è uno che non può stare con le mani in mano e quando è disoccupato soffre.  Soffre terribilmente. Occupare il tempo scrivendo poesie e favole per i nipotini è una cosa bellissima che fa tanto ‘nonno affettuoso’ ma non può durare a lungo. No, non può durare a lungo soprattutto perché raccontare favole ai nipotini non dà la stessa soddisfazione che raccontarle agli italiani. Con gli italiani le favole riescono meglio, questi sì che sono di bocca buona e bevono praticamente di tutto: dalla democrazia cristiana a Berlusconi passando per D’Alema e poi i due Letta. Altro che bruscoli.

Per lui l’importante è esserci magari anche in un posto da precario. Precario come può essere precario un ministro, lo è stato per cinque volte, precario come lo può essere un sottosegretario, magari alla presidenza del consiglio, lo è stato per quattro anni alle dipendenze di Craxi in due governi, precario come lo può essere un presidente del consiglio, anche in questo caso lo è stato per due volte. E ci vuole proprio un coraggio da leoni per affrontare con simile ardore la vita e tutte le sue precarie incertezze, soprattutto quando si può contare solo sullo stipendio da professore universitario e poi sulle miserrime indennità da parlamentare guadagnate col sudore della fronte per ben cinque legislature. E dire che il prof. Giuliano Amato è sempre stato un fervente rivoluzionario pronto a buttare cuore e coratelle oltre l’ostacolo per nulla interessato alle mondane cose della vita. Inizia la sua carriera politica addirittura nello Psiup (Partito di Unità Proletaria) che si collocava a sinistra del Pci essendone per altro un satellite ben protetto. Poi nel momento della disfatta di questo gruppo con sommo sprezzo del pericolo non sceglie il grande accogliente e sicuro partito comunista ma si accontenta di uno di molto più piccolo e modesto, sempre in preda a scossoni e sconquassi, quello socialista. La sua scelta è senz’altro controcorrente e dettata dalla voglia di portare la rivoluzione anche in quel partito che pure da molti decenni condivide le stanze del potere con la democrazia cristiana. Non a caso i suoi primi amici socialisti sono ex comunisti come Antonio Giolitti  che all’interno del Psi rappresenta una delle correnti di sinistra. Si mette indi poscia in lotta con Craxi e lo affronterà così duramente da divenirne consigliere e quindi sottosegretario. E poi quando la prima repubblica affonda grazie al suo spirito ribelle lui riesce a galleggiare lo stesso muovendosi di presidenza in presidenza, da quella dell’Antitrust a quella della Convenzione Europea (vicepresidente) e poi a quella sui Balcani. Naturalmente sempre da professore. E poi nel 2008 abbandona (lui dice) la politica. E qui qualcuno, ingenuo, si è rammaricato per la perdita: Amato pensionato. Sì ma un pensionato, oltre 30.000€ mese  che si dedica alla Treccani ed alle consulenze per Deutsche bank e poi alla presidenza della Scuola di Sant’Anna di Pisa e a quella degli ex allievi della stessa e via dicendo. Un uomo con l’argento vivo addosso altro che fragilità fisica come diceva Scalfari. E naturalmente non può mancare un suo interessamento al Monte dei Paschi di Siena, banchetta di cui nessuno si occupa, mentre lui magnanimo un occhio ce lo butta.
Nel 2011 tenta di entrare nel governo Monti, tra tanti tecnici un politico-tecnico o tecnico-politico come lui potrebbe fare la sua bella figura ma non ce lo vogliono, spera allora nel governo Letta potrebbe ricoprire il ruolo della chioccia di quei ragazzini scapestrati ma ancora non lo vogliono. Sembra la fine ma gli amici si scoprono nel momento del bisogno e così il presidente Napolitano, caro vecchio amico di tempi antichi gli viene in soccorso e a settantacinque anni eccolo rimpiazzare un vecchietto di settantasei anni e incominciare con l’energia di un ragazzino l’ennesima avventura: la Corte costituzionale. Sì proprio quella Corte che forse dovrà discutere della legge Severino. Che sia stato messo in quel consesso proprio per questo? Chi può dirlo. Comunque percepirà anche in questo caso uno stipendio come giusto che sia per chi lavora: pare che sia di 30.000€, recentemente ritoccato verso l'alto, naturalmente al mese. A quanto pare 30.000 è un numero ricorrette per Giuliano Amato.In ogni caso auguri. Anche a tutti gli italiani.  

4 commenti:

  1. ecco a cosa serviva Letta a coprire Amato per farlo passare nell'ombra... lo dicevo io che era strano che non gli avevano dato il posto di Monti... era tutto studiato... ora potrà fare i porci comodi(come mettere le mani sui soldi dei vostri conti) sotto l'ombra di letta!!!
    Poveri italiani... quando si sveglieranno si troveranno con meno soldi senza che accorgersene...

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  2. FERMATE IL MONDO....VOGLIO SCENDERE!!

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  3. Enrico Marco Cipollini13 settembre 2013 alle ore 20:47

    ringraziamo tutti ... o troveremo presidente

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  4. AGGIUNGICI CHE E' SEGNATO PURE AL GRUPPO MISTO... UNO STIPENDIUCCIO IN PI§ NON FA MAI MALE...

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