Perdere le elezioni non è facile. Ci
vuole tempo, impegno, determinazione, una certa dose di acribia e
soprattutto saper scontentare i propri elettori. Non sono doti da
tutti.
Pierluigi Bersani: prove di fumo |
Il
leader del Pd, è notizia
di questi giorni, sta mettendo a punto l'elenco dei nomi da inserire
nel listino degli “intoccabili” e, come non bastasse, certo per
portarsi avanti, fa anche proposte di incarichi ministeriali a quelli
che lui ritiene importanti e indispensabili personalità. Che poi,
con ogni probabilità, sono ritenute tali solo lui e qualche altro
catapultato direttamente da Marte che non abbia vissuto nel bel Paese
negli ultimi venti anni. E così comincia a piazzare il primo
mattoncino della sconfitta.
L'uomo
di Bettola, grande stratega, ha anticipato che vuole al ministero
dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture Mauro Moretti, 59
anni, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, mandato in
scadenza nel 2014. Moretti è anche sindaco, per la seconda volta, di
Mompeo, circa 600 abitanti, ridente paesino della sabina dove
possiede una seconda casa e che, guarda il caso, non c'è stazione
ferroviaria. La più vicina è a 24 km ed è quella di Fara Sabina.
Pierluigi
Bersani si sta struggendo per averlo al suo fianco e lo pressa come
mai nessuna massaia emiliana ha fatto con l'impasto di uova, acqua e
farina che precede la sfoglia da cui nascono le tagliatelle. Per
l'appunto emiliane.
Moretti
che è romagnolo di Rimini, avrà pure un debole per le tagliatelle
ma, di più, ha una gran passione per le infrastrutture e per la
velocità. Anzi a lui piacciono solo le infrastrutture che contengano
la velocità. Che deve essere alta, altissima. E che poi abbiano come
direttrice Milano-Roma, qualche volta Napoli, in andata e ritorno e,
con le stesse modalità, la tratta che va da Torino-Venezia. Se
invece la velocità è accelerata e i percorsi sono più brevi, tipo
Saronno-Milano o Civitavecchia-Roma. Beh, allora le infrastrutture
non gli piacciono più tanto. Anzi pare proprio che non gli piacciano
affatto. E cerca di smantellarle.
A lui i treni che viaggiano alla
velocità delle lumachine e che si fermano ogni cinque minuti per
caricare quegli eccentrici che ogni giorno alle sei del mattino si
accalcano in stazione per poi stare pigiati come sardine per un'ora o
talvolta anche più, con l'insano desiderio di raggiungere la città
dove si danno ai più sfrenati bagordi fino alle diciotto e quindi
felici come pasque rifare il percorso al contrario non gli piacciono.
Non gli piacciono proprio. Ha cercato di farseli divenire simpatici,
dopo tutto è un ex iscritto alla Cgil ed è stato segretario
nazionale, nientepopodimenoche della Cgil-Trasporti. Ma non c'è
stato niente da fare. Anzi su quelle linee non gli va proprio di
investire. I treni sono pochi, spesso sporchi, con cattiva
manutenzione, freddi d'inverno e torridi d'estate, talvolta in
ritardo e capita, ogni tanto, che vengano soppressi all'ultimo
minuto. Si chiamano treni pendolari. E pare non rendano profitto.
Però questi treni trasportano molti elettori. Talvolta di
centrosinistra. Saranno contenti di sapere che a quel signore che non
li considera degni di avere un treno decente verrà affidato il
ministero dello Sviluppo.
Che poi, chissà sviluppo di che .
Mauro Moretti e l'amore suo |
Che poi, chissà sviluppo di che .
Ma
questo non l'unico nome a cui Bersani abbia pensato: c'è anche
Fabrizio Barca. Per lui si profila un ministero non meglio precisato.
Fabrizio Barca. Un altro oggetto del desiderio per Bersani |
Specie se detto dall'inventore.
Attualmente
è ministro senza portafoglio alla Coesione territoriale nel
governo Monti. Della sua azione non si hanno grandi
notizie. E questo, visto i precedenti è senz'altro un bene.
Poiché
non c'è due senza tre ecco il nuovo ministro degli Esteri: Massimo
D'Alema. Ma come? Non aveva detto che non si sarebbe ricandidato? E
in effetti non si ricandida ma partecipa comunque alla vita politica
del Paese, come ministro. Stesso «diciamo»
e stessi movimenti della testa e stessa arroganza e stesso tutto.
Insomma lo stesso D'Alema di sempre. Alzi la mano chi pensava di
essersene veramente liberato.
Bagatella:
lo stipendio grosso modo sarà lo stesso.
E
dopo il tre, il quattro vien da sé. Se c'è un ministro degli Esteri
ci sarà pure anche quello dell'Interno. Chi ci si può mettere? Ma
ovvio, lo speculare di D'Alema: Walter Veltroni. Pazzesco.
Sembra
di assistere ad una gag di Walter Matthau in Appartamento al Plaza,
quando, per cambiare di ruolo entra ed esce dalla porta girevole
dell'albergo. I
due escono dal parlamento non presentandosi alle elezioni ma ci
rientrano come ministri. Sperano.
I miracoli della porta girevole.
Sarà
una bella delusione per quel commesso che dopo il discorso d'addio di
Veltroni disse:«Oggi,
onorevole è una di quelle giornate in cui siamo contenti di lavorare
alla Camera».
Molto
probabilmente con sottilissima ironia intendeva “finalmente fuori”
anche se molti fresconi, destinatario incluso, hanno erroneamente
inteso come segno di rammarico. Ritornano, ritornano. Eccome se ritornano.
Non
a caso il mezzoconte D'Alema non ha recitato alcun discorso di
comiato.
E
dire che Pierluigi Bersani si è spesso vantato di essere uno che ha
sempre portato cambiamenti in ogni situazione nella quale sia
entrato. Forse aveva in mente il principe di Salina «Bisogna
che tutto cambi perché nulla cambi».
Chissà
che ne pensano tutti quegli elettori che si aspettano un vero
cambiamento. Saranno ancora elettori?
Complimenti
Bersani, another brick in the wall. Della sconfitta.
Ps. E' delle ultime ore che Bersani vorrebbe imbarcare anche Profumo (attuale ministro alla Istruzione) e Balduzzi (attuale Sanità). Complimenti. Ora i mattoncini sono già due. Il muro sarà bello alto molto prima di andare alle urne.
Ps. E' delle ultime ore che Bersani vorrebbe imbarcare anche Profumo (attuale ministro alla Istruzione) e Balduzzi (attuale Sanità). Complimenti. Ora i mattoncini sono già due. Il muro sarà bello alto molto prima di andare alle urne.